giovedì 31 marzo 2016

CB ANTEPRIMA STORIA VERA • Race

Race - Il colore della verità
Trama: The race runner

Ci stanno quei film di ragazzi della provincia (meglio se neri) che fanno sport e grazie ai loro grandi sogni e alla loro forza di volontà prendono la medaglia d'oro e al tempo stesso (un tempo da record) cambiano il mondo. Jesse Owens è stato uno di questi, da corridore a simbolo, in 100 metri e 10,3 secondi, proprio come recita il payoff abbastanza azzeccato.
Tanti particolari interessanti della STORIA VERA di Jesse la trovate in quel sito che mi piace tanto che si chiama History vs Hollywood, un sito approfondito (approfonsito, quindi) che mette a confronto le facce degli attori e le facce vere e poi ti racconta un po' di cose del film e della realtà. Mi sarebbe piaciuto farlo a me un sito così, peccato che ho la capacità di andare in profondità alle cose pari a un pizzico di zanzara.
Vi metto il totally look like del film:
Voi andate a approfondire un po' la storia di Owens lì. Io intanto mi vedo un filmetto leggero:

Fatto? Bravi.
Avrete quindi capito da voi la quantità di roba che poteva essere messa in un film come questo: un nero che corre da solo e batte tutti davanti ad un pubblico che inneggia alla morte, Hitler che deve per forza vedersi soffiare le medaglie in casa sua da uno "sporco nego", Goebbels che rosica e tutte queste robe storiche anche un po' pesantone che ci piacciono tanto.
Peccato che il film sia fatto della stessa pasta di cui sono fatti i cervelli dei produttori pavidi che non osano mai e che per paura di fare una cosa troppo diversa dalla masnata di film tutti uguali che raccontano di grandi sogni sportivi con scena finale al ralenti, alla fine fanno un film identico ad altri cento che hai già visto e finisce che mentre lo vedi va pure bene, ma poi non ti lascia assolutamente niente, nessuna emozione, nessun ricordo. Tipo che questa pubblicità me la ricorderò sempre di più:

Forse sono stato un po' spietato ad invalidare la corsa di questo film, che comunque parla di buoni sentimenti, di rivalsa personale, di tutte cose molto sane, ma quando ti capitano di fronte delle occasioni sprecate del genere (sprecate per evidente mancanza di coraggio, spirito di competizione pari allo zero, ricerca della mediocrità per accontentare tutti, bianchi e neri, grandi e piccini) ti fa un po' incazzare.
Voglio dire, non c'è bisogno di farmi la scena di Owens che va da Hitler e quello non gli stringe la mano per farmi capire la immense implicazioni storiche che hanno avuto quelle quattro medaglie d'oro in a row, come si dice, vinte a Berlino sotto centinaia di braccia tese e bandiere uncinate. Non c'è cosa peggiore di un film storico che si riduce a film da serata Blockbuster (infatti è fallito...). Ad esempio un film come Munich, che mette al bando gli spiegoni e tratta la storia com'è, cioè complicata, piena di zone grigie (non solo bianche e nere), tragica e feroce, quello sì che è un grande film storico.
Certo sto paragonando uno degli Spielberg migliori con un film di "no al racismo" molto sempliciotto, praticamente provinciale.
Non aiuta il cast, che per un attore che si impegna ad incarnare quanto meglio può Owens c'è un Jason Sudeikis (il suo allenatore) in forma a dir poco buffonesca; il povero non ce la fa proprio, tenta toni seriosi e tu lo vedi sempre e solo protagonista di quella scena lì (cliccare il link a vostro rischio vomito e pericolo). Si limitasse ad ammazzare il capo e non tentasse la carriera seria, che non fa per lui. Di Sudeikis possiamo invidiare solo il fatto di essersi accasato con quel capolavoro di Olivia Wilde, poi dici che le donne le conquisti facendole ridere... proviamo:

