martedì 30 maggio 2017

Breaking Bar

Smetto quando voglio - Masterclass
Trama: Smetto quando veglio

Quello che mi ha fatto cambiare opinione, cioè mi ha fatto passare dal Broccolo appioppato al primo episodio di SQV (che tutti osannarono come "il cinema italiano ha trovato il suo salvatore" mentre io ero più MA È BREAKING BAD UGUALE UGUALE MACHEMESTAIAPIJAPERCULO?) al Chicken forse un po' regalato*, inserendo quindi di fatto SQVM nella lista dei seguiti venuti  meglio degli originali (Il padrino parte II, X-Men 2, Terminator 2, The Dark Knight... ok, forse ho esagerato...) è più che altro la concezione produttiva.
Non che il film sia più bello o divertente (anche se è decente e divertente), non che gli attori riservino delle grandi novità, oltre al dimostrare che essere attori bravi e non fastidiosi si può anche senza aspirare o urlare ogni frase (Leo, l'ho già detto, è bravo. Bisogna accettare questa cosa, farci i conti, metabolizzarla e basta), non è che la sceneggiatura riservi una scrittura sopraffina, ma il film è ritmato, veloce, divertito e fila via che è un piacere. 
Sarà che approcciandomi al primo mi aspettavo un botto, invece mi aspettava uno scoppietto, da questo sapevo già cosa aspettarmi, e allora ok, quello ho avuto. È la solita Teoria dell'Aspettativa che studiano all'Università della Califostia: più ti aspetti, meno avrai.
La concezione produttiva, dicevamo. 
Ecco, a vincere, questa volta, è l'aver fatto le cose con una visione d'insieme, con un'idea di futuro, con la voglia di fare una cosa "all'amerigana" ma senza scordare il sapore italiano; è pur sempre una commedia di pagliacci, maschere da commedia dell'arte, e dialetti, sopratutto dialetti (ci hanno messo a forza anche il napoletano, questa volta...), ma ha un'impronta da trilogia che, a quanto mi risulta, è una sorta di assoluta novità per il cinema italiano.
Questo sequeil infatti, già dal primo ciak, è il secondo capitolo di una trilogia (uscirà il prossimo anno SQV Ad Honorem) e, addirittura!, il film ci lascia con un cliffhanger degno di Ritorno al futuro 2 (ok, forse ho un esagerato di nuovo...), sai quando c'è già il girato del terzo e ti puoi permettere di dare appuntamento nei cinema e far vedere già di che pasta sarà il prossimo film con tanto di scene, spezzoni e spoilerando grandi ritorni (che poi qui il grande ritorno sia Neri Marcorè... vabbé...)
Non è una roba che si vede tutti i giorni in ItaGllia. O meglio, non si vedeva prima che ci fosse questo ricambio generazionale palpabile, prima che, insomma, finalmente a fare i film ci si mettessero 40enni cresciuti con un modo di vedere il cinema più attento alle possiblità online e alle distribuzioni alternative, piuttosto che puntare già dall'inizio alla triste prima serata di RAIUNO.
SQVMM è divertente, anche se sacrifica un po' tutti gli attori. Ma è anche fisiologico quando allarghi il parco dei partecipanti. Qui alla banda se ne aggiungono tre. Già erano 7. Si tratta di 4, 5 battute ognuno. Il più sacrificato purtroppo è il buon Fresi, che si limita a fare il ciccione, ma meno pazzo della volta precedente.

La voglia di fare la roba nuova c'è. È palpabile. Si sente in commedie come questa (c'è spazio anche per una sequenza animata, manco male...) e fa ben sperare perché sia non solo un trend positivo, ma un dato di fatto ormai radicalizzato.
Certo pensare che il prossimo sequel che arriva sarà quello di Il ragazzo invisibile fa a cazzotti con tutto questo entusiasmo.
* C'è la concreta possibilità che questo Chicken sia dovuto alla febbre che avevo (roba di 38! 38,3!) mentre lo vedevo. Ma voi lo sapete che cosa vuol dire avere la febbre no? Non solo per l'uomo inteso come genere maschile in generale, ma per me in particolare. Ci sono proprio le fasi.
FASE 1: La negazione

FASE 2: La consapevolezza
FASE 3: Il pianto di fronte al trailer di questo film (giuro).

