martedì 21 febbraio 2017

CB ANTEPRIMA • Barriere

Barriere
Trama: Denzel Dormibon

Denzel Washington porta sul grande schermo la piece teatrallora stavo in questo albergo gigantesco. C'eravamo io, un tizio che conoscevo e un'altra che conoscevo (sì anche in senso biblico) ed eravamo asserragliati in una stanza perché fuori c'erano degli zombi. Sempre paurosa l'apocalisse zombi. L'unica via di fuga poteva essere passare dai terrazzi. Era uno di quegli alberghi con i terrazzi tutti uno accanto all'altro, ma il vero problema sarebbe stato passare su quello sotto, via via fino a terra, ma poi una volta a terra? Era pieno di zombi pure lì. Una bella gatta da pelare. A un certo punto uscivo e vedevo delle manine spuntare dalla balaustra e cacchio c'era un ragazzino zombi che si stava arrampicando. Bisognava buttarlo giù ma non eravamo ancora in quel momento dell'apocalisse zombi dove ormai c'hai fatto il callo e ammazzi gli zombi come fossere moscerini, erano ancora persone per noi, era l'inizio, quindi prendere le manine dello zombetto e buttarlo già non era proprio facile. Qualcuno doveva pur farlo però. E quindi mi immolavo. Una volta fatto però una strana calma sembrava impossessarsi di noi. Forse era una sorta di barriera mentale del tipo "cosa più terribile di questa difficilmente potrà succedere, insomma buttare un ragazzino da un palazzo". 
Denzel Washington parla al fulmicotone per le scene che ho visto, parla parla parla parla solo lui, quasi stesse cantando un blues, gli manca solo la tromba. Bravissimo per carità, e anche Viola Davis che si porterà a casa finalmente il suo Oscar. Questo comunque è l'anno dei film all black. La Davis è bravissima davvero, contraltare pacato e sottomesso al vomito dialettico del maritero in macchina. Viaggiavo a una velocità abbastanza sostenuta ma non tanto da sentire un pericolo, o  sentire di esserlo. A un certo punto una sorta di pulmino, o meglio una di quelle macchine molto grosse che vorrebbero essere pulmini ma non lo sono mai veramente, mi tagliava la strada. L'impatto era inevitabile ma la cosa stranissima era che non c'erano lamiere o scintille. Era come se la macchipulmino fosse fatta di plastica, di materiale gommoso, di bolla di sapone: l'attraversavo, al ralenti, e passando, dicevo all'autista (che a quel punto mi stava vicinissimo, alla mia destra) "ma le giuro che sto spingendo il freno ma non funzionaaaa". Attraversata la macchina continuavo il mio viaggio e arrivavo all'appuntamento. Parcheggiando facevo di nuovo un incidente. Finalmente fuori dalla macchina mi dicevo proprio "oh ma che succede oggi". il tempo di girarmi e la macchina l'avevano pure rubata!
La dimensione teatrale del film comunque è costringente eh. (Quasi tutto) recitato nelle quattro non-pareti di un patio di cui il protagonista sta costruendo la staccionata, le barriere (barriere reali - barriere interiori vabbé questa era facile), non aiuta molto il movimentarsi del film. I due protagonisti hanno già fatto coppia nella versione teatrale, iperpremiata, e lo sceneggiatore, August Wilson, due volte premio pulitzer l'ho appena letto su Wiki, è candidato all'oscar anche se è morto 12 anni fa e Mi baciavo tantissimo con una ragazza carina sotto a delle catene.
Ah. Come si dorme al cinema. Come si sogna al cinema. È bellissimo. Tu resisti, e sullo schermo tutti ti invitano a resistere, perché dannazione si sono fatti un culo come un secchio per recitare così bene, è impegnativo, contando anche la tematica del film e il fatto che sia evidentemente un film importantissimo per la comunità afroamericana che mai come quest'anno al cinema è rappresentata da grandi film e personaggi, e riconosciuta agli oscar anche con film per nulla faciloni o "come i bianchi vedono i neri" come al solito.
Però può succedere quello che ti pare, possono esplodere astronavi o esserci discorsi profondissimi o interpretazioni magistrali, ma quando finalmente non resisti più (chiudendo prima un occhio e poi l'altro) e ti lasci abbracciare da Morfeo, come stai bene.
Purtoppo poi quando vai a scrivere la recensione non puoi mettere né Chicken né Broccolo senza perdere in credibilità (eh. tutta quella credibilità...), perché il film in realtà non l'hai proprio visto, l'hai visto a pezzi, e anche se vorresti dare la colpa della tua narcolessia al film noioso, non potrai mai sapere se è veramente colpa sua o del fatto che avevi dormito pochissimo la notte prima o quel che è. 
Sai solo una cosa: esci dalla sala e pensi che dormire e sognare zombi, incidenti saponati e baci appassionati al cinema è bellissimo.

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