martedì 7 marzo 2017

SIAMO SERIAL • Giovanni Ribeasy

Sneaky Pete • Stagione 1
Trama: Giovanni decollato

Perché ti piaccia Sneaky Pete bisogna che ti piaccia moltissimo Giovanni Ribisi. 
E a me piace moltissimo, da sempre. 
Perché Ribisi non è annoverato tra gli stragrandi non lo so. C'ha 'sta faccia strana, 'sta vocina acuta, ed è sempre bravissimo a fare quello che una ne fa e milleducento ne pensa. Quello stronzetto ma non cattivo fino in fondo, quello che ti frega ma è più colpa degli eventi o addirittura più colpa tua che sua.
Poi bisogna che ti piaccia anche molto giocare con la fantasia e pensare che il Bryan Cranston della serie

cattivissimo boss (molto gigione) che tiene in pugno il gioco d'azzardo clandestino di New York, altri non è che un redivivo Walter White che finalmente accetta la sua posizione di kingpin e senza più moglie e figli tra i piedi diventa il vero boss che ha sempre meritato di essere.
Poi ti devono piacere molto i film di truffa, perché Sneaky Pete è a tutti gli effetti un telefilm di truffa e di truffatori, quelli che lo fanno per lavoro, come Ocean o Will Smith in quel film, quelli che chiamano le truffe col nome (facciamo "Il numero del Turco", o "Andata e Ritorno", o che ne so, "gli hai fatto un doppio Valentine"... cose così), che però - non si sa come, ma ci riesce - mischia tutta la struttura classica di film di mala e truffe con un'ambientazione da Otto sotto un tetto, da Gilmore Girls, da telefilm per famiglie con la famiglia e i problemi delle famiglie che le famiglie sentono famigliari.
Infatti che succede. Allora succede che "Pete" (in realtà si chiama Marius) esce di carcere (scopriremo avanti perché ci è finito) e ad aspettarlo c'è il Boss (Cranston, anche creatore della serie) con cui ha un debito di mille soldi.
Lui scappa e si rifugia presso una placida famigliola che vive in un paese a svariati chilometri dalla metropoli, fingendosi il nipote che non vedono da vent'anni (il vero nipote, Pete appunto, era in cella con lui, ed era un dannato chiacchierone, quindi lui sa tutto di quella famiglia). Che poi la famigliola tanto calma non è, sta nei casini pure quella visto che come lavoro fanno quelli che tengono i soldi delle cauzioni dei criminali condannati. E a Marius/Pete servono proprio i soldi che stanno nella cassaforte... L'abilità di Pete nel mentire e nel mantenere il sangue freddo in ogni situazione faranno il resto.
La serie scorre episodio dopo episodio (10, seconda stagione già confermata), e anche se nessuno griderà o ha già gridato al miracolo - e già per questa mi è stata più simpatica - nessuno potrà negare che fa tutte le sue cosette per benino, aiutata dagli attori (RIbisi e Cranston, ma che vuoi deppiù) e tutte le cose classiche dei film di truffa (i tradimenti, i giochi di carte, la "stangata" finale con doppio, triplo, quadruplo colpo di scena) e di famiglia (adolescenti rompipalle, i tradimenti, i nonni saggi). Un truffatore per amico.
Una serie facile, easy, Giovanni Ribeasy, che vale di più di tante altre che tutti si affrettano a chiamare "capolavoro" e a "al terzo episodio mi è scoppiata la testa", "totale", "binge watching subito".
Ah, per fartela piacere ti deve piacere anche questa tizia qui:
ma credo non ci siano problemi su questo fronte.
Sono anche molto contento di averla vista da solo perché oltre al fatto che già non mi va più di vedere le serie in generale, sto periodo pure quelle che mi va di vedere non me le posso vedere perché 

e rosico.

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