FASE 4: Il testamento
FASE 5: La negazione 2 (una volta guariti).
Potrebbe essere.

venerdì 26 maggio 2017

LE PRECENSIONI • Episodio #13

13 REASONS WHY ASCOLTARE LE PRECENSIONI!
Eccole qui:
1 - ChickenBroccoli e Alabama
2 - Alabama che dice "stai zitto" svariate volte a ChickenBroccoli
3 - ChickenBroccoli che non sta zitto
4 - Alabama che se la prende con i film patriottici 
5 - ChickenBroccoli che sogna il Messico
6 - Alabama che impara le MMA
7 - ChickenBroccoli che ha la tosse
8 - Alabama che commenta un film giapponese
9 - ChickenBroccoli che ci prova con Matilde Gioli
10 - Alabama che ci prova con Gionni Deppe
11 - ChickenBroccoli che racconta le barzellette
12 - Alabama che non ride alle barzellette
13 - La cover è di un bucaniere dell'illustrazione: ROBERTO HIKIMI BLEFARI!
BUON ASCOLTO!

In questa puntata i film in uscita il 25 maggio: 

giovedì 25 maggio 2017

• CHICKENBROCCOLI ZOO - LADYHAWKE by LORENZO LRNZ CECCOTTI •

LADYHAWKE di LORENZO LRNZ CECCOTTI
Il 22 e 23 Aprile il CHICKENBROCCOLI ZOO, una mostra di cinema e illustrazione promossa dal collettivo LE VANVERE e LUDICOMIXha trasformato Empoli in un caravanserraglio a cielo aperto!
Le versioni in grande formato di 10 locandine dedicate a film animaleschi disegnate da 10 grandi artisti italiani sono state esposte per la città. Ora potete acquistare i poster delle opere in mostra. Questo è LADYHAWKE di LORENZO LRNZ CECCOTTI.
POTETE ACQUISTARLO SPINGENDO QUESTO PULSANTE:

mercoledì 24 maggio 2017

NOTTE BROCCOL • Il triangolino che ci squarta

Ma che void? Adesso vaid così ok? Scrivoid o non scrivoid, l'importante è farlo quando ho davvero qualcosa da dire. Mica c'ho i tentacoli che posso fare settemila cose insieme! (Anche se qualcuno potrebbe affermare il contrario). Insomma 6999 anche sì, ma 7000.
Che poi siamo sempre lì, sull'altalena di un blog sito che dal 2009 (non vi fa paura dire 2009? A me sì, sempre...)
Che poi lo so che tutti 'sti problemi me li faccio solo io come se nel lontano 2009 me l'avesse ordinato il medico o la chiromante, tipo fosse una maledizione o una profezia, di fare un post al giorno chellallero mo c'ho da fare ma soprattutto QUANTO SONO MEGLIO LE PRECENSIONI CHE ALMENO POTETE SENTIRVELE SUL MOTORINO MICA PUOI LEGGERE SUL MOTORINO!
Comunque vabbé, prima o poi farò un megariassuntone delle Anteprime che mi sono visto nell'ultimo mese, ma forse anche no perché non potendomi più bullare di averle viste prima di tutti che gusto ci sta?
Intanto allora riparo sugli horror, che sono sempre una sicurezza. Nel senso che sei sempre sicuro che non ci saranno mezzi termini: o ti faranno schifo o ti sorprenderanno. 
Quest'ultima cosa è successa vedendo:
The Void
Trama: Exit the Void

