giovedì 30 luglio 2015

2x1 • Se l'Io duole

Il nome del figlio
Trama: Famiglia cristiana

Non è facile definire cos'è "radical chic" a Roma. In un gomitolo di strade (citazioni a caso, e fa CB) ormai totalmente allo sbando - giuro che non mi metterò a parlare di degradati vs decoratori, un discorso che per me ha due, se non tre, piani di demagogico blablabla - succede che il Mandrione, un quartiere fino a pochissimi anni fa inserito nelle frasi tipo "che vieni dal Mandrione" per indicare personcina poco raccomandabile, ora sia la nuova mecca dei ricchi che si comprano la casa diroccata, la rifanno da cima a fondo, però stanno a due passi dal Pigneto (il quartiere giusto accanto, che è stato quello subito precendente al Mandrione in quanto a rivalutazione immobiliare) ma anche un po' fuori mano che "si sta di un bene senza traffico, sembra un paese mica Roma".
E insomma Il nome del figlio si svolge proprio in una casa del Mandrione, se ne parla addirittura come del quartiere che ha quintuplicato il suo valore, e dentro questa casa ci sta una famiglia, e dentro questa famiglia cinque fastidiosi cretini (forse -1... forse).
Un ennesimo ennesimo ennesimo ritratto d'interno con famiglia per il cinema itaGliano, ne sentivamo la mancanza.
Tratto da un pièce teatrale (e si vede, tutte le scene, soprattutto i flashback, fuori casa sono assolutamente inutili, come se un'ottima sceneggiatura non riuscisse ad incollarti al film anche se questo si svolge dentro una sola stanza. Carnage non v'ha insegnato proprio niente eh?) il film racconta di una cena a cui partecipano 5 amici d'infanzia (due fratelli, la moglie di uno dei due, un amico caro, poi arriva la donna incinta dell'altro fratello). Tempo di arrivare all'insalata e i cinque si vomitano addosso tutti i rancori, i ricordi, i segreti.
Fino a qui tutto bene, come detto puoi fare faville con un plot del genere.
Non fosse che i cinque sono nell'ordine:
Il solito Luigi Lo Cascio quattrocchi depresso un po' nevrotico sommesso e succube del...
solito Alessandro Gassman che sarà pure il migliore dei cinque ma non fa altro che rifare il personaggio che faceva in... non ricordo il titolo sto perdendo colpi, ah sì, praticamente il film gemello di questo con mezzo cast uguale, dai quello, I nostri ragazzi, bono pure quello guarda... che aspetta un figlio dal nome misterioso dalla...
solita Micaela Ramazzotti fata de periferia che però c'ha er cervello che pensa lei mica solo er culo che parla, la cui battuta di maggior rilievo nel film è "TWITTAME 'STO CAZZO", ovviamente tutto detto con quel misto ramazzottiano di voce sinuosa ma popolana che andava benissimo per il suo miglior film, ma che sta diventando ridondante (ricordate il suo battesimo al doppiaggio no?) e che porta in grembo questo figlio che è un po' il seme (!) della discordia anche con...
la solita Valeria Golino lei invece con la voce alla nicotina moglie che deve pensare all'entourage famigliare e non scopa (anche se scopare con Lo Cascio, forse meglio l'astinenza...) e quindi c'ha la nevrosi e si sfoga col suo miglior amico che è...
il solito Rocco Papaleo un po' l'artistoide musicista del gruppo che infatti tutti credono gay ma invece è solo quello che serviva all'economia del film per fare lo "strano", il fuori dal coro, che invece è un coro quasi più forte di quello da cui vorrebbe distinguersi.
Che poi non so se prendere gli squallidini character poster come un'ammissione di colpa, con il loro intento descrittivo ideato da copy presi un tanto al grammo, oppure devo pensare che veramente hanno perso di vista come si fa tutto, dal cinema alla comunicazione.
E insomma uno certe volte non riesce a spiegare bene cos'è il radical chic, cosa vuol dire avere i soldi ma rinnegarli, cosa vuol dire sentirsi artisti e creativi ma solo perché ci si può permettere di alzarsi alle 11 o magari "io prendo le ferie a ottobre perché figurati ad agosto dove vai vai è un carnaio" o anche "io vado in giro solo in bicicletta ma oh niente mio padre mi ha voluto per forza regalare la macchina non ha voluto sentire ragioni, sai comunque per la spesa, se poi vuoi andare fuori il week end poi nella casa a capalbio oh non ci vai mai nessuno e ma quando ce l'hai il tempo". Potrei continuare, moltissimo.
Ora. La cosa davvero pessima che regge il film, ma davvero, è questa falsa necessità di voler raccontare questa classe media, pur facendone parte (non ditemi che la Archibugi non ne fa parte, non ditemelo), ma senza nessuna critica profonda, senza nessun graffio, anzi, con un finale "volemose bene" che davvero andresti ad aizzare tutti i cittadini storici del Mandrione e al grido di "RIPRENDETEVI IL VOSTRO QUARTIERE" andare insieme a citofonare ai nuovi radical chic dal rogito facile e ricacciarli a pedate da dove sono venuti! RUSPE PARIOLINE! TORNATEVENE AI PARIOLI VOSTRI!
Un pessimo film, scritto da cani e recitato con il pilota automatico, pieno di fastidiosissima superficialità nascosta da "vedi come sono antropologa" (pochissimi i veri antropologi di Roma. È stato più antropologo Verdone che tanti altri.), "vedi come so raccontarti le diverse sfaccettature dell'umana natura", "vedi come ti ho arredato casa per benino piena di libri ma anche la statua indiana e la cameretta dei figli col poster di Frida Kahlo", "vedi che la filippina domani non viene, non c'è la cena, dai prendiamo il giappo a porta via".
Un film in cui ancora una volta lo scontro tra le fazioni comunisti vs fascisti, frikkettoni vs pariolini, vegani vs carnivori, coatti vs nobili, poveri vs ricchi, intellettuali vs ignoranti, educati vs cafoni, maschi vs femmine, [metti qui qualcosa] vs [metti qui il suo contrario] è raccontato con lo spessore di un incarto di gomma da masticare.
E riuscire a farci odiare una canzone di Dalla non era facile. Ci sono riusciti. Tutta, la cantano tutta. La devono cantare tutta per forza. Glie l'ha ordinato il dottore proprio.
A proposito del nome di 'sto figlio - visto che mi ricordo di come il trailer tentava anche la carta del "come cazzo si chiamerà sto figlio" per attirare spettatori - è Benito. Anzi no, non lo è, era uno scherzo, anzi non era neanche un figlio ma una figlia, anzi non era neanche di Gassmann ma di.. Paolo Virzì! Infatti che hanno fatto i furboni? Hanno messo le riprese VERE della Ramazzotti che partorisce (niente roba splatter non preoccupatevi). Vere veramente. Ecco forse questo non è molto radical chic, ma Virzì si sa, ha ben altra caratura antropologica, anche quando usa gli stessi attori.
Comunque questa  nuova guerra romana tra degradati vs decoratori (in cui personalmente mi inserisco in un quarto livello di demagogia che è: STICAZZI BASTA CHE FATE BEI FILM!) ha un nuovo paladino, proprio Alessandro Gassmann, che qualche giorno fa ha twittato DECORAMI STO CA.. ah no.. ha twittato: "Io sono Roma! Io scendo in strada e pulisco! Ma a settembre quando torno.". Ma che vor dì? A settembre? Quando torni da dove? Dal Circeo? Dal mare? Da dove? Da Cortina? 
Che poi a me Gassmann mi sta pure simpatico, anche con tutti quei denti eh. Ma insomma, levateje er social.
Comunque anche colpa di un film come Il nome del figlio che poi vedi dei semplici filmettini, robetta innoqua, e ti viene pure da pensare "dai questo è carino, almeno non era Il nome del figlio", ma era:
Se Dio vuole
Trama: Alessandro Gassamen

