lunedì 6 marzo 2017

Crudeli Demon

The Neon Demon
Trama: Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che uccide

Finalmente ho visto Neon Demon e alla mia faccia gli è presa per tutto il tempo una paresi esattamente a metà tra lo stupore estasiato che assunse nel vedere (e rivedere) Drive e quell'espressione riassumibile con "ma che è 'sta merda" raggiunta quella volta che ero solo io e al cinema da soli a vedere Solo Dio perdona.
Detta così sembra proprio una faccia distorta in un'espressione imprescrutabile, invece man mano che il film procedeva, e io riprendevo le misure col cinema di Refn (lo stesso che mi ha frantumato i coglioni con Vhallhala Rising, ci ho messo due anni a ritrovare tutti i pezzi e rimontarli insieme col bostik), diventava una faccia quasi felice.
Sì perché Neon Demon è la purezza di Refn. Refn ha raggiunto il suo stato dell'arte. Visto Neon Demon niente sarà più lo stesso. La sua consapevolezza è definitivamente la nostra consapevolezza: Refn è questo e questo soltanto. Se ti piace, amerai ND, è la summa del suo stile. Se lo odi e lo reputi un coglione manierista, ND ti darà la conferma definitiva. Un po' come per Wes Anderson quando vedemmo Grand Budapest Hotel. Ormai il ragazzo è diventato uomo. Se poi quell'uomo ti piace o meno, fatti tuoi.
Il manierismo, la perfezione, la bellezza fotografata piuttosto che filmata (quanto gli piacciono le riprese luuuuuunghe a Refn, non si sa), la messa in scena prima ancora della storia, il sospeso prima dell'agito, i neon che come luci nella notte ci attirano come farfalle e poi ZZAP, cadiamo a terra elettrizzati, la bellezza esteriore che corrisponde sempre all'atrocità interiore: le tematiche di Neon Demon, e il modo di raccontarcele, sono già tutte nella stupenda locandina (stupenda sì, anche se metterci i neon è sempre una certezza).
Neon Demon è tutto quello che potrebbe essere IL film di Glamorama, il libro di Breat Easton Ellis sul mondo della moda (e del terrorismo), un mondo "vacuo vacuo in modo assurdo".
Prendete Zoolander, rivoltatelo come la prima scimmia che fa il teletrasbordo ne La Mosca (ricordate che fine fa?) e avrete Neon Demon: la bellezza fashion delle modelle nasconde un'invidia capace di distruggere l'innocenza vergine dell'ultima arrivata, che con la sua eterea fanciullezza conquista gli sguardi di tutti.
Fate nelle copertine patinate, streghe (letteralmente, il trend continua...) dentro, pronte a farsi un bagno di sangue di vergine pur di rimanere belle per sempre.
Neon Demon è un horror a tutti gli effetti, perché scorre molto sangue, ci sta gente che mangia bulbi oculari, ci sono streghe che fanno riti propiziatori, ci sono assassini che si nascondono nell'ombra e sul finale le ragazze corrono in magioni vuote e paurose con dei coltellacci in mano. 
C'è molt(issim)o del Dario Argento originale nel film - Refn ha pubblicamente dichiarato il suo amore per Argento, visto che peraltro sta ripresentando in giro per il mondo i suoi primi film. Refn fa quello che fecero i registi di Amer e che hanno fatto film come Berberian Sound Studio o il recentissimo The Love Witch (questo hanno un po' esagerato) cioè rifare un horror con quel sapore antico, rifarlo quasi scena per scena. Un esempio: 
Suspiria
Neon Demon
e poi ci sono puma feroci che appaiono nelle stanze di motel, fotografi che nel "modellarti" sembrano masturbarsi ossessivamente, musica anni 80 (c'è anche molto Lynch e un po' di DePalma).
Una cosa molto giusta che si può fare, una cosa che faccio sempre ma che questa volta è più giusta di molte altre volte, è mettere una sequela di gif del film, perché quasi nessun altro regista riesce a creare delle scene così perfette da trasformare in microfilm (quello che effettivamente sono le beneamate gif) come Refn
The Neon Demon (2016)


(e la Beecroft che dice?)
Neon Demon ricopre i corpi in putrefazione di polvere d'oro e fiumi di sangue (e la scena della doccia), è l'adagio "eros e thanatos" fatto film.
Ci metterete un po' - un bel po'! - ad entrare nei tempi del film, ma alla fine ne uscirete meno innocenti nel dire "che bella questa, che fortunata, che bella vita che fa" e quando avrete tra le mani una qualsiasi rivista patinata piena di modelle e pose innaturali (quella con le mani sui fianchi e le spalle in avanti va per la maggiore) non potrete fare a meno di pensare a quale strada hanno intrapreso per arrivare fino a lì. 
Tipo cosa nasconderà questo servizio bellissimo?
L'abbiamo già detto che Refn ha questo problema agli occhi che gli fa vedere il mondo o blu o rosso?
E poi c'è Elle Fanning 
(sorella della ormai meno famosa Dakota, chi l'avrebbe detto... 2017 anno di fratelli minori che vincono gli oscar e fanno dodicimila film all'anno e quelli maggiori che stanno a guardare) che è il corrispettivo femminile e perfetto del Gosling di Drive, modellata da Refn come vera musa
capace di farti sentire in imbarazzo nel pensare contemporaneamente "madonna che je farei" 

e "oddio ma quanti anni ha? sono legali i pensieri sudicelli che ho appena fatto? Chiamate la polizia, mi dichiaro colpevole!"

Credo che l'agenda della Fanning abbia preso fuoco da sola nel biennio 2016/2017: Neon Demon, La legge della notte, Ballerina, 20th Century Woman, poi arrivano il nuovo della Coppola, quello su Mary Shelley,  quello sugli alieni e altri due amorosi. E Dakota dove sta, con Ben in terapia?
Per chi ha visto il film o per chi lo vedrà c'è questa gif che fa esplodere la testa:
Occhio (!) a vedere il film a stomaco vuoto.
Illustraneon:
Beauty isn´t everything


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