Che è un horror che proprio non ti aspetti, perché unisce due nature lontanissime e ci riesce pure benone.
La prima è la natura prettamente artigianale e da horror di serie-B che permea tutto il film. Parlo di effetti speciali prostetici, pezzi di ciccia scaraventati qua e là, sangue finto a litri, animatroni, roba schifosa che esce da ferite purulente e gente che si trasforma male, ma proprio tipo La mosca 
Roba così per intendersi
sembra proprio un omaggio al lavoro di Rob Bottin

(che nome, amici, che nome...)
E quindi non schifatevi quando vedrete esseri putrescenti emergere da viscere squartate ricoperti di placente e sangue e pus e schifo di schifo che fa schifo solo a scriverlo

Perché è veramente divertente ritrovarsi di fronte questi effetti speciali vecchio stile (una cosa che sta abbastanza tornando in auge, comunque) e immaginare attori che scivolavano sul sangue finto o scherzavano tra di loro con tutta la roba viscida in faccia. E poi, nonostante tutto, sarà sempre più veritiero un pupazzone in gommapiuma e silicone fatto bene che un modello 3D per quanto "madonna troppo vero oggi col computer non ti servono manco più gli attori".
Poi c'è l'altra parte, quella che invece si allontana dalla patina di B-Movie coi mostroni e vuole essere più oscura e vicina a tematiche ultraterrene, con spruzzate di Cthulhu che manco Lovercraft avrebbe osato tanto.
Ci sta infatti questa inquietantissima cosca che sembra il Klu Klux Klan (o meglio il Cthu Cthul Clan) che asserraglia una serie di personaggi vari ed eventuali (come si addice a ogni film di "gente chiusa in un posto con minaccia fuori che cerca di entrare") in un ospedale. E se na sta lì, a guardali da sotto i loro cappucci col triangolo in testa

Certi c'hanno solo quello in testa, oh.
Comunque 'sti tizi stanno tutti fuori e fanno la cosa più paurosa di tutte: stanno fermi.

Madonna quando il nemico sta fermo ti caghi proprio sotto. Sempra sapere qualcosa che tu non sai, attendere qualcosa di impensabile, sa che tanto non puoi scappare. Paura terrorizzante.

Insomma tra mostri di altre dimensioni e adoratori del triangolino nero, The Void è un horror che si fa notare. Un omaggio sfegatato a Cronenberg, Carpenter, Lovercraft, Clive Barker e pure un po' di Stephen King (io appena vedo mostri che escono da varchi dimensionali e nebbie bianche mi viene subito voglia di rivedere The Mist. Per fortuna tra poco inizia la serie.)
Il triangolo demoniaco comunque è la forma geometrica dell'anno. Anche se  in effetti, come qualunque uomo sa, in effetti lo è sempre...
...
Parlo ovviamente di Neon Demon, con cui il film condivide anche la riserva di gelatine blu e rosse usate per tutto il tempo.
E tutta una serie di poster che francamente sono uno più fico dell'altro, non so bene quale è ufficiale e quale no ma 'sticavoli, non muore nessuno, come quando non esce un post di CB no? NO?!

martedì 23 maggio 2017

♰ Roger Moore ♰

♰ Roger Moore ♰
Quando Moore un attore famoso

lunedì 22 maggio 2017

Pacific Rum

Colossal
Trama: Akkaijū nisciun' è fess

All'inizio andava tutto benissimo. 
Prima l'annuncio che Nacho Vigalondo, quello che aveva fatto BENISSIMO con Cronocrimenes (ancora me lo sogno la notte quel pazzo con l'asciugamano rosa in testa)

che aveva fatto bene-non-benissimo nel suo episodio di V/H/S Viral e che aveva fatto malino con Open Windows (era più un esperimento che altro), sta facendo il suo primo film americano e che parlerà di mostri giganti.
Proprio di kaijū, i mostroni che gli americani hanno imparato a conoscere con Pacific Rim! Cosa c'è di più fantastico?!
Certo, protagonisti quella pescia lessa di Anne Hathaway e quel miracolato di Jason Sudeikis (miracolato per il popò di moglie che si è riuscito a rimorchiare non si sa proprio come), ma ok, ci sono MOSTRONI GIGANTI!
Poi iniziano a uscire più notizie sulla trama: una ragazza americana ha una connessione neurale con un kaijū gigantone che terrorizza Seoul. Proprio tipo che lei fa così

