giovedì 17 marzo 2016

SIAMO SERIAL • Jimmy vs Jimmy

A proposito di tempo che passa e previsioni in stile Nostradamus. Il 31.12.2014 io sottoscritto CB scrivevo così:
Adesso che a questa conclusione ci sono arrivati tutti, ma proprio tutti, mi piace starmene qui a dirvi con fare paternalista "ve l'avevo detto. Sono anni che ve lo dico..."
Morte, sì, o insomma in uno stato pietoso. E vi assicuro che ho fatto una bella autolettura dell'es e mi sono chiesto profondamente (ok forse non così profondamente) se sono io, se ho deciso di non farmene piacere una per partito preso, giusto per coerenza a quanto scritto in quel post. E invece no, invece davvero sono quasi due anni che per ogni serie che esce parto con la speranza di stupirmi appassionarmi spaventarmi innamorarmi bingwatchingarmi, e invece nulla. Le vedo sì, ma passano e se ne vanno, e, campanello d'allarme enorme, quando salto una puntata non ricordo più se "l'ultima che ho visto era la 5 o la 4? Cosa?! Era la 3?!"
Insomma la situazione è questa. E la domanda (che è anche la speranza che ci fa continuare imperterriti a vederle tutte, le serie tv) rimane: quando arriverà una vera novità? Dove non ci sia il cattivo di cui innamorarsi? Dove non ci sia il sesso messo lì un tanto al chilo (capite? Ci hanno fatto stancare pure delle tette!)? Dove ci sarà una storia davvero originale? Manco fossero gli anni Sessanta, dove si svolge:
11.22.63
Trama: J.ames F.ranco K.ennedy

Kennedy...te se da adesso facciamo solo miniserie? Cioè intendo proprio serie che iniziano e finiscono e si sa già che non ci saranno seconda, terza, dodicesima stagione, o spin-off di sorta? Eh... eh... Kennedy...te?
Perché guarda che funziona alla grande.
Tu prendi un libro - magari proprio tra quelli che casualmente ho letto - tipo chessò, di Stephen King, e ne trai una serie con un attore di grido, una storia che si dipana in una dozzina di puntate ma che non dilunga nessun brodo, una produzione dignitosa che non ha bisogno di effetti speciali e via, hai fatto il prodotto seriale E un prodotto piacevole da guardare.
È proprio questo il caso di 11.22.63, tratto proprio da Stephen King, con un attore di grido, James Franco, che dura appena 8 episodi (siamo al 5°) che racconta una storia di viaggi nel tempo come ci piacciono a noi: un tizio ha un diner, un ristorantello sperduto su una strada americana qualcunque. Non si sa come, non si sa perché, quando entra nello sgabuzzino viene mandanto indietro... NEL FUTURO! No, viene rimandato nel 1960, dove gli uomini si vestivano eleganti e le donne con la gonna sotto il ginocchio. 
Il tipo quindi decide di fare la cosa più logica da fare se si viene catapultati indietro nel tempo dal proprio sgabuzzino: diventare ricchi scommettendo sulle corse uccidere prevenire l'assassinio di Kennedy (e quindi quello del fratello, e quindi il Vietnam, giù giù evitando tutte le catastrofi umane fino a questa:
Ora. Le regole dello sgabuzzino del tempo sono strane. Ci entri e sei nel 1960. Ci esci e quello che hai fatto nel 1960 ha effettivamente delle ripercussioni sul presente... MA! Se ci entri di nuovo, resetti tutto (resetutti, quindi). Nel senso che se la prima volta hai sventato l'omicidio di Kennedy, la seconda devi rifare tutto da capo. Inoltre il Tempo, se tu hai intenzione di cambiare gli eventi, ti metterà i bastoni tra le ruote lanciandoti addosso delle macchine o dei lampadari o orde di scarafaggi
diciamo che fa resistenza, perché al passato non piace essere cambiato.
Ora, il tipo entra nel 1960, l'omicidio è del 1963, quindi deve vivere tre anni prima di sventare il GOMBLOTTO. Solo che prima del 1963, poraccio, gli viene il cancro. 
Fine.
No dai scherzavo, era per aumentare la suspanza. Il tipo (che poi è Chris Cooper, uno che ha vinto un oscar, anche se nessuno se ne ricorda, forse neanche lui) deve per forza tornare nel presente (dove per quanto lui sia stato anni negli anni Sessanta, sono passati solo 5 minuti) e passare il testimone di salvatore dell'umanità (ma più specificatamente degli stati unti d'ameriga) a un giovane molto più bello di lui che in una serie TV rende molto meglio: James Franco.
Jimmy accetta, e da quel momento vive negli anni sessanta con la missione di uccidere Lee Oswald, o scoprire se dietro all'assassinio di JFK c'è davvero Oliver Stone come tutti credono. Nel frattempo ovviamente si innamora

