mercoledì 16 aprile 2014

Ministero della màfia

La mafia uccide solo d'estate
Trama: Pifferaio

A noi non ce ne frega un cazzo.
A me non me ne frega un cazzo e scommetto che neanche a te te ne frega un cazzo. Che tanto tra dieci quindici minuti, finita questa recensione di cui tanto domani o oggi pomeriggio non ricorderai un passaggio, ti ricolleghi subito su facebook che c'è l'amico che mette la foto del gol più bello del mondo, di quel gattino troppo tenero, di belen o di quella pagina stupenda di detti romaneschi tradotti in inglese o anche meglio c'è il collega X che ti chatta la presa in giro del collega Y mentre il collega Y ti chatta la presa in giro con la collega X, e tu lo sai che si stanno chattando la presa in giro verso di te, ma non te ne frega un cazzo, perché intanto devi giocare a candy crush, devi chattare con una che forse domani te la dà mentre lei chatta con uno che forse domani te le dà. E tutto così. Sempre. E la generazione del non ce ne frega un cazzo cresce.
E io sono così eh, mica mi sto mettendo su un piedistallo a fare il moralizzatore. E cosa devo fare? A me diverte giocare a candy crush mentre chatto la presa per il culo a belen che parla romanesco facendo gol a quella che forse glie lo dà, e non riesco a fare qualcosa per staccarmi da questa sorta di apatia (a)sociale che mi fa disperdere energie che potrei altrimenti concentrare in qualcosa che faccia bene a qualcuno. 
Qualcosa come il film di Pif.
Un film di denuncia sociale?
Pif è un'ex Iena, poi documentarista d'assalto tra i più intelligenti in forza a MTV, ma prima di tutto Pif è un osservatore intelligente, estremamente intelligente, e lo dimostra con l'esordio alla regia (anche se forse regia è una parola troppo grande, il suo film documentarista ha la forza che hanno quelli di Micheal Moore, con il protagonista/autore che si fa personaggio), un film sulla Mafia, ma soprattutto un film su una persona normale a cui la Mafia è passata accanto per tutta la vita.
Avevo già fatto questo, Pif, a proposito:

Il suo programma, Il testimone, è sicuramente una delle cose più intelligenti e divertenti realizzate negli ultimi anni, anche meglio di Avere Ventanni, che pure fu un capostipite del genere "andiamo a vedere che succede in giro" ma con uno sguardo saccentino, cosa che Pif assolutamente non ha, e poi è sempre bello non avere tra le palle la spocchia di Massimo Coppola. 
Vediamocene un paio:

E insomma non ce ne frega un cazzo di niente, in generale. Poi però poi succedono cose strane, che ti fanno pensare che forse un po' ti frega, o che un po' a qualcuno frega, oppure cose che ti dicono "guarda che te ne dovrebbe fregare di più, perché certe volte alle persone, degli altri, gli frega".
E insomma lo scorso venerdì parto. Prendo un pullman per un'amena cittadina marchigiana e lascio il mio fido destriero, una vespa, parcheggiata tutta precisina nelle strisce bianche predisposte dal beneodiato Comune di Roma.
Passa il weekend (molto bene, grazie della domanda) e io torno. Arrivato di fronte al bar dove avevo lasciato la motoretta e scopro che la suddetta è stata spostata, e di tanto, quel tanto che ti fa credere che te l'hanno rubata. Da chi? Da cosa? Perché? Quando? CHI HA OSATO?! Arrivo davanti al ciclomotore ed è subito Verdone; un tipo sulla cinquantina mi fa
- Ah. Eccolo. Che è tua 'sta vespa?
- Be', sì..
- E te a sai a storia de 'sta vespa?
- Eh.. no..
- Te devi ringrazià er padrone der bare. Oh sai che ieri cè stata a manifestazzione. Pareva na camboggia. Se so caricati tutti i motorini. Er tipo tà preso a vespa se è messa ner bare tutto er tempo. Ce staveno pure i cartelli...
- Ma davvero? Ma lo devo ringraziare sì...
[Entro nel bar...e]
- Mi hanno detto che lei ha "salvato" la mia vespa
- Essì a bello, che qui è successa a guera. Siccome che noi semo tutti appassionati de vespe, pure antiche, e rimettemo apposto... era 'n peccato de ddio. Tò fatto pure toje la murta.
- Ma grazie davvero, le offro un caffè...
- Ma che me offrì, nun te preoccupà, poi er bare è mio...
- Ah. Ah.
E insomma. Venti motorini caricati e portati via, e la mano del signore (il signore del bare) che sceglie il mio e sollevandolo solleva anche me, senza neanche conoscermi, da (nell'ordine): una denuncia per furto, una ritiro al deposito fuoriroma, una multa salata, un esaurimento nervoso.
Magari ad essere stato Carlo Verdone, o Pif appunto, da questa storia poteva nascere una bella puntata di un documentario, avrebbe raccontato la mia storia di persona "non me ne frega un cazzo" che non sapeva neanche ci fosse la manifestazione e partiva alla volta di un weekend (molto bello, non avevo già risposto a questa domanda?) e quella di due giovani "me ne frega eccome" che partivano alla volta di Roma, per manifestare i loro diritti a lavorare e si ritrovano sotto i colpi criminali e le suole delle scarpe di poliziotti che sarebbe difficile perdonare anche ad essere Pasolini. Il montaggio avrebbe seguito me e loro in viaggio, poi me e loro nelle città, io che mi lamento perché non avevo gli occhiali da sole e mi danno fastidio gli occhi, loro che si lavano alla fontanella per colpa dei lacrimogeni, io che cerco di schivare due punkabbestia ridotti come larve ubriache per terra e loro caricati dai celerini coi caschi e le hogan e avrebbe, in un montaggio alternato da antologia, fatto capire che sì, lo scemo sono io. E che, nonostante facebook, nonostante belen, nonostante addirittura i micetti, la coscienza sociale esiste e che quando te la trovi di fronte, tu che "non me ne frega un cazzo", senti forte che dovresti rivedere le tue priorità.
Ho parlato poco del film, che non è un capolavoro ma che non è neanche il solito inutile film italiano di cui ormai ci stanno riempendo il cervello (avete notato? Dismessi i cinepanettoni l'italica idiozia cinematografica dilaga, diluita in filmuncoli con Ricky Memphis, Edoardo Leo e Ambra, spalmati in tutti i 12 mesi dell'anno), è invece un film arguto, che pecca forse del suo essere opera prima un po' troppo legata ai suoi precedenti televisivi, ma che non nasconde, e per fortuna, la sua accorata sincerità e la sensibilità di chi ha vissuto quello che racconta sulla sua pelle.
Molto bene, Pif. 
Ora rivedere tutte le puntate perse de Il Testimone qui.
Io intanto ho portato ai proprietari del bar...e due libri sulla Maggica Roma, speriamo non fossero della Lazzie.

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