venerdì 10 febbraio 2017

Il ragazzo dal limone d'oro

Tommaso
Trama: Kim Solo Bim

Tommaso è uno che con le donne ci sa proprio fare. Però non sa assolutamente cosa farsene.
Tommaso ne cambia quante ne vuole. Ma la cosa che potrebbe salvarlo è stare solo.
Tommaso non ci mette molto a trovare la sostituta della precedente. E della precedente. E della precedente. E della precedente.
A Tommaso piacciono more o bionde, eleganti o coatte, alte o basse, frivole o intellettuali. Sempre belle, meritano il suo amore, fino almeno a non accorgersi di quel difetto, quella minuzia, quel particolare che proprio, proprio non gliele fa piacere più.
Tommaso cambia relazioni come un serpente cambia pelle una donna cambia vestiti. Ma inevitabilmente è come andare in giro con la prima cosa presa nell'armadio.
Detta così sembra che Tommaso sia il più felice del mondo, tanta fica, zero rimorsi. Invece la pochezza e l'inconsistenza sembrano gli unici caratteri definiti della sua personalità.
C'è un problema nella vita di Tommaso, e questo problema si chiama Tommaso.
Il protagonista del film è quello che in certi discorsi tra amici potrebbe essere definito un disperato, in certi altri discorsi tra analisti un problematico, in ancora altri discorsi tra donne un coglione morto di fica. Però è solo un uomo. Disperato, problematico, coglione e morto di fica.
Kim Rossi Stuart ha avuto un bel coraggio a girare e interpretare questo film, perché, strano a dirsi per un film italiano, riesce a mettere in piedi un personaggio dalle tante sfumature, alcune da perdonare, alcune in cui riconoscersi (e non piacersi per nulla), alcune da stigmatizzare e alcune - in effetti poche, almeno per gran parte del film - da prendere quasi come esempio, ma comunque di un'originale complessità, quasi inedita tra i personaggi del cinema d'oggi, che taglia i protagonisti con l'accetta; penso ai maschi di Perfetti sconosciuti, diversi tra loro ma granitici nella loro bidimensionalità (Giallini è buono. Leo è coatto. Mastandrea è triste. Battison è dolce.)
Lo sbandamento sentimentale di Tommaso - Riconducibile alla madre inerme? All'abbandono del padre? Al sesso? O solo alla sua coglionaggine? - è raccontato in un arco narrativo che fagocita mesi (ci sono salti temporali estremi, anche di un intero anno da una scena all'altra) e fa passare senza troppa soluzione di continuità il film da una relazione all'altra; non racconta dei fatti, Tommaso, racconta un modo di affrontarli. 
Questo modo il più delle volte sembra molto sbagliato, perché Tommaso si presenta come un vero cagacazzo, uno di quelli che "i miei problemi, le mie idee, la mia vita, io, io, io" e poi dietro i discorsoni c'è niente, ma sai niente di niente? Quello.
Però poi si incomincia a intravedere lo schema ripetitivo che soffoca la sua umanità, l'impossibilità di affrontare con la spina dorsale dritta quello che gli succede. 
Tommaso ha un bisogno disperato di essere accudito, alle volte sembra cercare solo il sentimento, altre è interessato alla mera seduzione, e poi improvvisamente sembra solo voler scopare tantissimo senza dover intavolare nessun tipo di relazione. E non sa decidere per una sola di queste possibilità, che se ci pensi sono dignitose tutte e tre, se le dichiari e non le mischi mistificando.
La cosa in cui riesce tantissimo il film è rendere l'imbarazzo di certi comportamenti, sia quelli su schermo, che suoi del protagonista, che nostri nella vita. Non sappiamo mai veramente se la repulsione che proviamo per Tommaso sia ben riposta. Perché anche quando fa delle cose meschine e imbecilli, c'è un manto di disperata malinconia che ce lo fa anche un po' perdonare. 
Povero Tommaso, che poraccio, che ripete lo stesso teatrino (non a caso è un attore che si professa profondo e impegnato e poi rivela un'ignoranza sopraffina), che cade nei suoi stessi tranelli, che usa le donne solo per sentirsi "qualcosa", ma alla fine una vale l'altra, sono tutti specchi opachi. E quindi che uomo di merda, Tommaso. Ma siamo sicuri di non esserlo (O esserlo stati. O magari prima o poi lo saremo.) anche noi?
Il merito di un film così è stato lo scommettere su un andamento assolutamente atipico - anche se un po' tanto morettiano prima maniera, quando Michele Apicella si aggirava per le spiagge buttandosi addosso alle ragazze col rischio di essere arrestato - e su un personaggio che non è quello che o ti piace o non ti piace, piuttosto è quello che potresti davvero incontrare. O essere.
E non ce ne sono tanti come Tommaso, nel cinema italiano. Forse ce ne sono tanti nei cinema, seduti, magari accanto a te. Magari al tuo posto. Magari sei tu e non te ne rendi conto perché, ammettiamolo, chi non ha mai fatto/detto/pensato almeno una delle cose da coglione che fa/dice/pensa Tommaso durante il film (mentre lascia l'ennesima ragazza o ci si mette insieme o parla del suo importantissimo lavoro di attore che però rifiuta di fare), scagli il primo sms. 
Kim è bravo a rendere l'incertezza di uno che un po' si lascia vivere, un po' ruba l'energia altrui, un po' fa pena, un po' è solo un coglione come ce ne sono tanti, un po' alla fine è solo un uomo. 
E in quanto uomo può migliorare. Può farlo. Deve solo essere lui il primo a crederci.
A supportarlo e sopportarlo ci sono tre attrici: l'accudente Jasmine Trinca, la succube Cristina Capotondi (che è proprio bona) e l'ultima, Camilla Diana (ex Melevisione. Quelli della Melevisione me li sono sempre immaginati freschi di Accademia dell'Arte, coi cervelli pieni di Pirandello e Eugenio Barba e poi... poi questo), quella che nel film riesce a smuovere Tommaso perché è l'unica a prenderlo di petto e ad essere totalmente impermeabile alle pose da finto intellettuale o agli stati "mestruati" che lui è capace di argomentare con un flusso di parole inutili. 
Ecco una foto dell'attrice:

La locandina, immagino lo sappiate, cita quel disegno dedicato a Sigmund e alla più incotrovertibile delle verità umane:

Comunque io poi ci ho pensato su, all'origine di tutti i problemi di Tommaso, e mi sa che non c'entrino nulla la madre o il padre, penso invece che tutto si possa ricondurre a quella volta che Quino...

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