Un filmettino che non fa male a nessuno. Era stato decantato molto per il suo essere così carino e pacato, e in effetti lo è, carino e pacato, con le cose fatte carine e pacate, che non fanno male a nessuno... un po' cattocomunista infatti.
Ci sta un primario iperstronzo (Giallini, che bravo che è Giallini. È l'unico attore che fa mille film che sopporto, non come quelli di prima che fanno mille film e se ne salva uno ogni tre anni) che ha una famiglia un po' così, con la moglie Laura Morante (sia nel senso che è isterica depressa rompicoglioni sia che la recita proprio Laura Morante che chissà quanti anni fa si è stancata di fare la moglie isterica depressa rompicoglioni ma non può fare altro), una figlia scema con genero peggio e un figlio sulla via di Damasco che si vuole fare prete, che è l'affronto definitivo per lui, Giallini, medico pragmatico che non crede nei miracoli ma solo in quanto è bravo a operare a cuore aperto. 
A illuminare il figlio è stato un prete di periferia (Gassman, bravo di mestiere pure lui), che è molto yèyè, va in giro a predicare con le scarpe da ginnastica, fa le prediche con lo slang romanesco e ridipinge la parrocchia da solo in maglietta.
Segue incontro/scontro tra i due. 
Segue grande amicizia. 
Segue mezza conversione del medico (ahi ahi).
Il film è retto da Giallini in tutto il suo peso (non che fosse così pesante...) perché Giallini è il più grande di tutti al momento e non mi stancherò mai di ripeterlo, fate fare tutti i film a Giallini (un po' già lo fate).
Certo poi ci sono quegli scivoloni nel grottesco, ma non quello bello alla Jeunet eh, proprio le cose che manco in uno sketch di Zelig, tipo tutta la scena brutta e scivolosa nel ridicolo della finta casa, la finta moglie, il finto fratello ritardato, che rovinano la "carineria" e la "pacatezza".
Giallini ma quel progetto di fare la voce dell'armadillo nel film di Zerocalcare che fine ha fatto? Tutto a rotoli ve'? 
Vabbé facciamo che ci rivediamo un po' di Buttafuori va. Lo rifate Buttafuori? Quanto mi fa ridere Buttafuori ogni volta che lo rivedo. Ogni volta. Dai fate il film di Buttafuori:



mercoledì 29 luglio 2015

Versailles n'antro litro

Le regole del caos
Trama: La maria e Luigi

Questo film l'ha girato Piton. Vi ricordate Piton? Il buon vecchio caro "dopo tutto questo tempo? sempre" Piton? Proprio come regia. 
Non so bene se è la prima regia di Piton... fammi controllare... no è la seconda, la prima è di una ventina d'anni fa. Forse me lo ricordo, due palle tante se non erro. Ma erano gli anni Novanta e Alan Rickman non era ancora Piton.
La storia è questa: ci sta Kate che fa la giardiniera... scusate... la garden designer. Viene chiamata dal giardiniere garden architector di Versailles per realizzare un anfiteatro dove il Re può andare per dieci minuti l'anno e dire "parblé ho un anfiteatrò".
Ovviamente Kate ha un tragedione alle spalle, il tipo che l'ha chiamata si innamora, l'anfiteatro all'inizio è un casino ma alla fine è bello kitsch come piaceva a Luigi e tutti vissero felici e con la testa mozzata.
Ora gli si perdona un po' tutto a Alan, gli si perdona partecipazioni a film che insomma, e partecipazioni gigione a programmi televisivi
e, mentre lo vedevo iperbuffoncello mentre se ne andava in giro per il film col parruccone a fare il Re di Francia (ma con iperaccento inglese):
ero intenzionato a perdonargli anche questa.
Però poi ci ho dormito su e mi ci hanno anche fatto ragionare un po' e niente, putroppo si becca il Broccolo.
Per vari motivi. Tipo questi:
- I costumi che dovrebbero essere megasfarzosi, non raggiungono neanche lontanamente l'immaginario della corte di Francia che abbiamo visto in altri film (in primis Marie Antoinette). Sono spentini e il più delle volte si fa fatica a distinguere la tappezzeria di un divano con il vestito di un cortigiano. Pare quella scena di Sherlock Holmes.
- gli attori fanno pochissimo più di quanto sono stati chiamati a fare. Kate con la faccia perennemente appesa e Mathias Schononsocomecontinuastocognome (quello di Un sapore di ruggine e ossa che sta lavorando tantissimo) è letteralmente inguardardabile con quel mocho vileda in testa 
e Stanley Tucci condannato a fare il gay simpatico, perlomeno la parrucca non è quella che usa in Hunger Games
e poi lui, Piton gigione Luigi. Abbastanza divertente, ma solo perché pensi a Piton che si è trasferito da Hogwarts a Versailles:


