mercoledì 22 febbraio 2017

CB ANTEPRIMA • T2 Trainspotting

T2 Trainspotting
Trama: Choose normalizzazione

Partiamo subito dall'assunto che no, se volete andare a vedere T2 con l'idea di ripetere tutto il tempo «AH! MALEDETTI! NON È GENIALE COME IL PRIMO! no, fate un favore a voi e agli altri e non ci andate. Scordatevelo proprio e fate finta che non esiste.
Perché sì, avreste ragione: T2 è lontano mille milioni di miglia dalla grandezza del suo predecessore. 
Niente è grande (e vi giuro che la nostalgia non c'entra) come nel primo: non lo è la regia, non lo sono gli attori, non lo è la colonna sonora, non lo è la sceneggiatura.
Non lo è neanche il nuovo mantra "Choose Life" versione 2.1 

Che poi anche quello del 1996 dopo averlo sentito, letto, visto su t-shirt al mercatino di Camden Town talmente tante volte che ormai suona vuoto pure quello.
Trainspotting è lontano 20 anni. E vent'anni si sentono, sulle facce, sulle schiene, nelle rughe, nei pensieri, nelle prospettive, nella vitalità di tutti quelli coinvolti.
Quei ventenni e questi ventanni segnano un solco profondissimo, probabilmente infinito tra i due film. 20 anni in cui sono successe tantissime cose, a loro e a noi: tra di loro c'è chi ha vinto l'oscar, chi si è dato alle serie TV, chi è stato Jedi e se ci pensi il fatto che nessuno di quei ragazzi sia veramente sparito dalla circolazione la dice lunga sull'importanza del primo Trainspotting nell'immaginario collettivo. Erano ragazzi senza futuro, quel film gli ha regalato a tutti IL futuro. A noi, be', ognuno lo sa quello che è successo negli ultimi 20 anni, ma quel film è sempre rimasto lì, con la colonna sonora che almeno quattro cinque volte l'anno la metti, con le frasi che le citi, con il poster omaggio che prima o poi senza nessuna particolare ricorrenza arriva (tipo questo degli amici Van Orton)
E allora T2 va preso così. Noi non siamo proprio quelli di vent'anni fa, neanche Traispotting lo è. E siccome non credo che ogni giorno voi vi svegliate la mattina, andate allo specchio e iniziate a urlare «AH! MALEDETTO! NON SEI QUELLO DI VENTI ANNI FA!» (se lo fate, un po' mi dispiace...) allora accettate anche l'immagine riflessa di Mark, Spud, Begbie e Sick BOy.
T2 è tutto un altro film. Non dovete incazzarvi se non sarà la botta che è stata il primo. La prima volta è sempre una cosa a sé, in tutto.
Nessuno si incazza quando Linklater ogni dieci anni fa uscire la puntata della sua dramedy Before the..., e allora pensate a T2 come un progetto, un ritorno, non una triste rimpatriata tra amici delle medie che non hanno più nulla da dirsi, piuttosto un incontro di uomini (e un paio di donne) che, venti anni or sono, hanno fatto una cosa grande, e per questo meritano rispetto anche se ora sono più imbolsiti, meno geniali e meno drogati.
T2 non vive nel passato, anche se il fan service è forte:
ma è un film nuovo, che ovviamente, in un periodo in cui l'ovatta circonda tutto, in cui tutto è stato provato, digerito e ricagato come la famosa supposta, nessuna idea o turbine registico può davvero stupire, nessuna tragedia cinematografica può davvero sconvolgere, nessun vuoto interiore può davvero impietosire. 
Abbiamo vent'anni di film e serie tv in cui è successo di TUTTO (violenze, droghe, omicidi, tragedie, incesti, TUTTO, pensate alla cosa più atroce che potete, scrivetemela nei commenti e io vi dico in che film o serie la trovate. O vi rispondo già qui Game of Thrones e ho fatto.) e forse la scelta più oculata di Boyle & Co. è proprio quella di non spingere l'accelleratore sullo sballo e sulla tragedia (che erano i due elementi fondamentali del primo, anche se ti ricordi le scene divertenti dell'incontinenza di Spud.) 
T2 ha dei toni da commedia decisamente più marcati rispetto al primo, e la droga ricopre un ruolo marginale (tipo che qui ha più importanza il Viagra), qui conta l'amicizia, il tradimento della stessa (si riparte quindi da dove li avevamo lasciati) e ovviamente il vivere nel passato, che non è mai e poi mai una buona idea (anche se è un passato di, che ne so, sei mesi o dieci giorni fa).
Inutile dire "com'erano" mettendo a confronto le gif del prima e del dopo
1996 // 20161996 // 2016
1996 // 20161996 // 2016
1996 // 2016
e neanche le sere delle premiere. La prima premiere è la vera premiere prima della premiere

