martedì 19 ottobre 2010

1/2 Squalo+1/2 Polipo=Puro Terrore

Sharktopus
Trama: In una ridente cittadina di villeggiatura, la calma piatta di giornate tutte uguali, consumate tra sorrisi di silicone e affogati in drink tintinnati di ghiaccio, viene scossa dal più impensabile e atroce dei predatori, il terribile Sharktopus, mezzo squalo mezzo piovra gigante. Gli schizzi innocenti dei  bambini a mollo si tingeranno di rosso. 

Sono film che fanno riflettere. Prima di tutto la feroce critica sociale di film come questi, necessari, aprono, anzi spalancano, gli occhi di fronte all'insensata ed inumana corsa al progresso genetico della scienza contemporanea che spesso nasconde truci interessi personali di ricercatori che giocano al ruolo di Dio, di corporation spietate che per l'arricchimento personale spezzano e violentano miracoli di natura, inquinano senza rispetto paradisi terrestri, in definitiva distruggono ecosistemi senza pensare alle conseguenze di una condotta così scriteriata. Film come Sharktopus sono veri e proprio viaggi allucinanti su una realtà pericolosa e pericolosamente possibile.
Il valore filmico di questa pellicola però non si limita alla secca critica sociale, seppure feroce; è prevalicata infatti con una messa in scena maestosa. Prima di tutto gli attori, che illuminati da un messaggio così profondo e importante sono in vero stato di grazia. Eric Roberts su tutti regala uno spietato villain da manuale di recitazione, non solo cinematografica, direi quasi teatrale. Un nuovo metro di paragone in quanto ad intensità e personificazione, un'interpretazione che ricorderemo per anni.
Il valore recitativo della pellicola però non si limita al grande Eric Roberts, ma riesce a inanellare una serie incredibile di personaggi densi, profondi, indimenticabili, tutti, nessuno escluso, resi con incredibile carisma e potenza da attori in forma perfetta, davvero un esempio di cast unito, compatto, che lavora all'unisono, per lanciare un messaggio che va oltre, molto oltre, il puro intrattenimento.
Ma il vero protagonista del film è l'abominio, il mostro, l'orrore genetico creato in provetta. Diviso tra la sua natura di squalo e quella di polipo gigante, lo Sharktopus è un novello Frankenstein, che del mostro shelliano eredità tragicità, spietatezza e addirittura romanticismo. Le sue uccisioni non sono mai casuali, piuttosto "causali", mai dettate dal puro istinto omicida, sono attacchi programmatici al potere, sono veri e propri simboli.
Altra e definitiva forza e vero motore del film è la grandiosa regia che muove sapientemente le fila con una perizia unica, che rinnova i fasti raggiunti da Lo Squalo, riuscendo a eguagliare (e forse a superare) i gradi incredibili di suspense, di orrore e di tensione del suo lontano e illustre (e ormai, dopo Sharktopus, definitivamente datato) predecessore. L'uso dello split-screen, per sottolineare la straticità delle azioni e la costante pressione a cui sono sottoposti i protagonisti durante questa battaglia titanica tra uomo e natura, i campi lunghissimi sul mare, che testimoniano l'immensità di questo pericolo silenzioso, pronto a ghermire la preda e portarla negli abissi, non solo marini, abissi di una paura atavica.
Infine, menzione speciale per gli effetti speciali di Sharktopus, grandiosa tecnologia messa a servizio di un film che davvero ci catapulta avanti di 15 anni nel futuro. Qualcosa del genere si era vista in Avatar, ma la competizione (se davvero si può parlare di competizione, in realtà non ci sono gli elementi neanche necessari per azzardare un paragone, per quanto avanti si trova Sharktopus rispetto al filmetto tutto pupazzi e Mac Os X di James Cameron) è vinta a braccia larghe da questo prodigio. Il terribile mostro si fonde con gli attori, i suoi tentacoli si insinuano nelle budella, non solo lettereamente sullo schermo, ma più filosoficamente dentro il nostro subconscio: la paura dell'ignoto che si presenta sotto le forme più diverse, quelle piu impensate, arriva e magari ha gli occhi spietati e nerissimi dello squalo o la forza gargantuesca unità ad una fluttuante agilità della piovra gigante, in questo caso, ahinoi, ha entrambe!
E guardandoci a vicenda, noi e lo Sharktopus, vero portatore di tenebre e orrore, sappiamo che la battaglia è persa, che la natura ci spazzerà via con un colpo di coda. Questo film, forse picco più alto di quella cinematografia americana di rottura, quasi sperimentale, è un manifesto di questo futuro apocalittico ma del tutto meritato. Lo shaktopus è il caronte micidiale che ci traghetta verso gli abissi del nostro cuore buio.

4 commenti:

  1. AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHHA

    QUESTO è il C&B che vogliamo!

    (sto PIANGENDO dalle risate)

    RispondiElimina
  2. non so di che parli :). questo è il C&B di sempre. :D
    sono film che d'altronde si commentano da soli per l'immensità.

    RispondiElimina
  3. Sei un BASTARDO SENZA GLORIA!!
    MALEDETTO!!!!

    Un novello Johnny Palomba sta nascendo, mi hai fatto tagliare dalle risate!
    Dico, non è che mi vai a Zelig il prossimo anno?

    RispondiElimina
  4. hehe...
    cmq palomba fa ridere... ora è tanto che non lo leggo ma quando uscì grandi risate. una volta ho visto un reading delle sue recinzioni di mastandrea, germano e tirabassi mi pare. ridere.

    RispondiElimina