- la storia d'amore è forzatissima. non c'è passione, non c'è trasporto. Si dichiarano amore imperituro così, damblé (francesismi...)
- non c'è pathos. nè nella costruzione di questo anfiteatro (non si sente mai davvero la pressione del "devo fare un lavoro perfetto, e lo devo fare in fretta") nè nei tumulti interiori dei due protagonisti (lei fantasiosa e castrata dalla tragedia, lui ordinato e castrato dalla vita di corte). Ma poi arriva il momento di tirare fuori il caos e tutto si sistema.
Io ci volevo un po' passare sopra a tutte queste cose perché il film è smaccatamente un film d'arena, di quelli da andare a vedere d'estate, senza pretesa alcuna, con un cremino in una mano, una Fanta nell'altra e un pacchetto di pop corn tra le gambe e tutti vecchi intorno che dicono "certo Kate Winslet sempre bella". Forse è perché che non l'ho visto in un'arena o sarà che effettivamente le deficenze elencate sono troppo smaccate, niente, il film non si salva neanche la benevolenza magnanima che mi riempiva.
VIVA IL RE! VIVA LUIGI! Ma questo:

E dire che ci stava più che bene questa scena nel film (7:50). No dico...
E infatti, pure Piton... che va bene "sempre"... ma una sbirciatina non fa mai male...

martedì 28 luglio 2015

SIAMO SERIAL • Seriallypse Now

Non cambio assolutamente idea: le serie Tv sono morte. 
È l'apocalisse delle serie, quella che stiamo vivendo ora è solo sopravvivenza. Vediamo serie come poveri disperati rimasti in vita, ma avremmo preferito andarcene insieme a Walt, insieme a Don...
La cosa veramente brutta del momento è che anche idee OTTIME vengono gettate alle ortiche così, come se dall'altra parte non ci fosse qualcuno (nella fattispecie io) che quelle idee le coltivava da anni e non giuoiva quando sapeva che, per veramente, stavano facendo una serie da un paragrafo di una vecchia sua recensione, questo paragrafo qui:
E quel serial in un impeto di fantasia entusiasmante si chiama:
Zoo
Trama: We fought a Zoo

CAPITO?! Hanno letto e fatto il serial proprio come dicevo io! 
Io e altri centinaia di scrittori che da centinaia di anni fanno storie del genere da Micheal Cricthon al bellissimo Quinto Giorno di Frank Schätzing, dove a ribellarsi sono solo gli animali marini... (capito... quinto giorno... Dio creò i pesci... l'uomo uccide i pesci... i pesci ereditano la Terra... vabbé); un altro ancora di questi è James Patterson l'autore del romanzo Zoo (romanzoo quindi...), da cui è tratto il serial.
Comunque, tratto da me o tratto da lui, sta di fatto che finalmente qualcuno si è degnato di raccontare quella che secondo me è la trama apocalittica più bella di tutte (sì, più di zombi e più di nucleare e più di diventare tutti ciechi): la rivolta degli animali, gli animali che rovesciano la catena alimentare del mondo. Non vedo perché noi possiamo rovesciare i montoni e i montoni non possono rovesciare noi!
Vi rendete conto delle implicazioni bellissime che questa idea porta dietro? Immaginate loro:


che ad un certo punto si ribella e ammazzano i padroni (scatterebbe l'applauso in effetti).
Finirebbe l'umanità... e ovviamente internet.
Peccato solo una cosa: il serial è veramente una merda.
Mi fa quasi arrabbiare - se non avessi riposto da mesi ogni speranza su qualsiasi serial TV - il fatto che abbiano sprecato la più grande idea del mondo con un serial spento, noioso, stupido, recitato da cani (!) e, soprattutto, con un budget talmente basso che tutto quello che sono riusciti a far vedere sono due leoni sovrapposti con computer male o qualche stormo di pipistrellacci che mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti  visto?
Il serial quindi non esplora minimamente tutta una serie di animali che magari tu pensavi essere innoqui e invece ti possono ammazzare, tipo che ne so lo gnu
Animals Argument animated GIF
Ma io continuerò a vederlo! Perché sono cocciuto come un mulo e visto che la storia mi piace così tanto riempirò io tutti i buchi di sceneggiatura, metterò io nella mia testa tutte le scene con gli animali fichi che non ti aspetti, reciterò io le parti e insomma lo Zoo sarà tutto nella mia testa, e sarà bellissimo. E se mi piglia ci ficco dentro anche un dugongo.
Un'altro serial che hanno copiato da una mia recensione, questa.
Aquarius
Trama: M-Files

Che è una delusione peggio di quella prima.
Capite quanto densa può essere l'insoddisfazione di vedere grandissime idee, o grandissimi personaggi e storie andare sprecate senza senso, in serial o film orrendi, con il risultato meschino di "bruciare" quell'idea, quel personaggio, quella storia.
Perché se è vero che su cose come "robot" puoi sembre contare sul fatto che ci faranno mille film e magari anche se 999 faranno schifo, ci sarà quell'1 che farà talmente tanti soldi che i produttori continueranno a crederci (vale anche per "dinosauri", "viaggi nel tempo", "serial killer", "tette"), mentre per una cosa come "apocalisse animali" o "Charles Manson", una volta che te li sei giocati - e male - ci vorranno anni prima che qualcuno ci rimetta i soldi del portafoglio.
Esatto, Charles Manson, Aquarius parla di questo. E io che pensavo fosse un serial tutto su questa scena:

Charles Manson, per chi non fosse avvezzo, è un pazzo pazzoide che più pazzo non si può. Vi consiglio (oggi sono in versione Cosa leggo in spiaggia?) Helter Skelter, librone su tutta la storia nerissima di Manson & Family. Il tizio negli anni 60 aveva questa comune che tra sesso, droga, rock'n'roll (soprattutto i Beatles) e pazzia mandava ad ammazzare i "pigs" (i ricchi), Ne parlai qui, e continuo a pensare che l'unico che potrebbe davvero fare un GRANDE film su Manson è proprio Polansky e l'unico che potrebbe interpretarlo sarebbe Sean Penn. O Penn o chi altri?

Invece Aquarius cos'è? Uno stupido serial poliziottesco, con Mulder (David Ducciocci) che torna nei panni di un poliziotto (prima ancora di tornare in quelli di Mulder per davvero) tutto d'un pezzo e militare a cui viene affidato il caso Manson e affiancato un poliziotto giovane e scapestrato, insomma da una parte il solito buddy-cop coi poliziotti agli antipodi che inizieranno a rispettarsi, dall'altra 'sto Manson, per cui hanno scelto un attore che io non so di che cosa erano fatti in sede di casting, ma vi giuro ha più carisma un cumulo di polvere quelli che si fo rmano a casa negli angoli e non si sa come iniziano a svolazzare per casa finché non ti decidi a prendere l'aspirapolvere, però le loro piroette sono più carismatiche dell'attore che fa Manson, questo è sicuro.
Puntate viste tre, abbandonato per sopraggiunta voglia di andare a casa di attori, registi, scenggiatori e ammazzare tutti.
Consoliamoci pensando che un gran bel film su Manson l'hanno fatto, anche se non era dichiarato, Martha Marcy May Marlene.
E aspettiamo il nuovo X-Files

Invece promette bene il pilot di:
La svastica sul sole
Trama: What if Hitler won?

