venerdì 31 maggio 2013

Se questo è Otomo

AKIRA
Trama: Akira è una bomba.
Sono entusiasta di questa nuova  forma distributiva. 
Riscoprire grandi classici (contemporanei o meno) al cinema per un solo giorno mi pare proprio una formula conciliante, cioè nel senso che concilia. Concilia la frenesia nerd di non perdersi il film, del DEVI comprare assolutamente il biglietto che poi non lo vedi più, di incontrare amici che magari non vedi da tempo (no, vederli su facebook non è vederli) perché anche loro hanno DOVUTO comprare il biglietto prima altrimenti non lo vedevano più, con quella di vedersi film su grande schermo che mai ti saresti creso.
Sì, sono strad'accordo: aridatece i film al cinema, anche solo per un giorno.
Akira 25ennale. Ora, non starò a dire "cazzo sembra ieri" perché ammetto che 25 anni fa io non ho visto Akira (anche perché avrei avuto dieci anni e sarei cresciuto ancora più straniato di quanto già non), 25 anni fa non sono impazzito per Akira, 25 anni fa non ho votato anima a corpo ad Akira (c'è chi l'ha fatto).
Anzi, devo dire che vidi Akira una decina di anni fa e forse ero un po' distratto perché mi ricordavo davvero poco, non ho detto poca cosa, ho detto proprio poco del film. 
Ed è stata tutta colpa mia, perché Akira è una visione - seppur a cartoni animati - dal peso specifico impressionante. Proprio uno di quei film per cui il fatto di essere "d'animazione" è il mezzo e non il veicolo. 
Mi spiego. Siamo (purtroppo e ignorantemente) abituati a pensare che nel 99% dei casi Animazione = disimpegno (Sì lo so sto superficialmente semplificando, ma ammettetelo, è un po' così anche per voi). O almeno non ti aspetti di vedere un cartoon che una volta finito ti lascia affaticato nei muscoli e nella psiche, una fatica che però non è mai noia, tantomeno bruttezza: è una fatica specifica che deriva dalla mole altrettanto specifica di input che ti sono stati sparati in testa. Dalla dimostrazione che chi ha lavorato al film ha tenuto fede al suo progetto per ore, giorni, mesi, 
Akira è mezzo (media animazione, chiamalo come vuoi) usato con la capacità più unica che rara di sapere che SOLO così potevi raggiungere QUEL risultato (palazzi che si mischiano a persone che si mischiano a macchine che si mischiano all'Universo). Fosse stato un veicolo, il progetto di farne un film dal vivo da parte degli americani sarebbe andato in porto già dalla prima volta. E invece NO. NON LO PUOI FARE UN FILM LIVE ACTION da Akira, NON puoi metterci Leo DiCaprio/Kaneda e Gordon-Levitt/Tetsuo (e viene da pensare che il caro Inception abbia altri debiti in giappone, forse Nolan in Giappone è proprio meglio che non ci mette piede), NON LO PUOI fare perché Akira basta a se stesso, Akira È. Qui ci sono degli update, speriamo non arrivi il 2019 (anno in cui è ambientato il film) per convincerli.
Vedi Akira ed è come vedere 2001 - Odissea nello spazio: ti senti un peso addosso, ma sai che te lo devi tenere quel peso, perché poi, proprio come l'energia che muta Tetsuo, quel peso verrà inglobato nelle tue carni e tu saprai di essere meglio, non sai bene in che modo, e se davvero ti servirà quell'essere meglio, ma intanto lo sei.
Non posso - anche se vorrei - autoeleggermi esperto vero di Otomo, neanche di Animazione Giapponese; sono stato, come tutti i diversamente trentenni, plasmato dai cartoni animati made in Japan e me ne vanto. E più cresco più mi accorgo che ci sono intere generazioni (quelle prima e quelle dopo, C&B e le scoperte della terza età...) che non sanno neanche cosa sono, i cartoni animati giapponesi, o al massimo Sailor Moon; e quindi non inizio la filippica nostalgica del "quando c'era Ryu", ma è proprio un'altra testa quella di coloro che hanno vissuto davanti alla TV dei cartoni animati giapponesi. 
Una testa più o meno così:

No, Akira è troppo per una recensione disordinata delle mie. Akira merita i trattati, Akira si porta dietro la dignità dei Capolavori e te la lancia addosso con tutta la sua potenza.
Ci sono tre cose che in Akira sono talmente GIGANTI che intontiscono.
Le architetture post-megalitiche perfette, le moto e i personaggi; Tetsuo e Kaneda, nemesi classiche. E ho adorato come Kaneda indossa il suo ruolo di Eroe Puro, di quelli che non ha bisogno di spiegoni o motivazioni profonde - salvare la Bella, ad esempio - per fare quello che fa: Eroe senza macchia o paura perché ce l'ha nel sangue da sbruffone. Non esistono tanti eroi così. 

E che ti richiamano all mente i giovani ribelli di cui parlavano un paio di giorni fa.)
E poi gli ultimi venti minuti. Ecco, dopo un lungo lunghissimo viaggio a cavallo di moto luminescenti 

e di cervelli potenziati di incubi e poteri ESP, si arriva agli ultimi venti minuti, dove esplode, letteralmente, la follia e il corpo di Testuo (e non è un caso che anche lui, essere biomeccanico orripilante e al tempo stesso penoso, si chiami così)

Comunque non volevo dire così ma:

Akira è una visione necessaria come solo i Classici lo sono. Spaventevole, "pesante",  affastellata, caotica e lucida al tempo stesso, il tutto accompagnato da un'incredibile colonna sonora:

Quando si dice, il Mito. 
Che infatti trascina ancora oggi la creatività derivativa:
[clicca]

