mercoledì 14 novembre 2012

Fate l'Argo!

Argo
Trama: Recito Argo Sum.

Ben Affleck è un mistero della vita misteriosa. In coppia con aMatto Demone ha addirittura vinto un oscar, poi l'ha preso e se l'è messo nel JLo... cioè nel senso, ha deciso programmaticamente che la FIGA era la cosa più importante del mondo (un Ben pensante, a dirla tutta). Però ecco, era diventato - al contrario del suo amico nano biondo che faceva film superimpegnati o comunque "recitativi" - il prototipo dell'attore amerigano belloccio e scemo da mettere in copertina quando proprio non c'era altro, ma in quanto a film, gran parte immondizia. Insomma non ci avresti scommesso neanche la paghetta settimanale che ti dava tua mamma per comprare 1000 lire di pizza bianca quando stavi alle medie su questa sua carriera da regista, e pure bravo. Ma tanto.
Certo, la lezione dell'ameriganismo si fa sentire. I suoi film (tutti e tre, qui la traccia del secondo) non sono mai veri capolavori, piuttosto film sopra la media. Il suo passo non è mai davvero potente o personale, ma sempre saldo e rigoroso. Insomma è bravo, magari non un genio, ma sa fare le cose proprio per bene.
Il film ha un debito grosso come una casa al Munich di Spielberg, che dall'alto della sua sordina è un capolavoro vero e ogni volta che vedi un film di crisi libiche/iraniane insomma quei posti lì (se domani non posto nulla saprete che sono stato rapito col cappuccio nero in testa e portato dritto dritto in un buco nel deserto. Venitemi a salvare, sono quello che canticchia "llaiatollakomenipermoltièsantitàtiabbocchissempreall'amooo") ripensi subito a quello.
In poche parole è: crisi libica, ambasciata americana occupata dai libici (che dopo il flusso catalizzatore fanno un po' come cazzo gli pare), sei dipendenti riescono a fuggire e si rifugiano a casa dell'ambasciatore canadese (interpretato dall'attore che faceva il costruttore del Titanic, insomma 'na garanzia), bisogna farli uscire dal Paese, ci pensa Hollywood! Facciamo finta che dobbiamo girare un film di fantascienza scrausa lì, lo chiamiamo:
(notare Studio Six. Riescono ad essere cazzoni anche quando ci sono in ballo vite umane. Anzi forse lì ancora di più). Ben Affleck agente della CIA va in sede e insegna ai tipi ad diventare gente di Hollywood... e giù metacinema come fosse ghiaia. Questo è anche il motivo per cui il film è piaciuto tanto, ci sta la CIA che fa la parte dei fichi, ci sta Hollywood che invece di produrre solo cazzate per i soldi per una volta aiuta a salvare le vite (che poi, non se ne accorge ma lo fa molto più spesso di quanto non creda...), insomma ci stanno tutti gli ingredienti per farlo venire duro alla gente di Hollywood, e ci rivediamo agli oscar.
Grandissimo merirto ad Affleck per aver FINALMENTE capito che Bryan - sono l'uomo più sprecato di Hollywood - Cranston può essere grande anche sul grande schermo, anzi grandissimo. Quando gli escono quei lampi di Mr. White negli occhi... dio mio...
Qui un articolo molto lungo che tanto nessuno leggerà mai sull'internet ma ci sono i disegnetti. Grandissimi i due ciambellani di hollywood (sia nella realtà che nella finzione, John Goodman e Alan Alda). La scelta di far assomigliare i sei rifugiati in tutto e per tutto agli originali è ok, ma perché poi Affleck non c'azzecca niente con l'originale?
Comunque gran bel film.

4 commenti:

  1. Bene.
    Solo che la crisi è iraniana e non libica e Alan è Arkin e non Alda.
    Mi sa che al cinema parlavano troppo e ti sei distratto :P

    Ah, e il flusso è caNalizzatore e non caTalizzatore.

    YO!

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  2. la prossima volta mi alzo e mi siedo dieci sedie più inllà

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  3. a me è piaciuto...
    il Bisteccone, come l'hanno definito "altrove" dietro la macchina da presa, ne sa...

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  4. Davvero un bel film, non saprei cos'altro aggiungere al tuo commento, merita davvero. Cranston che si incazza fa sempre venire i brividi.

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