e il mostrone fa così

Insomma una sorta di motion capture di mostrone

PARE FICHISSIMO NO?!
No. Perché poi vedi il film. E, superato un po' il fastidio per la pessima pettinatura di Anne (che serviva per dare l'idea di sfigata? Quando? Nel 1999?) e percepito il fatto che la dimensione mostrona non sarà portatrice di scene fichissime tipo portaerei usate come mazze da baseball o magari divertentissime: poteva essere una versione comica dei monster movie come d'altronde li fanno in giappone da anni e anni... non sono comici di proposito?

Tipo che il momento più ilare di Colossal è il mostrone che dà uno schiaffo al jeager

Già perché la similitudine con Pacific Rim non si ferma al lucertolone, ma continua con la messa in campo del robottone e dello scontro tra i due.
Tornando un attimo indietro. Dunque, la tipa vive a NYC, ha problemi con l'alcool e viene lasciata dal ragazzo. Se ne torna al città natìa per "ritrovare se stessa e blablabla". Ritrova invece i vecchi compagni di scuola, tutti provincialotti che la vedono come quella che li ha abbandonati per la grande città. Il gruppetto stringe amicizia e sembra che le cose possano in qualche modo prendere una piega giusta.
Oltre a questo c'è la narcolessia, le amnesie e quel piccolo particolare del mostro dall'altra parte del globo. Lo stupore iniziale

si sostituisce alla domanda "sì ok ma ora che ci faccio co 'sto mostrone?".

La risposta viene dalla comparsa del robot, pure questo guidato telepaticamente, ma dal protagonista maschile, un tipo che all'inizio è tutto un "bentornata, mi fa tanto piacere ritrovarti" ma ben presto si trasforma in uno stronzo patentato, un vero testa di cazzo, che appena capito che controlla il robot tira fuori tutta la sua natura odiosa e repressa. 
Il fatto che entrambi siano a un passo dall'alcolismo non aiuta

Ecco. Da un momento in poi il film tracolla, la gestione dei mostroni, del collegamento neurale, delle infinite possibili storyline che avrebbe potuto prendere (da Vigalondo ci si aspettava come minimo un altissimo grado di assurdità e irrequietezza), tutto viene gestito malissimo e nonostante di base il film si trasformi in una pellicola femminista, che critica la misoginia, il patriarcato, il machismo (tutte cose deprecabili per carità e quindi che ben vengano i film femministi sempre), si perde totalmente di vista il mostrone! Ci sta mostrone! Vogliamo il mostrone! Mostroni e robottoni che se le danno di santa ragione! No Anne Hathaway con la paglia in testa che fa le faccine!

Molto molto male, perché le aspettative erano grandi come palazzi di Seoul.
Non riesce ad essere un film di mostri originale, non riesce ad essere una commedia brillante (per dire, The Host aveva momenti comici fantastici, non smorzando mai la tensione mostruosa), nonostante abbiano fatto anche i poster che sembrano Sbam! - Un mostrone a Seoul
o una roba alla Monty Python

non riesce ad essere un film "socialmente utile" (manco il discorso sull'alcolismo finisce per essere coivolgente).
È un guazzabuglio, pure noioso, e basta. 
E il finale è davvero l'apice dell'incomprensibilità innervosente (ah, quindi è così che si è creata questa connessione neurale? Be' vi siete impegnati eh...)
L'occasione più persa dell'anno, finora.
Almeno il 2017 è anno di mostroni. Il prossimo ciccioso dietro l'angolo è lui:

Illustracolossalcose
Ehy, amici che fate le locandine di film con mostroni giganti, sempre in gamba con la fantasia eh!