Questo è un serial prodotto da Amazon, che sfrutta tutti ma le cose che compri ti arrivano in orario. Come i treni quando c'era Lui! E se avesse vinto il mascellone? Ecco c'è un libro (ve l'ho detto...) di Enrico Brizzi di molti anni fa che immagina proprio la vittoria del Duce e conseguente italia facista in campo (in campo per davvero, visto che parla anche molto di calcio), si intitola L'inattesa piega degli eventi. Compratelo. Su Amazon.
Compratevi anche il romanzo da cui è tratto il serial, di Philip Dick, che è uno di quesgli scrittori che ci insegna che niente di quello che vediamo nei film di fantascienza contemporanei è più nuovo di almeno 60 anni fa. Accettiamolo. Erano meglio loro, gli scrittori di una fantascienza non virata dai film, dall'internet e dal bullet time di Matrix.
Detto questo il serial si presenta bene e non l'ho pensato solo io visto che Amazon ha prodotto tipo 10 pilot e poi ha dato l'ok solo a quelli che erano piaciuti di più, LSSS (!) è uno di questi. Arriverà dopo l'estate.
Parla dei nazi che hanno vinto la guerra. Che ok, ce ne sono mille di storie così, ma questa mi pare sia l'originale.
Una volta vinta nazi e jappi si dividono l'America, quindi versante east coast alla Germania (con NY coi vessilli rossi+svastica) 

 west coast ai giappi con effetto San Frantokyo in un nanosecondo.

C'è ovviamente la resistenza, gli intrighi, le spie, le storie d'amore. È uno spy serial - almeno sembra - e speriamo che anche quando sarà esaurita la spinta di grande interesse iniziale dell'ucronìa, le cose rimangano interessanti.
Io comunque ho una proposta per un possibile spin-off serial tv post apocalittico. Questo:

lunedì 27 luglio 2015

CB ANTeprima • Ant Man

Ant Man
Trama: Tant Man

Ant Man è molto divertente. Anzi è proprio la prima vera commedia targata Marvel (doveva arrivare il momento, dopo tutte le risate fatta con le battutine di Tony Stark e la storia d'amore ormai dichiarata tra Hulk e Vedova Nera), ed è, quest'anno, il film Marvel meglio riuscito, molto più di Age of Ultron (spiegavamo qui i perché).
Quello che si respira in Ant Man è finalmente un po' di divertimento e tranquillità, non quel fiato sul collo di avere centodue attori supermegafamosi in scena e stare a pensare al giusto minutaggio per ognuno senza scontentare nessuno e poi finisce che più fai così più spendi per farli stare tutti insieme in un posto solo:
e c'hai le pistole puntate di milioni di nerd... che poi vabbé, so' pistole che comunque poi fanno così
Intanto c'è Paul Rudd, che benedetto sia il momento in cui ho capito che era veramente un grande e non l'ho più confuso con l'altro, dai quello, vedi, manco mi ricordo più quale.
Paur Rudd Ant Man è un supereroe sui generis, perché non ha nessun potere, ancora meno di Batman per dire, che comunque si era fatto un culo tanto con gli allenamenti. 
Paul invece è Scott Lang, un ladruncolo a cui capita di incontrare un certo Henry Pym e pum, si ritrova in una tuta che lo fa diventare...
piccolissimo.
E da piccolissimo può fare delle cose pazze tipo queste:
E bisogna dire che tutte le scene "aiuto, mi si è ristretto il supereroe" sono davvero fatte bene, certo ne è passato di tempo da quando si doveva costruire le cose giganti per far sembrare le persone piccolissime, ma quello che si riesce a fare ora con il magico computer aiuta lo stupore. Ecco due video della prima trasformazione di Scott in formicuzza.
Però li metto a dimensione normale sennò non si vede nulla:

E quindi adesso la Marvel si butta nella commedia pura, e ci riesce con un film molto leggero, in cui tutta la grandiosità supereroistica che si è andata montando negli ultimi anni di film in film, di star in star, finalmente si ridimensiona e torna ad essere un intrattenimento che, cosa ormai rarissima nei cinecomics, stritolati dall'attenzione mediatica e dal ruolo di "li salvo io gli incassi del cinema", fa solo il suo dannatissimo lavoro di commedia: divertire, alleggerire, filare liscia e farti lasciare il cinema con la voglia anche tu di diventare
lillipuzziano e guardare attraverso i buchi delle serrature.