giovedì 30 maggio 2013

C&B ANTEPRIMA • Una notte da leoni 3

Una notte da leoni 3
Trama: Una notte da falliti

Il primo Hangover aka Una notte da leoni era stato GIUSTAMENTE accolto con entusiasmo, risatone e, sai che ti dico, ma proprio che era una commedia americana che poteva ripetere i fasti - ammodernandoli alla MTV generation (brr), quindi mettendoci un bel po' di politically scorrect e "becerismo" - di quella commedia anni 80 che ci faceva tanto ridere. C'era un tempo in cui scrivevo due tre righe per recensione e infatti scrissi:
Una perfetta macchina a triplo, quadruplo, quintuplo incastro. Ho riso. Ma proprio: erreiesseo. Insomma vola alto nel Paese dell'Esilaranzia. Esplora le strade della Stupidevolezza. Ricerca di proposito la Fancazzosità. Non si vergogna della sua Cameratezza.
Poi, come ogni gallina dalle uova d'oro, inizia la spremitura industriale. Tutte le cose simpatiche del primo vengono ripetute fino alla noia, tutti i personaggi riusciti diventano subito macchiette di se stessi, tutti i tormentoni diventano solo tormenti.
Il franchise ci ha messo poco a "svaccare", già dal due la frittata era fatta: film orrendo e posizione assicurata tra i peggiori di due anni fa.
Ora si chiude la trilogia (ssse, ci crediamo tutti che non faranno il 4°, il 5°, il 6° e via così... cerrto).
A parte che già rabbrividii al teaser pos(t)ter:
Ma anche vedendolo, il risultato non cambia: TUTTO il film è incentrato su Chow, personaggio borderline che nel prima scatenava una serie di eventi assurdi e risate sincere, ma che, se propinato per TUTTO il film diventa fastidioso quanto un'unghiata sulla lavagna.
I suoi eccessi e il suo pisellino diventano ridondanti, la sua omossessualità offensiva, le sue scorribande ripetitive, i suoi urletti assordanti. La deriva la si vede sin dai suoi character poster:
Sempre più vicino, sempre più esagitato, sempre più fastidioso.
Come fastidiose sono le risate tirate fuori a forza da Alan, il personaggio di Moussakone (Zach Zafilinakis o come si scrive): un personaggio così funziona quando le sue "follie" sono centellinate. Quando ad un andamento più o meno bambacione poi si contrappone un'esplosione di schizzata follia. 
Invece Alan è ritardato. 
Ma proprio dichiaratamente ritardato, quindi non fa ridere. A me non fa ridere un ritardato. Mi fa ridere uno che nel pieno delle sue facoltà mentali, sbanda e fa cose da matto, non un ritardato. Avreste riso fosse stato anche Down? Non credo.
Non si tratta di essere politically correct a tutti i costi. Io sono per ridere di tutto (e intendo TUTTO) se la risata me la offri con una scrittura o dei tempi comici che la valgono, quella risata. 
L'esempio lo si potrebbe fare per i nani. Mettere un nano sullo schermo e chiedermi di ridere, (vedi) non funziona. Mettere un nano e dimostrarmi che se ne può anche ridere, funziona (vedi).
I due caratteri forti del franchise, quindi, sono spremuti fino all'osso: sono i due soli protagonisti (con buona pace degli altri due, in questo terzo episodio ridotti a mera presenza da cartellino), e mettono in piedi un rapporto homo che stona non poco, stona anche con la deriva "sexy" di Alan nei confronti di una bombolona (interpretata dalla solita Amica della sposa) con delle scene francamente disturbanti.
Poi, di nuovo, il fastidio animalista. In Una notte da leoni sono fissati con gli animali e con il ridere sui maltrattamenti subìti. La tigre del primo episodio aveva lasciato il posto all'odiosa scimmietta. In questo ci sono giraffe, galli e cani: e muoiono tutti. 
A voi fa ridere?
A voi fa ridere una giraffa decapitata dal cavalcavia di un'autostrada?
Un gallo ucciso a pistolettate?
Dei cani da guardia strozzati a mani nude?
Se queste cose ti fanno ridere, vieni avanti cremino.
Ma c'è una cosa in cui davvero fallisce il terzo (e speriamo ultimo, anche se così non sarà) capitolo della serie: Una notte da leoni 3 non ripropone la struttura narrativa: festa - droga - risveglio in uno stato di totale incoscienza con intorno a sè il caos - ricostruzione elemento dopo elemento della scorribanda dimenticata.
Questa struttura, un successo per il primo episodio, DEVE essere riproposta proprio perché ne ha fatto il marchio di fabbrica. Invece in UNdL3 la struttura è lineare e la cosa viene giusto accennata nel finale. Non si poteva fare scelta peggiore.
Ah no, c'è un'altra cosa che ti fa capire che questo film è del tutto sbagliato (oltre che sì, la miglior battuta è "Ma era fimato "Chao", come hai fatto a non capire che questa mail l'aveva spedita Chao?" "Pensavo che fosse un saluto, come "Ciao"): ti manca la comparsata di Mike Tyson.
Il film esce oggi. Questo è il trailer.
Ecco. Chow adorerà la cacca (!), noi no.
A pensare che questa è la mia prima anteprima Warner - e probabilmente anche l'ultima - mi piange il cuore. Adesso mi sa che gli vado a drogare i caffè in ufficio così se lo scordano...
Volevo dire Chow al doppiatore di Bradley Cooper che appena finito il film ci ha tenuto ad urlare a decibel duplicati "Be' questa è l'undicesima volta che lo doppio!". Chissà se ha sentito lo "sticazzi" del resto del cinema.
Ciao Chow.

mercoledì 29 maggio 2013

Tuono Pettinato

Come un tuono
Trama: Se corri come sardine, ti schianti come un tonno

Paghi uno, porti via tre. TI metti a vedere Come un tuono, e vedi anche Come un buono, e Come un figliuo. Sembra un film, ma sono tre film. Peccato che tu volevi Ryan Ryan e ancora Ryan. E invece...
Capisco benissimo che la distribuzione abbia caricato sulle spalle spioventi del nostro sguardler prediletto tutto il peso della promozione, che insomma Ryan, nonostante non sia più quel muflone arrapa-femmine che era un paio d'anni fa, capace di far (s)venire le ragazze con la sola imposizione dello sguardling e far dedicare a lui intere sezioni di cineblog - e che anzi nelle ultime settimane sia addirittura stato scansato dal podio dal ritorno in augissima del corrucciato Grande Leo (Leone, quindi) - Ryan-bello rimane uno di quelli che appena appare nello schermo fa la sua porca figura, e le spettatrici figure da porche. PEr questo vi alzerò subito subito il testosterone con una collezione di sguardling sfoggiati nel film. 3.2.1VAI