perché a tutti fanno un po' male e un po' piacere le foto di venti anni fa. Il problema è che quando il tempo sta passando non te ne accorgi proprio, non stai lì a dirti "è passata un'ora, è passato un giorno, è passata una settimana, sono passati vent'anni", poi però ti giri e sono passati, quei ventanni. Come se non te ne fossi accorto, come fossi stato da un'altra parte. Sei sotto botta per tutta la vita, quando si tratta del tempo.
T2, come una tua foto di vent'anni fa, fa un po' bene e un po' male. T2 dà, T2 toglie.
La cosa più importante, quella che non te lo fa odiare, è che T2 ha un grande rispetto per la sua origine, per il primo film. Non lo violenta, non lo sfrutta, non lo snatura. Lo cita, quello sì e pure tanto, era inevitabile dài, ma almeno lo fa con una consapevolezza che molte volte queste reunion filmiche non hanno (erano passati vent'anni anche dal primo Independence Day e guarda che merda che è uscita fuori)

Non siamo più quelli di vent'anni fa, quindi giochiamoci anche un po' su, facciamo un film vent'anni dopo che parli proprio dell'irripetibilità di quello che fu. Facciamolo noi, che siamo quelli che vent'anni fa hanno fatto il miracolo, e fottiamocene pure un po' di quelli che diranno che siamo vecchi, imbolsiti e che pensiamo solo ai soldi che possiamo fare riesumando il cadavere Trainspotting. Facciamolo e basta. 

Begbie, Mark, Spud e Sick Boy sono tra i personaggi più iconici del cinema anni 90. E oggi si fanno le selfie come tutti


ma non per questo dobbiamo amarli di meno. 
Choose fare l'attore, choose non parlare con Danny Boyle per dieci anni perché non ti ha fatto fare il protagonista di The Beach che in effetti ci saresti stato benissimo, choose invecchiare e non capire bene perché tutti usano i filtri di Snapchat, choose vivere, che è il contrario di morire.
Abbiamo imparato davvero a "choose life" da quattro scozzesi scotennati scoperchiati scatenati? Non lo abbiamo fatto consapevolmente, perché non ammetteremo mai che un film, un film qualunque, ci possa davvero far prendere una strada piuttosto che un'altra, ma dentro lo sappiamo, ogni volta che ripensiamo a Trainspotting, al miracolo Trainspotting (che parlava del più schifoso cesso di Scozia e di drogati, ma parlava anche della nostra indolenza anche se non eravamo mai andati in Scozia e non ci eravamo mai drogati), che è stato un film che ci ha cambiato. Un film nato da un'alchimia miracolosa di facce, corpi, parole, personaggi, scene, situazioni e, soprattuto, contesto storico (che spesso è una cosa che decreta il successo di un film più della qualità del film stesso), tutte cose che mai si potranno ricreare. Mettiamoci l'anima in pace e facciamo un film che ci diverta fare, senza stare neanche a pensare di farne uno migliore. La gente capirà. Altrimenti si buttassero nel cesso

Il mio grande pentimento è di averlo visto doppiato in italiano (questo passava l'anteprima), non fate assolutamente questo errore.
Ah. C'è una cosa, una singola cosa, che è rimasta unica, splendida, speciale, anche dopo venti fottutissimi anni. Quel sorriso lì

La colonna sonora comunque è bella. No, non come la prima, ma niente lo è come la prima volta.
Choose ChickenBroccoli.

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