Ant Man è proprio carino e quando lo vedi puoi solo lanciare un fantomatico "grazie" a Edward Wright (il registone di Scott Pilgrim e uno della cricca della Cornetto Trilogy) che ha lavorato su questo film per anni (addirittura dal 2006, quando se provavi a dire "facciamo dei film tutti uniti sotto un unico universo Marvel che faranno miliardi di milioni di megadollari e tutti gli attori del mondo vorranno entrarci in qualche modo e tutto da quel momento apparterrà a noi e faremo delle pianificazioni decennali tra cinema e televisione" ti guardavano come il pazzo che in effetti eri se dicevi una cosa del genere...) e che ha abbandonato il progetto qualcosa come il giorno prima dell'inizio riprese. Vorrei davvero poter sapere com'è andata, quale è stato esattamente il momento in cui Edward ha detto ciao, ant man, ciao. 
Di certo tutti quelli della Marvel devono sentirsi...
minuscoli.
Eppure, com'è andata o come non è andata con Edward, Ant Man rimane uno dei loro film più riusciti (e sono sicuro che le cose migliori, come le scene in cui tutti parlano con voci altrui e lo spasso degli allenamenti di Rudd) sono quello che è rimasto della sceneggiatura originale. Secondo me aveva giocato troppo con i tempi, avrebbe creato confusione al cervello binario dello spettatore medio Marvel, lo stesso che stanno cercando di accontentare, perdendo di mordente Marvel attenti che se continuate così ci perdete tutti (non è un caso che DareDevil, che ha osato sangue e violenza, è piaciuto tanto) Sì ok siamo scemi perché alla fine i vostri film ce li veniamo a vedere TUTTI, ma non tirate la corda. Perché si sono potuti permettere un sacco di giochini che esulavano anche dal loro solito citarsi addosso. Un esempio gigante? Questo:

E viene da sé che anche il popolo di internet si è lanciato nel divertimento citazionista più sfrenato:

Insomma poco da girarci intorno: Ant Man è proprio divertente e fa benissimo sperare per tutti quei film messi in cantiere per la Fase 3 della Marvel, che al netto dei film "maggiori" (Civil War e Guardiani della Galassia 2) ha assoldato quel bel tomo di Cucumber Sherlock per fare Doc Strange, e poi tutte le serie NetFlix e poi dai che rivedremo la più bella dell'universo (non solo Marvel): Kate lentiggini, non vedo l'ora di vederla in quella tutina di vespa a farci quegli sguardi di rimprovero così sexy:
Guarda che caschetto. Valentina non sei nessuno.
Certo ci sono anche un paio di cose che la Marvel si ostina a sbagliare. Il cattivo di turno è per l'ennesima volta il buono "rivoltato" (cioè tipo i Cavalieri Neri per capirci): 

Lo critica anche quel panzone di George R. R. Martin. Magari ha voglia di scrivere un film per la Marvel. Tanto i superereoi sono morti tutti una volta o l'altra, avrebbe terreno fertile.
A proposito di morti, un minuto di silenzio per quella che è di diritto la morte più atroce e ingiusta di un cinecomics Marvel. Addio ANThony, uno di noi. Insegna agli angeli a sollevare pesi cinquantavolte la tua stazza e salutaci formicuzza, un'altra caduta per la libertà dei formiconi giganti:

E il voler usare il traino dei supereroi "grandi" come specchietto delle allodole sta iniziando ad avere il fiato corto, soprattutto quando poi ci metti quelli che non sono poi così "grandi", tipo Falcon (ma chi lo conosce Falcon...):

Per esempio abbastanza vili le locandine che "sfruttano" le icone degli altri eroi, tette della Johansson comprese:
Al contrario applausi per il viral marketing da parco (divertimenti):

Ecco tANTe cose belle da cliccare, se riuscite a centrarle col mouse:

Comunque io ancora non riesco a credere che quest'uomo
dopo trent'anni che non se ne interessava più nessuno, ora regge le sorti di Hollywood. Stan is the new Hugh:

Ah io comunque ci ho rimediato pure. Questo quadernino dove prendere tutti gli appunti sul casino di cinecomics che stanno invadendo il cinema non ci capisco più gnente
e questo gigANTe portachiavi qui in vero acciaio 18-10 col cambio shimano
Grazie mille. A proposito. Poco ci manca al trend Insetti Giganti, vi avverto.