giovedì 10 aprile 2014

CB ANTEPRIMA • Grand Budawes Hotel

The Grand Budapest Hotel
Trama: Far Wes

Wes Anderson è diventato grande? In effetti lo è sempre stato, grande, lo abbiamo detto, ripetutoridetto, stradetto. Non ha sbagliato mai, e anche quando si è un po' (tanto) autocompiaciuto, come nel caso del suo più recente film, è sempre stato lui, Wes, capace di autocitarsi senza perdere la sua indomita natura borghese, fantasiosa, rigorosissima, centrata su di sé e sul Sé, ma sempre come allegoria di una vita intera passata da spettatore critico e cinico, elegante e sarcastico; me lo immagino sempre, Wes, che filtra le cose che gli succedono con i colori dei suoi film. Sai, come quando ti dicono che i cani vedono in bianco e nero, o i camaleonti a 360°, io mi immagino una sua strana "malattia" ottica che gli fa vedere la vita PANTONE. Anche quando, che ne so, cucina:

Ma si sarà mai cucinato un uovo in vita sua poi? Credo di no.
Ma poi ci sono le storie, non bastano le belle immagini. I primi passaggi del film sono una dichiarazione: un autore non sta sempre lì a pensare le sue matte storie da raccontare, sono le storie che vanno da lui, che ha l'unico compito di stare attento ad ascoltarle quando gli si presentano.
Wes ha sempre avuto rigore, nonostante l'aspetto ultra naive e blasé dei suoi film e ha sempre fatto centro, come ci ricorda il video che "ha fatto il giro del web" (realizzato da uno che ci è andato un po' sotto con video del genere)

E lo fa anche questa volta, anzi lo fa di più, perché nonostante GBH sia stato definito un film minore, è invero assai migliore di Moonrise Kingdom, almeno secondo il mio immodesto parere, e ci insegna Wes che è del tutto inutile essere immodesti.
Grand Budapest Hotel è una folle scatola cinese protobulgara di storie, concatenate nel racconto dentro un ricordo dentro un racconto dentro un libro, tutto dentro una scatoletta rosa da dolce glassato
Ma ora Wes, dicevamo, è diventato grande, anzi adulto e nonostante giochi ancora con lo stupore di un ragazzino con i suoi giocattoli realizza un film corale preciso e, stranamente, velato da toni thriller, quando non addirittura horror, perfetti.
Oltre a raggiungere il massimo dell'equilibrio tra il Wes pre-Fox e quello post-Fox. 
Attori in carne ed ossa di muovono, con divertentissimi movimenti slapstick - che sono stati sempre firma del suo cinema (gente che corre da una parte all'altra dell'inquadratura, gente appesa a strapiombi e cornicioni, personaggi che sono a tutti gil effetti "fumetto") in veri e proprio diorami in movimento, scenografie di cartapesta, inserti ai limiti dell'animazione, e tutto è la solita gioia per gli occhi, come fosse un vecchio modo di fare cinema portato ad una nuova contemporaneità

Per non parlare del fatto che il film è tutto in 4:3.
Ma che Wes è ormai un uomo lo si legge più che su ogni altra cosa sui volti lombrosiani (o dicktracyniani?) dei due cattivi che sono vero motore diabolico e molto mobile del film, cattivi che sono, finalmente, cattivi davvero (e dovranno cambiare quella strofa a quella canzone).
Le facce storte di un ferino Willem Dafoe (l'unico che riesce ad essere attore feticcio di Wes Anderson, di Lars Von Trier e di Abel Ferrara) e Adrien Brody, che quando è diretto da Wes è sempre bellissimo
non come quando va in giro a fare a faccia con la bocca a culo di gallina, sono, in una parole abusata e spesso usata a sproposito, perfette... e molto molto adulte, spietate, per la prima volta Anderson fa i cattivi, davvero.
A proposito di attori feticcio, GBH è anche il divertissement più giocoso mai raggiunto in quanto a cast. Ogni attore che appare è "quello", o "dai c'è pure lei", o anche "ma guarda chi è" e vale la pena fare la mega gallery via gif che ci piacciono tanto e che assumono, se declinate alle scene dei film di Anderson (già di loro fissi diorami con impercettibili movimenti) la loro dimensione più pura. Le gif cinematografiche migliori del mondo le fai con i film di Wes Anderson