Ryan in questa pellicola tenta una carta nuova, si riempie di tatuaggi da carcerato che manco Cody:

a cui a volte aggiunge un elemento in effetti fico, un giuMbotto rosso

Che però, ovviamente, è derivativo dallo scorpione, ma più che altro da altri ribelli con ben altra caratura cinematografica

[notare lo Sguardling ante-litteram please]
Se volete comprare anche voi una giacca cinematografica e rendervi ridicoli, ora potete.
Comunque, al livello di ficaggine dato da sguardling + tattoo + giacca, Ryan giustappone una pettinatura Titti canarino di dubbio gusto (da qui il titolo post per fumettofili che omaggia uno dei più grandi superamici del fumetto vivente):

E dei vestiti che, messi tutti in una volta sola, gridano fortissimo una parola e solo quella che la si sente dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre a Reno:

HIIIPSTEEERRR!
Quindi ecco che il reietto un po' pazzo, un po' papà (papàzzo, quindi) 

arriva e fa quello che tutti i padri savi di mente farebbero per comprare un lettino al proprio figlioletto: le rapine a mano armata e tartaruga tesa che Drive docet sempre 

Lettino comprato, e anche un cucciolo puppi già che c'è
Insomma un salto di qui una rapina dillà ecco che il Ryanetto si mette nei guai e finisce che... Be' ecco, questo è il tipo di film la cui struttura non ti permettere di raccontare più di tanto. Se vi dicessi cosa succede a minuto 25 (dei francamente troppi 140) vi rovinerei tutto.
Vi basti sapere che PUF ad un certo punto arriva Bradley Cooper, che ti sembra di essere catapultato in Una notte da leoni per quanto inusitata la sua apparizione arriva, tipo proprio che pensi "oh. Ma che mi so svegliato ora? Ma che film ho visto? C'era Bradley Cooper sin dall'inizio? Boh."
E quindi ecco che inizia il film con Bradley, registro diverso, protagonisti diversi, storia diversa anche se legata. Certo, un Cooper per un Gosling è uno scambio che neanche Totòtruffa! No perché, per fare un esempio a noi caro, avete presente lo sguardling di Cooper?

Ecco. Una triglia. Una triglia che ora pensa di sapere recitare, vedi le candidature all'Oscar che mostri che generano.
Vabbè ma comunque alla fine ti ci abitui pure, inizia a seguire questa storia di Cooper poliziotto ma anche lui col cuore teneroso, ti metti comodo in questa storia qui e TAC. Cambio! Altro giro altro regalo! E se prendi il pupazzetto appeso fai un giro gratis sul calcinculo! Sì perché di generazione in generazione il film si fa un bel salto di quindici anni e tutto l'andamento, tra una regia abbastanza "corposa" (che cosa voglia dire non lo so neanche io ma dire "regia corposa" rende sempre molto bene), carrelli che citano il caro Van Sant



e un andamento circolare (dicesi andamento circolare:
INIZIO:

FINE:

il film si becca un Chicken soprattutto per la terza sezione, quella senza attori famosi e di gran lunga la migliore. Il regista è lo stesso di Blue Valentine, che vuole rubare Gosling a Refn, peccato che domani esce  Solo Dio Perdona

E sarà una bella lotta Come Cristo Comanda

Mi è piaciuto Il luogo dietro i Pini? 'nsomma. 
RYAN! INVECE DI DORMIRE IL SONNO DEI FIGHI che tanto non ci crede nessuno che è una foto rubata in un momento di riposo... 

MANGIA I TUOI CEREALI! MANGIALI CHE CRESCI SANO E FORTE e magari ti si fanno pure un po' le spallucce








Certo che matto questo che ha fatto questi meme già famosissimi di ridere, però pure Ryan che maleducato a non accettare i Rice Crispies, i Cheerios, i Frosties e Coco Pops! Screanzato di un Ryan...
Io da oggi sul mio vespino vado in giro con questa maschera qui, a fare le rapine e le impennate, le rapinne... vedi mai che rimorchi
Un bel bel illustraposter: