lunedì 20 febbraio 2017

CB ANTEPRIMA • Jackie

Jackie
Trama: Jackie Down

A Pablo Larrain interessano più di ogni altra cosa i filmati d'epoca. 
Come fossero specchio del contemporaneo (lo sono.), Larrain li inserisce nei suoi film in una modalità da regista un po' ossessivo: li rigira, li ricostruisce, li rifà shot-for-shot, in un processo di cartacarbone che stupisce per maniacalità (ci sono making of in cui si vede Pablito che sovrappone in trasparenza il suo girato al filmato d'epoca e i due corrispondono alla perfezione), il risultato è cinematografico e documentaristico al tempo stesso. Ma la qualità vera del regista (e non l'opera di un mezzo matto) si sente quando quei filmati ricostruiti riescono a fondersi alla perfezione alla parte fiction, diventandone una parte fondamentale.
Nei biopic è una pratica usuale mettere i filmati dell'epoca, quelli veri, tipo Istituto Luce per capirsi, o la cosa di mettere sempre le foto dei veri protagonisti alla fine dei film STORIA VERA. Lo si fa perché video e foto vere ti portano indietro nel tempo e ti sbattono in faccia la realtà che il film vuole ricostruire. Ti dicono "guarda che è successo veramente. Sì ok questo è un film e magari ti stai distraendo perché gli attori sono famosi, ma la Storia è una cosa vera. C'è da millenni, la Storia, e anche se sei abituato a pensare che sta solo nei libri, invece è vera. E pensa un po', ti riguarda." 
Ricordate NO (no, dico, ricordate NO? Sì, ricordate, NO... vabbé...), il film sulle elezioni cilene vinte dai Mad Men dell'epoca, era di Larrain ed era bellissimo, e anche lì i filmati d'epoca erano ricostruiti in maniera maniacale ed erano veri protagonisti.
Ora a Larrain hanno aperto, meritatamente, le porte di Hollywood. E lui ha scelto di raccontare una storia che con i filmati d'epoca c'entra tantissimo, anzi ha scelto di raccontare ciò che accadde subito prima e subito dopo di quello che è, insieme al video dell'attacco delle Torri, a quello coi poliziotti che massacrano Rodney King, all'uomo che saltella sulla luna e a qualche impresa sportiva che ora non ricordo, il filmato più celebre della storia americana, lo Zapruder Film:

Se in JFK di Oliver Stone il filmato Zapruder viene sezionato e analizzato fotogramma per fotogramma in cerca di una spiegazione, di una cospirazione, dei proiettili magici, in Jackie viene quasi del tutto dimenticato, a favore di un altro filmato d'epoca che, per l'economia del film, diventa un'impressionante (impressionante!) testimonianza A) di quanto la vita di un First Lady non è fare la ricca e cambiare le tappezzerie delle stanze della Casa Bianca, ma piuttosto mettersi una maschera e diventare una sorta di tiro a segno per un intero popolo (quello americano poi, che certo non brilla in intelligenza) e per un cecchino vero e proprio B) di quanto è brava Natalie Portman. 
Il filmato è questo qui:

Nel film lo rivediamo quasi tutto, ma recitato da Natalie. La sensazione è straniante e dimostra perché Larrain si sia fissato nel ricostruirlo: è successo davvero, anche se c'è Natalie dentro, vederlo con la vera Jackie dimostra che era Storia, non cinema. 
Ma certo, poi c'è il fattaccio, quel momento un po' così di quando stai in macchina con tuo marito e a quello gli esplode la testa e tu l'unica cosa che puoi fare e raccogliere i pezzi e tenergli la calotta cranita al suo posto con le mani.
Quello che è successo a Jackie avrebbe mandato fuori di testa (!) chiunque, chiunque, e infatti, tra le reazioni della Kennedy ci sono momenti di sconforto infinito, pianti, ma anche una forza impressionante, una risolutezza inquietante e delle scelte impavide (il funerale pubblico voluto da Jackie poteva far concludere la mattanza dei Kennedy, mettendo dei bei bersagli rossi sulle teste dei ragazzini e su lei stessa ex-first lady dichiarava che l'apertura della stagione della caccia ai Kennedy non le faceva paura. La stagione durò fino a quando hanno ammazzato anche Booby. Oh, i Bush e i Trump non li ammazzano mai eh...), che l'hanno resa davvero umana, non come quando devi sorridere per forza in un filmato in cui accompagni per mano gli americani in una casa che non è la tua e che tanto prima o poi dovrai lasciare. Se poi la devi lasciare vestita di nero col feretro di tuo marito, diventa ancora più folle, anche perché tutti gran parte degli americani pensano di provare il tuo stesso dolore. Ma c'è una bella differenza, uno schermo trasparente tra lei e loro.

Jackie non era un biopic facile, ma lo sguardo ester(n)o di Larrain (un cileno, uno che viene da un paese che ha una Storia sulle spalle che altro che un attentato al presidente) serve proprio a raccontarci senza americanismo ('sto film in mano a un Eastwood o uno Stone, appunto, sarebbe stato un disastro) una tragedia personale (ricordiamo: stai in macchina, ti giri. Senti un botto. Ti rigiri, hai il cervello di tuo marito sul tuo completo Chanel rosa.) che diventa tragedia di tutti


Jackie non è assolutamente un film perfetto, si porta dietro tutti i soliti problemucci dei biopic, in primis il più grande, cioè quello di essere fagocitato dalla bravura dell'interprete principale (tipo Iron Lady o Capote) e anche una certa ripetizione dei concetti (che rendono dei passaggi pure un po' ridondanti), ma tra il gusto della ricostruzione (anche la Casa Bianca è stata ricostruita, annullando la mia certezza che da qualche parte a Hollywood c'è una copia precisa della Casa Bianca che poi le produzioni affittano e ci mettono dentro di volta in volta i vari X-Men, Channing Tatum e Kevin Spacey e tutti gli altri mille che fanno i presidenti nei film) e la bravura di regista e attrice, diventa già uno dei migliori del 2017, finora.
Natalie giganteggia, con un accento innaturale, una tristezza sempre composta e quella bellezza che vabbé. Lo merita l'oscar? Le candidate alla Miglior Attrice sono (link nelle foto):

Credo che la vera battaglia sia tra Natalie ed Emma, e mi chiedo, nell'economia della scelta, se dovrebbe vincere l'attrice chiamata a interpretare una vedova nelle ore più terribili e tragiche della sua vita, una prova che come l'affronti l'affronti, non deve essere stata per nulla facile, oppure l'attrice che ha dovuto ballare tutto il tempo con Ryan Gosling e fare questo:

No per carità, difficile tutto sempre eh, però... a parità di difficoltà interpretare una donna innamorata che balla e canta tutto il tempo rispetto che interpretare una donna innamorata che deve tornare a casa (bianca o non bianca) e togliersi i pezzi di cervello del marito dai capelli...

Per dire eh...
C'è però da dire che è dal 1998 che si vincono oscar per personaggi realmente esistiti. Solo lo scorso anno tre! È anche bello  pensare che si premi la costruzione di un personaggio senza che l'attore abbia dovuto "copiare" accenti e movenze.
Chissà se quando si incontrano il 26, Natalie e Michelle si accapigliano, sai... per quella storia di Jackie vs Marilyn...
Comunque Jackie l'oscar l'ha già vinto.
Natalie Portman sfornafigli di Millepied (ma perché io non ho un cognome così? Perché!?) è sempre bellissima. E pensare che quando stavamo insieme... 

Comunque, a parte JFK che è il vero capolavoro di Oliver Stone e su quello che successe a Dallas quel giorno senza se e senza ma, e dimenticati film che raccontano i Kennedy (ricordo questo e questo, e la serie TV che non ho mai finito di vedere e quella invece che ho finito), il vero supporto audiovisivo imprescindibile se si vuole approfondire la conoscenza di quei giorni è il doppio episodio di Quantum Leap in cui Sam diventa Lee Harvey Oswald. Bellissimo, tanto da mettervi il link anche se potrebbe partire un'investigazione dell'FBI, CIA, KGB, MOSSAD, Oliver Stone, Otto il bassotto e Signora in Giallo.

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