Ha funzionato? Vi ho conquistato? Vabbé.
Comparsate eccellenti di Jermey Irons (che ormai è il nuovo Anthony Hopkins, deve pagare gli studi ai nipotini) e William Hurt. Lisciato di 400 metri l'attore che fa Goebbels. Meglio quello di Tarantino.
L'utilizzo infame di green screen praticamente in ogni scena diventa più che fastidioso ed elimina ogni epicità.
A proposito di STORIE VERE e di occasioni sprecate. Come vi ho accennato con quell'agile video olympico di poco fa, nel film ha una sua importanza la figura di Leni Riefenstahl, il che non sarebbe male, anzi sarebbe stato perfetto vedere il film dal suo punto di vista privilegiato, invce no, invece è poco più che un personaggio appiccicate e, peggio mi sento, le hanno passato addosso un manto accondiscendente del tipo "io voglio fare il mio film e se il Reich me lo fa fare va bene così" davvero imperdonabile. Oh, questa faceva quasi più danni di cerchi gerarchi, coi suoi film inneggianti, non scordiamocelo. Altri artisti, registi compresi, se la sono data a gambe piuttosto che fare i film filo-nazisti. Comunque la Riefenstahl sì che meriterebbe davvero un film STORIA VERA tutto suo, ma fatto bene. E lungo dieci ore. In bianco e nero. Muto. Correrei a vederlo:
movies scared running chris pratt nopeBrad Pitt in Burn Before Reading
movie fun the lord of the rings excited runningRocky Balboa runningjustin  run run away run fast
justin  running run run away run fast
movie film horror halloween dead
nope running away no way run away

mercoledì 30 marzo 2016

CB ANTEPRIMA STORIA VERA • Love & Mercy

Love & Mercy
Trama: Life's a beach, boys

Si sarebbe potuto intitolare Love & Merdy, perché è proprio diviso tra questi due opposti, il film. Amore e merda.
Love & MerCy racconta la STORIA VERA di Brian Wilson, uno che quando sei piccolo canticchi senza sapere che è lui perché hai visto millemilavolte questa scena qui:

poi cresci un po' e ti chiedi chi erano i Beach Boys chiedi chi erano i Beach Booòys
ma non li consideri proprio dei Grandi, non al pari dei Beatles almeno. 
Poi cresci ancora un po' e capisci che ti sbagliavi, che c'era del genio, pari se non più grande di quello di Lennon e McCartney; tipo che nelle classifiche dei migliori album della storia loro stanno sempre tra i primi due (come se poi le classifiche valessero davvero, in quelle dei film di IMDB per esempio c'è Le ali della libertà al primo posto da anni, che voglio dire...) e però, dopo tutti questi anni, tu continui a pensare solo che vuoi fare surf su un camioncino con il bomber del tuo liceo addosso e i peli lunghissimi.
Quindi quando arriva il film sulla storia di Brian Wilson per te è una pagina bianca che viene riempita. Mica come quando hanno fatto quello su John Lennon e sua mamma.
Il film è un biopic atipico, non sceglie la strada facile dell'"ascesa + caduta + rinascita", ma racconta solo la caduta; una brutta caduta peraltro, in cui una forma di schizofrenia non diagnosticata in tempo si scontra pure con un dottore dai metodi discutibili che invece di curarla la cavalca, intontendo il paziente di paure, false regole e psicofarmaci
approfittando così per anni del "povero" Wilson, un che fu l'incarnazione stessa di genio e sregolatezza e che ha pagato molto la sua indole naif (tipo che ha perso anche tutti i soldi dei diritti delle canzoni). 
Una doppia caduta carpiata con avvitamento.
Il biopic si divide in due epoche che si fondono, saltando nel tempo prima e dopo (e se vogliamo si fondono anche troppo, in una scena che cita palesemente 2001: Odissea nello spazio, con un certo slancio autoriale troppo... slanciato, appunto.) 
Insomma c'è l'epoca dei Beach Boys sulla cresta dell'onda (ok, la smetto) e quella di Wilson solo, malato, in balìa dal maledetto medico opprimente. 
Entrambi sono periodi tragici ma con i loro sprazzi di bellezza: nella parte giovanile ci sono le voci nella testa 


ma anche la composizione di canzoni con l'aiuto dell'LSD 
 nella parte adulta  c'è la schiavitù psicologica ma finalmente la liberazione nell'amore. Nel finale ovviamente vediamo il vero Wilson cantare una canzone. Se gliel'hanno suggerita le voci nella testa o la moglie non sappiamo. Probabilmente la voce della moglie nella testa.
Purtroppo questi due piani sono diversissimi anche nella resa: il primo è bello, interessante e coinvolgente, il secondo banale e maccheronico. Ciò che colpisce è che questa spaccatura tra bello e brutto per una volta è tutta, ma proprio tutta, merito/colpa degli attori.
Il merito maggiore ce l'ha Paul Dano, attore mai troppo osannato, spesso dimenticato ma sempre incredibile (da qui a qui), assurdo e bravissimo (proprio grazie al suo Wilson si è beccato la sua prima candidatura importante, agli ultimi Golden Globe). Paul è pazzesco davvero, da applausi. Paul è anche abbonato a scene... subbaqque!

