giovedì 29 dicembre 2016

STORIA VERA • Florence & The Stridolii

Florence
Trama: Opera di bene

Questa è la STORIA VERA di una donna che ha amato tanto e che per il suo amore ha avuto il coraggio di affrontare tutte le risate del mondo lanciate contro di lei con una mira perfetta. Non era un uomo il suo interesse, era la Musica, ma più di quella, era la Felicità, intesa come entità superiore che aleggia in alcune occasioni e ammanta tutto di quei colori dorati che non accecano, anzi rendono tutto più caldo, come certi interni di alberghi che non esistono più.
La Felicità era la missione di Florence Foster Jenkins, per il pubblico italiano Florence, che mi raccomando non ci facciamo mancare il titolo più semplice e soprattutto la locandina tristemente semplificata che - questo è il vero genio italico - riesce a essere squallidamente triste anche se usa le STESSE foto dell'originale
Ma io dico che cazzo aveva questa locandina che dovevate rifarla, e più brutta? Attori riconoscibilissimi in primo piano, colori caldi, fiori petolosi... vi dava fastidio il character sconosciuto e gay sulla sinistra? GUarda si toglieva in un attimo con Photoshop, c'è il filtro "sfumino attore sconosciuto". Avete proprio toppato stavolta.
Comunque, tornando al film, è il tipico film che lo vedi da solo e ti penti di non averlo visto con tua madre e allora le mandi un messaggio whatsapp che ti riconcilia coi sensi di colpa
Magari si potessero curare tutti i sensi di colpa con messaggi whatsapp oh.
Quindi, come da microrensione virtuale e mammesca, Florence è il tipico film perfetto, con tutto al posto giusto, e anche se non ne rimarrà traccia (non parliamo di capolavori, parliamo di film perfetti), anche se è chiuso in una scatolina tutta ricamata e deliziosa, non ci puoi trovare un solo difetto, e quindi se ce li vuoi proprio trovare sei una brutta persona, tipo quelli che erano cattivi con Florence.
Perfetta Meryl Streep (che ha già in tasca l'ennesima candidatura e forse forse un altro Oscar va), triste, empatica, mattacchiona e decisa, melanconica eppure dotata di una vitalità contagiosa. La Streep straborda in tutto il film ma senza istrionismo, le scene di canto sono spassose come poche quest'anno
Perfetto Hugh Grant, mai così in palla dai tempi di Quattro Matrimoni e un Funerale, com'è charmant quest'uomo, come non si scompone lui di fronte alle avversità, nessuno:

Da prendere come esempio sempre il caro Hugh, oddio non proprio sempre sempre
Perfetto Stephen Frears, regista che con le ambientazioni sfarzose e calde ci sa fare (The Queen), anche se il suo ultimo bio-pic era bruttino forte (The Program), che lascia tutto il palco a Meryl, che non si fa certo parlare dietro, come invece faceva la vera Florence, che cantava così:

Tutto il resto nella cronaca precisa di questo sito che ormai dovrebbe darmi dei soldi.
Ma - sarà tutto il dolciume assunto a Natale o che ne so io - ho amato Florence, in todo, ho riso quando volevano che ridessi, ho pianto quando volevano che piangessi, ho anche riso quando volevano che piangessi e pianto quando volevano che ridesse.
Ma soprattutto ho voluto anche io abbracciare la felicità facendo pensando di fare pazzie senza pensare alle conseguenze di salire su un palco e cantare come un facocero intrappolato in una tagliola. 
Fottermene, come quando vedi qualcuno che si sta coprendo di ridicolo magari al karaoke di una festa aziendale e ti dici "ma che fa? si sta coprendo di ridicolo" e poi un secondo dopo anche "ma forse c'ha ragione lui, in questo momento si sta divertendo sicuramente più lui che io che me ne sto qui seduto a non fare un cazzo".
Fammi tornare ai CHICKEN BROCCOLI AWARDS che devo mettere un film in più a STORIA VERA.

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