Locke
Trama: I DRIVE All Night
Mettiamola così, in questi giorni ci sono cose talmente importanti fuori da questo schermo, che le recensioni diventano una parentesi rosa tra le parole "Che" e "Dolore".
Servono, certo, servono come sono servite sempre da cinque anni a questa parte, anche quando c'era il caos o la noia o il mare o l'amore che non esiste o il lavoro quello per pagare le bollette o quello per tenere fede a un luglio glorioso (a proposito ieri vi ho mandato a tutti una mail con la richiesta dell'indirizzo, vi è arrivata? Vi devo vedì a cercà uno a uno?); c'erano sempre, è ovvio, diventano parte integrante della tua giornata, vanno oltre la recensione, si sa, anche se su chickenbroccoli non parlo di me, delle cose che succedono una volta smessa la maschera del Broccolo.
Questo per dire che non so bene come andranno, le recensioni, nei prossimi giorni. Magari ne esce una lunghissima, magari una di due parole, magari un giorno la salto (chi ha detto magari col tono di "ma magari"? T'ho visto! Ah ma ti ribecco, eccome se ti ribecco...), ma il fatto è che CB e colui che non è CB sono comunque la stessa persona, quindi quello che succede a uno, succede all'altro, e se il primo vuole essere presente una volta al giorno nella vita di lettori e avvocati delle star, quell'altro deve vedersela con le cose vere, e se le cose vere lo tengono lontano dallo schermo di cinema e computer, allora il primo deve "abbozzà", inutile che scalpita, va così - questo anche per dire che ChickenBroccoli non è un collettivo, un gruppo, una redazione, CB è una persona, una soltanto.
Una persona soltanto è anche la protagonista di Locke, un uomo nella sua macchina, per tutto il tempo, tutto il tempo dentro l'abitacolo, non c'è una singola scena in cui lo si vede fuori.
Quando ti arrivano sotto mano questi film pensi sempre ad un thriller (magari declinato a generi, ma pur sempre thriller), non ci credi che possano tenere novanta minuti del genere senza ricorrere a qualche sorpresone finale (Devil), qualche roba distopica (Exam), qualche ipercubo (Cube), un ritmo concitato (Buried), regole matematiche strambe (L'abitation de Fermat) o qualche assassino seriale (Saw, il primo ovviamente), se sai che nel film ci sarà un uomo per tutto il tempo in due metri quadrati sei già pronto a vederlo impazzire/morire/volare.
Niente di tutto questo.
Locke è un uomo come tutti gli altri che guida una macchina come tutti le altre, con un lavoro come tanti altri (costruisce palazzi), ha una famiglia come tante altre e ora è in autostrada attaccato al suo telefono per tutto il tempo: non può andare a controllare la più importante colata di cemento della sua carriera, un'operazione che getterà le fondamenta della sua carriera; non può andare a vedere la partita di calcio nonostante moglie e due figli lo stiano aspettando, deve guidare per andare a fare una cosa più importante.
Ora, io non ve lo scrivo, e non scrivendolo vi metto nella posizione di aver letto una sorta di rece-thriller, anche se è sbagliato metterla in questo film: cosa dovrà fare Locke? Forse Locke è un rapinatore! Forse è un alieno! Forse è morto dall'inizio e deve guidare per sempre!
Niente di tutto questo.
Locke, semplicemente, deve fare una di quelle cose della vita che non ti aspetti e ti entrano a gamba tesa in bocca spaccandoti tutti i denti. La vita vera è Bastarda, e non perde mai l'occasione di ricordartelo.
Locke è un film clamoroso, una sorta di Drive - la fotografia notturna illuminata a fasci di luce alterni proprio come quando si viaggia in macchina di notte - senza la violenza e i morti ammazzati. Tom Hardy è un capolavoro di attore prima ancora di un capolavoro di uomo:
Un film bellissimo, che avrebbe sicuramente meritato una recensione più approfondita, perché non solo è uno dei film meglio scritti dell'anno, ma è anche profondamente "diverso" da quello che siamo abituati a vedere (se pensi poi che l'ultimo film di "uomo dentro macchina" che abbiamo visto è questo...), perché la "normalità" che sta alla base della storia (che rasenta il neorealismo praticamente) è davvero... anormale.
Forse prima della fine dell'anno lo rivedrò e ne parlerò come merita. Intanto voi recuperatelo ora.