Quest'ultima informazione non c'entrava nulla col film.
E poi ci sono John Cusack (Wilson da adulto) e Elizabeth Banks (la moglie). Il primo sembra per tutto il tempo quell'alieno gallina verde che si vedeva nei cartoni animati Warner, questo:
instant martian
Vi giuro è uguale:
La seconda sta sempre vestita come una coatta anni 80 (che vabbé, almeno il fisico ce l'ha) e non riesce proprio a infondere nessunissimo spessore al suo personaggio, sembra appena uscita dal quel film micidiale in cui andava in giro col vestito giallo. I due insieme hanno un'alchimia da vecchio pervertito e casalinga disperata che riesce a rovinare ogni scena di cui sono protagonisti
Tra i due pessimi a godere è un altro Paul, Giamatti, che è già al suo terzo "agente/impresario/manager" di merda (dopo questo e questo), e fa veramente paura per la sua flaccida violenza psicosomatica.
Giamatti, io ancora ci credo in un Giamatti villain di qualche cinecomics pazzesco, non come l'ultima volta. Come fa il matto lui. Giamatto.
Insomma possibile che il film sia davvero così "diviso"? La parte con Dano bella e quella con Cusack brutta? Lo è. Dano collaterale proprio.
Che poi uno si dice "ma figurati se Paul Dano da grande può diventare John Cusack", uno c'ha la faccia a pancake e l'altro a banana... e invece, in effetti:



...ma la faccia di Wilson?
Alla fine comunque, vince la parte bella quindi il film è da vedere.
A questo punto volevo fare tutto un discorso sul fatto che dall'inizio dell'anno ho visto circa 100 film e se faccio il conto tra biopic, cinecomics, remake e reboot, di sceneggiature O-RI-GI-NA-LI (voglio dire del tipo "ora scrivo un film senza basarmi su qualcosa di preesistente) ne avrò visti quanti? Tre... quattro... forse cinque. Però poi mi sono messo a sentire il best of dei Beach Boys e ho deciso che era la cosa migliore da fare piuttosto che pensare a biopic, cinecomics, remake, sequel e reboot.

martedì 29 marzo 2016

Come Two Daddy

Daddy's Home
Trama: Daddy, daddy cul

Che io abbia sempre subìto un certo fascino rispetto al quel mistero della cinematografia moderna chiamato Mark Uolberg, non l'ho mai nascosto.
I più attenti di voi se ne saranno accorti qui e qui, qui e qui, ma pure qui e qui e qui, nonché qui qui qui qui e infine qui qui qui qui. Ah no anche qui qui qui. Per quelli che erano distratti da altro, non ci posso fare nulla. Oh, dimenticavo qui qui qui (quanti cristo di film ha fatto?)
Eppure anche più misteriosi fascini, quelli che non controlli anche se tutto ti dice che non dovresti proprio, perché insomma, stiamo parlando di Marky - faccio la pubblicità delle mutande per pacchi enormi - Mark, uno che la carriera d'attore se l'è ritrovata in mano per caso (!) e alla fine è stato pure candidato all'oscar (lo so che ve l'eravate scordato, poi dici che Martin Scorsese non ha le sue colpe...)
Ebbene Uolberg è oramai bollito definitivamente, non è tanto fare sempre lo stesso personaggio (il duro dal cuore d'oro) che lo mette sotto una cattiva luce, è la qualità pessima dei film che sceglie, fossero queste commedie o film dove gli scoppia una trivella sotto il culo.
Poi abbiamo Will Ferrell. Will Ferrell mio, che t'è successo. Non fai niente di buono, davvero buono, da anni (la comparsata in LEGO Movie non vale. Neanche il sequel di Anchorman). Eppure c'è stato quel momento, che sarà stato, un biennio? in cui facevi commedie davvero divertenti o commedie davvero intelligenti, film in cui davvero sembravi aver preso la retta via, e anche se ok, facevi anche tu SEMPRE le stesse due parti (il precisetto sfigato che diventa un po' fico e/o lo sbruffone idiota che rimorchia e in fondo si fa ben volere), ti si guardava con ammirazione.
Tanto che sapere che la coppia Uolberg/Ferrell tornava insieme dopo quel The other guys che tanto ci aveva sorpreso qualche anno fa era stata una bella notizia. Non quanto sapere che Spielberg farà Player One o che la Daddario è nel film di Baywatch, ma quasi.
Ed ecco che i due sfornano Daddy's Home, una vera merda.
Ferrell in versione sfigato, precisetto, candido (praticamente dove l'avevamo lasciato), è il secondo marito della moglie di Occhio di Falco (la Cardellini, che ancora tutti ricordiamo per aver fatto ammattire anche Kovach in ER), padrino di due ragazzini che lo odiano e che lo disegnano sempre con coltelli conficcati negli occhi e pupù di barbone in testa (l'unico minuto divertente del film. Ah no, fa ridere anche un'altra cosa, questa:

