lunedì 15 maggio 2017

NOTTE BROCCOL • Indovina chi scappa a cena?

Sarà pure vero che nell'ultimo periodo scrivo meno, ma lo sapete perché? Perché dormo meno! 
Ve lo sto cercando di dire da mesi e mesi che dormire è l'unica via per rimanere sani di mente. 
Uscire alle 9 di sera per andare da qualche parte? Voi siete pazzi. Darsi appuntamenti alle 22?! ALLE 22?! THIS! IS! MADNESS! Già iniziare un film sul divano, alle 9, è diventato impegnativo. 
Tanto che infatti quando ho iniziato a vedere Scappa (dài, sul serio? Scappa è bruttarello forte eh. Get Out andava benissimo) erano già le 9:05 e ho pensato "prega che sia ritmato come dicono sempre quando si parla di neri che qui è già tardi e ho già sonno..."
Ho spinto PLAY e. Sono. Rimasto. Così. Tutto. Il tempo.
Manco mi avessero ipnotizzato (ammicc' ammicc').
Scappa - Get Out
Trama: Non vorrei la pelle nera

Get Out è un film bellissimo. Non è solo un horror psicologico incredibilmente inquietante, ma proprio è un bel film (sapete no, sono duecento anni che combatto la mia personalissima battaglia contro chi non guarda gli horror per partito preso, perché "fanno paura", e così facendo si perdono anche grandi o anche grandissimi film).
Era dai tempi di It Follows che non vedevo un horror così avvolgente e minaccioso, così capace di tenerti la tensione OGNI secondo, che ti incolli a guardarlo e al tempo stesso ti dici continuamente "no no basta spengo e vado a letto con un peluche di un orsetto del cuore anche se non ce l'ho me lo compro su Amazon superprimaconsegnADESSO!"
La storia di Get Out è Indovina chi viene a cena? (ripasso), ma in veste horrorifica.
Non vi aspettato mostri o fantasmi o roba così, nonostante quelli che l'hanno prodotto sono quelli di Blumhouse, a cui dobbiamo roba non proprio sopraffina (anche se multimiliardaria) tipo Paranormal Activity, Insidious, Creep e The gallows, qui la tematica horror è sviluppata sulla paura del più antico Uomo Nero che terrorizza gli Stati Uniti da sempre,l'uomo nero.
Get Out funziona come critica al razzismo imperante dieci volte meglio di film accorati come 12 anni schiavo o A Birth of a Nation, e lo fa ribaltando tantissime delle dinamiche dei film antirazzisti o di sensibilizzazione sull'argomento.
Una giovane coppia fa visita ai genitori di lei. Lui è bianca e wasp, lui è nero e.. wasp pure lui. Niente roba tipo ghetto o Tupac wannabe. La classe sociale non c'entra nulla.
"I tuoi come reagiranno al colore della mia pelle?" chiede lui? "Non conoscerai mai gente meno razzista dei miei genitori", risponde lei.
Ecco. Scoprirete che non solo lei dice il vero, ma sarebbe stato meglio trovarsi davanti i fondatori del Klu Klux Klan, per il giovane pisquano, piuttosto che la famiglia (padre, madre, fratello, amici) della giovane Rose (mai mettersi con una che si chiama Rose.) 
Non vi racconto dettagliatamente la trama perché non mi va di scriverla non voglio rovinarvi il film, ma sappiate che Get Out, ad oggi, sta già dritto dritto sul podio dei migliori dell'anno.
È un film sul razzismo, sui neri, sui bianchi, su quello che i bianchi hanno fatto, e fanno, ai neri, ma questa volta non è la solita pippa su "white power", anzi c'è un ribaltamento sorprendete che... avevo detto che non dicevo nulla.
E viene da un regista nero. Che riesce a cogliere 50 sfumature di nero (!) sia di questa convivenza a tratti impossibile tra bianchi e neri, questo rapporto che non si riesce proprio a sanare in maniera profonda e definitiva ancora oggi nel 20fottuto17 (per ogni Kanye West ci sono 100.000 Salomon Northup), sia della sua stessa etnia, che un po' sfotte anche, esaltandone la repressione e il rischio di autoccomiserazione.
Ma non lo fa col pietismo di certi film anni 80 (qualcuno ha detto Il colore viola?), né con le solite storie di rivalsa (The Help, per dirne una), né con la violenza manifesta di 12 anni schiavo. Lo fa attraverso l'horror (e che horror!) e con un'ironia sopraffina; il personaggio dell'amico cioccione è qualcosa di fantastico, una macchietta cliché del nero "hey hey hey" 

(quanto è inquietante Bill Cosby con un pennello in mano alla luce degli ultimi fatti?)
a cui nessuno crede, e invece è il più intelligente di tutti.
Tutti i neri del film piangono
piangono perché gli viene riservato un trattamento che, se possibile, supera le torture viste in film come Django
La tensione del film cresce, cresce, cresce fino a raggiungere livelli quasi insopportabili, senza spaventi da SLAM!porte sbattute o mostri fatti male col computer, ma con una psicologia che gioca continuamente col contetto, tuo e dei protagonisti, di bene e male, facendoti credere di aver capito tutto e poi non avevi capito niente, e con un finale survival da mani sudate.
Questo Get Out si inserisce di diritto nella serie di film di tematica black che ha invaso il 2017, tematica talmente frequente da diventare anche ripetitiva (basti pensare al blackwashing degli ultimi Oscar), ma lo fa sbaragliando le storie d'amore gay, le figure nascoste, i matrimoni misti e i neri attaccamissili. Se c'è un film che ti fa ragionare sulla figura del nero nel cinema, quello è Get Out.
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E poi c'è una cosa certa: dopo averlo visto non prenderete MAI un té con vostra suocera.
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Illustracose. Tin tin tin.
(le ultime due ci stanno solo perché ridere.)

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