FFR 2011 • FOCUS UK • PUNK & PATRIOTS
Si ritorna in pompa magna per la seconda visione cercando di scartare sulla destra per evitare la folla di ragazzine IMPAZZITE per il mio arrivo. Madonna guarda la vita di noi sex symbol non è per niente facile... A. Erano lì per Scamarcio? Erano lì per il più sfigato deivampiri sfigati di Twilight? A. Ma io non ne sarei tanto sicuro eh...
Allora io mi vedo il film UK, tiè, e come un vero Piccolo Lord (o Piccolo Lard) inglese guardo e passo e non mi curar di loro. Perché questa volta si tratta di filmone!
Tyrannosaur
Trama: Il dolore è una canzone triste cantata in un pub. O un tirannosauro che sale le scale.
L'incipit di questo film è uno dei più crudi, secchi, micidiali, violenti che io ricordi. Tempo trenta secondi netti e già Considine ti ha lanciato addosso un macigno che ti blocca al sedile per tutto il film, e non contento non se lo riprende neanche a proiezione finita, neanche dopo i due minuti buoni di applausi, peraltro meritati.
Nessuna pietà per il suo protagonista, Joseph, nessuna scusante, nessun perdono: tempo trenta secondi e già tu spettatore lo vorresti strozzare a mani nude, perché quello che fa durante questi primi trenta secondi è aberrante, si potrebbe dire "bestiale", ma offenderebbe le bestie. E lo capite da voi quanto, a questo punto della questione (dopo trenta secondi di film), sia difficile per Considine cercare di farci, se non proprio amare, almeno concepire un qualche sentimento per Joseph, il protagonista, appunto.
Nessuna pietà per il suo protagonista, Joseph, nessuna scusante, nessun perdono: tempo trenta secondi e già tu spettatore lo vorresti strozzare a mani nude, perché quello che fa durante questi primi trenta secondi è aberrante, si potrebbe dire "bestiale", ma offenderebbe le bestie. E lo capite da voi quanto, a questo punto della questione (dopo trenta secondi di film), sia difficile per Considine cercare di farci, se non proprio amare, almeno concepire un qualche sentimento per Joseph, il protagonista, appunto.
E la potenza di Tyrannosaur sta proprio qui.
Parlando per assunti: affezionarsi al protagonista (foss'anche un serial killer, o un eroe negativo) è un processo quasi naturale; l'immedesimazione è forse una delle basi inconsce del nostro Essere spettatori. Decidere quindi di distruggere subito questo processo di immedesimazione è una scommessa da fare con la massima cautela, hai tutto da perdere se non riesci poi a fare un bel film.
Considine è alla sua prima regia, e, ce ne fossero di esordi così, mica come quegli attori che si inventano registi e poi fanno Music Graffiti. Considine vince quella scommessa, nonostante fosse dato 100 a 1: gestisce alla perfezione gli elementi classici del English Suburbia Drama... esiste per davvero questa definizione? Comunque avete capito: quei film nella suburbia inglese con le case a mattoncini, carte da parati assurde e moquette con peli alti così nei bagni, le strade vuote, litri di birra nei pub e tutti a cantare la canzone gælica triste, deli gestiti da immigrati, violenza, razzismo, ancora litri di birra nei pub e criminali di neanche mezza tacca che delegano la loro "potenza" a cani molossi addestrati ad azzannare.
Parlando per assunti: affezionarsi al protagonista (foss'anche un serial killer, o un eroe negativo) è un processo quasi naturale; l'immedesimazione è forse una delle basi inconsce del nostro Essere spettatori. Decidere quindi di distruggere subito questo processo di immedesimazione è una scommessa da fare con la massima cautela, hai tutto da perdere se non riesci poi a fare un bel film.
Considine è alla sua prima regia, e, ce ne fossero di esordi così, mica come quegli attori che si inventano registi e poi fanno Music Graffiti. Considine vince quella scommessa, nonostante fosse dato 100 a 1: gestisce alla perfezione gli elementi classici del English Suburbia Drama... esiste per davvero questa definizione? Comunque avete capito: quei film nella suburbia inglese con le case a mattoncini, carte da parati assurde e moquette con peli alti così nei bagni, le strade vuote, litri di birra nei pub e tutti a cantare la canzone gælica triste, deli gestiti da immigrati, violenza, razzismo, ancora litri di birra nei pub e criminali di neanche mezza tacca che delegano la loro "potenza" a cani molossi addestrati ad azzannare.
Si ha l'impressione che l'estetica della violenza, pur se moderatamente mostrata (ma quella che c'è fa paura e appesantisce ancora di più il macigno che ci portiamo dietro già dai primi trenta secondi) sia propria della suburbia inglese. Forse è vero per tutte le suburbie, le periferie, ma quella inglese è più che perfetta: sembra scritto sui piani degli architetti che in quei luoghi debbano succedere le cose più atroci, le violenze più inaudite, tutte chiuse dentro casette coi tavolini pieni di ammenicoli in ceramica e centrini broccati.