E, oltre il megacast, come già era successo per uno sbarbatello Swartchmann in Rushmore e per il ragazzino di Moorise Kingdom, il vero protagonista è il totale esordiente Zero

garzoncello tenero e virgulto, timido e coraggioso, silenzioso e rispettevole, innamorato e romantico. I personaggi di Wes ci piacciono per questo, sono tante cose, spesso opposte, in uno. Ecco perché li amiamo tanto, ecco perché tutti, nessuno escluso, vogliamo che la nostra vita la scrivesse Wes Anderson.
Nel film, poi, ci sono evidenti novità: c'è la neve, che riesce ad essere pastello pure lei

ci sono luoghi angusti che non regalano la moltitudine di colori e "oggettini da mettere in ordine sulle mensole" come un carcere, o un convento (dove si svolge una divertente scena di messa, la famosa messa in scena. Scusate.) e nell'uso un po' smodato, e quasi "stridente" rispetto alla solita eleganza del ragazzo "bene", di parolacce e imprecazioni. E c'è una scena che pare la sparatoria di Django, per non parlare di dita e teste mozzate, nazisti (anzi i naZZisti) e pantofole rosse.
Dove avevamo lasciato Anderson? Negli ultimi tempi impegnato a ricordare che, oltre a fare bei film stilosi, ha creato una vera moda, la chiamano "hipsteria", e che ci vuoi fare, è andata così. Il mondo della moda l'ha notato e gli ha fatto fare queste cose qui:

A cosa ha portato tutto questo? Al fatto che le fashion blogger con dei bruttissimi porri sul naso e tutti gli uomini con un velo di barba si riempissero la bocca con "wes stupendo troppo pastello anderson vorrei che la mia vita fosse un film di wes colonne sonore pazzesche anderson".
In questi casi parte sempre la gara al chi ci è arrivato prima, al "i listen to bands that don't even exist yet", al "primo! pappapero!", la solita vecchia storia. Ma Anderson è saltato all'attenzione degli appassionati di cinema da subito e per molti non è più quella colorata novità. E ormai non fai in tempo a dire "il nuovo film di Wes Anderson" che il web si riempie di omaggi e illustraposter. Proviamo:
Il nuovo film di We










VISTO! E scommetto che proprio ora mentre sto scrivendo ne spuntano minimo altre due


Appunto. Prometto che non dirò più "il nuovo film di Wes Ander

Comunque mi sono GRANDemente goduto Grand Budapest Hotel, perché è un mix perfetto di tutto quello che amiamo di Anderson, tra personaggi tagliati con il coltello da dolce - e ho provato adorazione TOTALE per Ralph e la sua odiosa e arrogante tracotanza e vanitosa vanagloria, un vero personaggio alla Molière

e, ça va sans dire, per i tanti colori pastello; questa volta la gamma è viola-rosa-marrone

anche se c'è incredibilmente tempo per una scena in bianco e nero, possibile sia pastello anche quella bicromia? Lo è. Tutte le altre palette di Wes le trovate qui.
E siccome in fondo in fondo (molto in fondo) sono un romanticone, voglio credere che tutto il film sia un tenero omaggio a Pagoda

Una scena che è già cult? Il giro di telefonate alla Society of the Crossed Keys (ne fa parte pure Woodkid?):



Ecco la loro segretissima e massonica storia

Ve li avevo mai messi i Kanye Wes? Li amo.

Fantastic Mr. Fox / Black Skinhead
E ora, non paghi di "fuaiè", "consiersg", "suit" e garzoncelli ci vediamo una piccola featurette 

e un po' di cinehotel (o motel) famosi, partendo, ovviamente, dall'Hotel Chevalier:








Ovviamente mancano quelli - e sono tanti - della Golden Age, ma lo sapete che per la Golden Age dovete rivolgervi a qualcun'altro. C'è chi ci ha fatto l'infografica.
W Wes! E chi dice il contrario assaggerà il mio nuovo tirapugni

Un'ultima cosa, la più importante, ringraziamo BadTaste che ci ha organizzato questa anteprima, quando la prossima?

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