poi basta). 
Ad un certo punto arriva Uolberg, che è il padre biologico dei due; ovviamente in versione un fico, muscoloso, con la moto e il pisellone (una costante per lui). I due iniziano a fare a gara a chi ce l'ha più lungo, lo spirito paterno non il pisellone (anche se ovviamente non manca quella scena lì), e si odiano. Poi uno scopre che delle cose dell'altro che all'inizio odiava magari possono servire e.. Alla fine... vabbé, lo sapete da soli che cosa succede.
C'è da provare pena per questi due attori che stanno così palesemente (Ferrell di più) buttando al cesso le loro carriere? C'è davvero bisogno di fare due film all'anno? Anche quando è palese che saranno orrendi, inutili, stravisti e neanche buoni per una domenica pomeriggio di pasqua quando l'unica cosa che ti passa per la testa è tutto il casatiello che ti sei mangiato che era talmente tanto che a un certo punto invece di andare giù nello stomaco è iniziato ad andare su per il cervello?
Dispiace, o forse non frega un cazzo, devo ancora capirlo. Quando avrò digerito forse vi saprò dire.
Purtroppo, indigestione o no, lo so già che continuerà a vedere tutti i film sia dell'uno che dell'altro, tipo che dopo il trailer di quello della trivella marina quasi che lo aspetto con una certa impazienza. Ma probabilmente è un effetto collaterale del casatiello.
Intravedo un trend dei due papà per quest'anno. Adinolfi non andare più al cinema... vabbé tanto non c'entra nelle sedie quello...
Ma fare un remake americano di questo?
Chi ci vedrei al posto di Pippo e del Califfo? Adrien Brody e Clive Owen? Troppo buono ve'? Troppa colomba.

sabato 26 marzo 2016

♰ Paolo Poli ♰

♰ Paolo Poli ♰
Poli opposto

mercoledì 23 marzo 2016

CB ANTEPRIMA • Batman v Superman - Dawn of Justice

Batman v Superman - Dawn of Justice
Trama: Aspettando Gadot

Così poco tempo e così tante cose da dire. Anzi no, è meglio così tanto tempo e così poche cose da dire.
Già, perché, contrariamente ai post superlunghi a cui vi ho abituato quando si parla di cinecomics - quelli soliti miei dove a fronte di una certa ignoranza in quanto a letture fumettistiche (ho letto i Batman di Miller, ma l'ultima volta che ho visto Superman in azione su carta stampata era roba tipo Kingdom Come, decenni...) inizio uno sproloquio infinito su questo e su quello - farò una cosa breve perché sì.
Ok aspettare con una certa eccitazione Batman v Superman, ma poi arriva Wonder Woman e spacca tutto e ti scordi pure come ti chiami perché insomma:
E ci siamo capiti.
No davvero. Questa Wonder Woman è la più fica supereroina che ci si poteva aspettare (infatti non ce l'aspettavamo). Eravamo tutti distratti nell'attesa di vedere se Ben avrebbe fatto ben (scusate, dovevo proprio dirla) nei panni di Batman:
Ah no, questo era quando ha fatto Superman (non ve lo ricordavate eh?), ed ecco che, nonostante sia ancora fresco il ricordo di lui in tutina rossa, ecco che invece nella batarmatura fichissima
spacca! Sì! È FICHISSIMA OK! 
Certo secondo me è proprio Batman che è fichissimo sempre, oh, come lo metti 

lo metti

Batman si porta dietro una tale carica di mistero e oscurità e ficaggine che veramente, devi essere Val Kilmer per farlo sembrare un coglione:
E per fortuna Snyder non sbaglia a fare Batman: lo fa tozzo (anche se Affleck è alto), lo fa grigio, lo fa incazzatissimo, lo fa Batman senza più pietà. Evviva quando dà le botte vere, senza tanta agilità che non gli si addice più da quando Nolan gli ha messo i pesi alle caviglie:
Batman vince. #teamBatman e fine della storia.
Poi eravamo anche un po' incuriositi dal vedere se quel manzo inespressivo di Cavill avrebbe imparato anche un'espressione in più di "senza occhiali" e "con occhiali" [cit. leonina]... la risposta ovviamente è no:
E, infine, ci chiedevamo chi avrebbe vinto tra i due
perché insomma come diamine puoi pensare che Batman abbia anche una minima speranza contro uno che vole? VO-LA! CAPITO?! Nel blu dipinto di blu!
E insomma tra queste e altre preoccupazioni non ci siamo presi la briga di aspettare Wonder Woman come avrebbe meritato. E lo meritava davvero
capito che intendo? Ma certo che l'avete capito.
Gal l'avevamo notata (e molto) nella serie F&F, ma qui, qui è tutto un altro livello di ficaggine, perché a "topa stellare" si unisce "mena come e meglio degli altri due messi insieme":