Il film, nonostante tutto, parla di sentimenti, sembra assurdo ma è così. E di nuovo tre (di nuovo rispetto al film di ieri) sono i protagonisti.
Su tutti - e di più - un Peter Mullan GROSSO come una casa; un fascio di muscoli compressi in un'altezza risibile che da solo solleva il film, solleva la sala, sembra poter sollevare l'intero Auditorium con la sola forza di uno sguardo. Non danno dei premi alle miglior interpretazioni al FFR, vero? Be', dovrebbero istituirli anche solo quest'anno per darlo a Mullan. Lo conoscete, anche perché è stato pure lui (come metà degli attori inglesi in vita) un po' magico, ma la sua carriera va ben oltre il "dove l'ho già visto questo"; Mullan è anche un regista e suo fu quel Magdalene, altro bel macigno. Joseph/Mullan è un essere abbietto, nullafacente e nullatenente, un debosciato mezzo alcolista completamente violento; al tempo stesso risulta umano, quasi buono, fa una pena enorme; e poi ci sono quelle due scene, appunto l'inizio e la fine, che sono due specchi messi uno di fronte all'altro, che creano quel tipo di effetto infinito da cui sembra impossibile uscire, due specchi uno di fronte all'altro formano il tuo destino, e tu sei bloccato lì, impossibile scorgere la fine, impossibile uscirne. Mullan è un tirannosauro.
Gli altri due sono una perfetta, mesta, allucinata Olivia Colman:
e il di le marito, il laido e schifoso (nel senso che come può fare lui gli "schifosi" forse nessun altro) Eddie Marsan:
che già qui lo avevamo decantato. Il personaggio più disturbante del film, un viscido marito che piscia in testa alla moglie (e non in senso figurato... e ho detto tutto). Tutti e tre perfetti, anzi uno più ancora che perfetto.
Considine dimostra in Tyrannosaur (e vi stupirete quando scoprirete che il nome deriva proprio dalla fonte più ovvia) di conoscere bene il peso specifico di tutte quelle caratteristiche che fanno un English Suburbia Drama, e senza chiedere il permesso te le scaglia addosso, prendendo bene la mira. Tyrannosaur è un altro di quei film UK che ben dimostra che gli inglesi veri non sono così:
o così:
Sono più così:
o così:
Il film, nonostante tutto, parla di sentimenti, sembra assurdo ma è così. E di nuovo tre (di nuovo rispetto al film di ieri) sono i protagonisti.
Su tutti - e di più - un Peter Mullan GROSSO come una casa; un fascio di muscoli compressi in un'altezza risibile che da solo solleva il film, solleva la sala, sembra poter sollevare l'intero Auditorium con la sola forza di uno sguardo. Non danno dei premi alle miglior interpretazioni al FFR, vero? Be', dovrebbero istituirli anche solo quest'anno per darlo a Mullan. Lo conoscete, anche perché è stato pure lui (come metà degli attori inglesi in vita) un po' magico, ma la sua carriera va ben oltre il "dove l'ho già visto questo"; Mullan è anche un regista e suo fu quel Magdalene, altro bel macigno. Joseph/Mullan è un essere abbietto, nullafacente e nullatenente, un debosciato mezzo alcolista completamente violento; al tempo stesso risulta umano, quasi buono, fa una pena enorme; e poi ci sono quelle due scene, appunto l'inizio e la fine, che sono due specchi messi uno di fronte all'altro, che creano quel tipo di effetto infinito da cui sembra impossibile uscire, due specchi uno di fronte all'altro formano il tuo destino, e tu sei bloccato lì, impossibile scorgere la fine, impossibile uscirne. Mullan è un tirannosauro.
Gli altri due sono una perfetta, mesta, allucinata Olivia Colman:
Considine dimostra in Tyrannosaur (e vi stupirete quando scoprirete che il nome deriva proprio dalla fonte più ovvia) di conoscere bene il peso specifico di tutte quelle caratteristiche che fanno un English Suburbia Drama, e senza chiedere il permesso te le scaglia addosso, prendendo bene la mira. Tyrannosaur è un altro di quei film UK che ben dimostra che gli inglesi veri non sono così:
Tornano le lezioni non richieste di Inglese dal vostro Prof. preferito (Proferito) C&B [pron: si-anth-bee]!
Cunt
La parola cunt, che trattandosi di inglese e sapendo quanto per gli inglesi siano importanti tutte le cose di sangue reale, può essere facilmente confusa con un titolo nobiliare (Cunt di Montecristo, Cunt Dracula, Cunt Tacchia) è invece uno dei peggiori e più comuni epiteti offensivi che si possano rivolgere (sputacchiando) a chicchesia. Letteralmente trattasi di apparato riproduttivo femminile, ma può essere lanciato addosso a gente di ogni sesso, età, colore e religione, basta che siano dei deficienti totali. Certo, usare una parola che significa "donna" per dare del cretino (chiaramente "cretino" è un eufenismo) a qualcuno la dice lunga sulla considerazione goduta dalle donne nella testa di chi etimologicamente crea le parolacce. Le creano forse a Fuckingham Palace [cit. dal film]?