fa a botte, salva delle altre vite "più piccole", si fa degli amici e dei nemici e vedremo come andrà a finire (io lo so perché ho letto il libro, ma magari lo cambiano).
11.22.63 vede proprio con piacere, Franco è bravo (anche se alle volte si lascia andare a certe sbavature date dal suo lato cazzone, quello dei film con Rogen per capirci), e otto episodi sono il metraggio giusto per questa serie. E forse ormai per qualsiasi serie.
La sigla di apertura modellina mi è piaciuta

Poi oh, non pensate neanche lontanamente di vedere la perfezione stilistica di Mad Men, il tutto è molto più cheap. Infatti ora che ci penso io se nello sgabuzzino avevo una stampella del tempo che mi riportava nel 1960 andavo subito alla Sterling Cooper Draper Price e la trasformavo in Sterling Cooper Broccolo Price.
Volevo dire che comunque in quanto a serie tv + viaggi nel tempo + JFK imperdibile è la clomorosa doppietta di Quantum Leap che parlava di quello con lui che prende il corpo di Lee Oswald. Madonne che bello che era Quantum Leap. Speriamo non ne facciano mai un remake o un film o che ne so. E speriamo che la serie di The Mist (film che come sapete adoro inspiegabilmente) sia più vicina a questa che a Under the dome.
Passando ad un altro Jimmy (per i più Saul), siamo alla quinta puntata anche di Better Call Saul, lo spin off ad effetto metadone di Breaking Bad
Better Call Saul - Stagione 2
Trama: Better Call sòl

Ora. Tutti (e voglio dire TUTTI) amano, hanno amato, ameranno Breaking Bad. È la serie che ha segnato anche la morte di tutte le altre, e in fondo dovremmo quasi odiarla per questo, per averci condannato a questi anni di scopiazzature e inutili ripetizioni.
Poi è arrivato BCS, che, come detto pochissimo fa, è davvero una serie-metadone: non è buona come l'originale e serve solo a farti passare l'astinenza con piccole dosi dello sballo originale; dosi che sono quando appare Tuco, quando appare Tio, tipo così:

insomma solo quando ci sono rimandi alla serie maestra, quando Mike fa certe facce, quando Jimmy/Saul fa certi discorsi, ma che in fondo non riesce mai a diventare veramente fica.
Vi faccio un esempio spicciolo. Proprio in questo istante sono in ufficio (sì, io la mia pausa pranzo la passo scrivendo recensione, pensa quanto vi voglio bene) e davanti a me una collega sta vedendo la terza puntata della prima serie di BB. Ci sta Crazy Eight bloccato al palo e Mr. White gli canta il jingle del mobilificio... e si aprono le dighe dei ricordi e la FOTTA di rivederlo tutto, da capo, ancora una volta, anche se sai benissimo come va a finire.
Poi vabbè la qualità di scrittura è sempre alta, ma non decolla, stai sempre lì a dirti "certo però BB" e aspetti solo esplosioni di violenza che faticano ad arrivare.
Quindi vabbé, continuiamo certo a seguire le avventure di Jimmy, aspettiamo di vederlo trasformarsi definitivamente in Saul, ma per ora stiamo più o meno così:

Dunque abbiamo parlato di america e di anni 60 e se dico america anni 60 voi a cosa pensate?! Ma alle gomme americane! Certo come no! 
Vabbè era solo per dire che un matto di nome Zack Wallenfang ha preso la grafica dei vecchi incarti delle gomme e delle cards gioco tipiche americane (wax drapper, mi dice wikipedia) e ci ha fatto una serie tutta ispirata ai film che ci piacciono a noi



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