Non a caso ha la sezione di colonna sonora più fica del film (e forse anche un po' del mondo):

Scritta da Zimmer (che è sempre una sicurezza in quanto a percussioni) e Junkie - ho fatto a colonna sonora di Mad Max Fury Road - XL.
Quando finalmente entra lei in azione parte il fomento, che purtroppo manca a gran parte del film, vi avverto. Ecco, fomento ed epicità, distribuiti maluccio. O meglio, pendono tutti su Wonder Woman, di cui al momento aspetto il film come i ciechi aspettano la luce. 
Esempio lampante di "spreco" è la presentazione degli altri componenti della futura Justice League, loro:
Che doveva essere un momento EPICO, e invece fanno l'effetto di video su Youtube. Vale troppo come spoiler? Dai Zack, non ti preoccupare, anche se nel piccolo video prima della proiezione stampa ci hai pregato a mani conserte di non rivelare alcunché a nessuno non ti devi preoccupare, non dirò nulla del nulla che c'è da dire, perché insomma, tra il finale "a sorpresa" che tanto non ci crede nessuno che è vero (lo dice anche IMDB alla voce "Superman") e quella razza di preparazione 0-hype degli altri della Lega, c'è poco da spoilerare. Infatti Aquaman lo potevi far uscire così

ci saremmo tutti divertiti di più.
Che Doomsday usciva dal culo bruciato del cattivo di Man of Steel (che a proposito, ho rivisto il giorno prima dell'anteprima e sottolineo, fa cagare, era facile fare di meglio, visto che hai anche Batman di mezzo) lo sapevamo da mesi dell'epico scontro B v S sapevamo che era un litigino da ricreazione alle elementari

...anche se nelle scene in cui Superman ci piglia le sveglie ci ho goduto davvero molto.
Non voglio e non posso mettermi qui a fare il panegirico dei cinecomics che stanno definitivamente saturando il mercato, ma proprio troppo, un cinecomics al mese mi sembra troppo (aprile X-Men, maggio Cap America...) e mi sa che la bolla scoppierà. 
E non voglio neanche sottolineare che stiamo a tutti gli effetti vivendo una distopia. Dimostrata da questa foto comparativa:

Sopra un frame di Io Sono Leggenda, in cui si sfotteva (a mo' di JAWS 19) un futuro film con Batman e Superman insieme, sotto una foto di Times Square scattata da me 6 giorni fa mentre ci passavo sotto.
Torniamo qui nel 2020 e vediamo come stiamo messi. Il problema è che l'attesa dei film è diventata essa stessa i film, e questo non va bene, perché inevitabilmente dopo un'attesa di un anno per accontentarti deve essere veramente ma veramente un capolavoro.
Mi sa che un po' lo sapevano anche quelli della Warner perché hanno tentato di ottunderci il raziocinio riempiendoci di grassi saturi gentilmente offerti dagli sponsor. Nella bag in regalo infatti c'era un sacco di junkie-food e... (attenzione che qui si ride a quattro ganasce)

...le BATterie!
Riassunto? Eccolo: 
• buchi di sceneggiatura abbastanza grossi (ho capito che la mamma è sempre la mamma, ma insomma, voglio vedere se Suppy sapesse di quella scappatella della madre con Batty:

• un cattivo che praticamente è Lex Zuckerberg e il suo attore mediocre in modalità pazzoide da quando ha fatto Social Network proprio non riesce a staccarsi dal personaggio del giovane magnate in ciabatte

• minutaggio esagerato con storyline inutili, ancora di più della presenza di Lois Lane
• grosso hi-five finale tra i due

Fanno di B v S un film più fico di quanto avremmo creduto, ma meno fico del cinecomics che ancora regna incotrastato sul podio dei cinecomics, questo.
No scusate, questo. È da vedere? Alla fine sì, anche se più che una promozione è un'assoluzione per Uomo d'acciaio. 
Certo l'attesa per la Justice League rasenta lo zero.
Oltre alla bella locandina teaser di qualche tempo fa (stracopiata)
ecco qualche illustraroba

Comunque Zack, tu hai fatto uno dei migliori cinecomics che si ricordino, poi hai fatto una cagata inguardabile, infine ti sei accaparrato l'appalto DC, COSA ASPETTI A FARE UN FILM SU DI LUI?
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