mercoledì 14 dicembre 2016

CB ANTEPRIMA • Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali

Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali
Trama: Peregrina Loop

L'indecisione tra Chicken e Broccolo è stata forte. Ma poi ha vinto la pura matematica.
Miss Peregrine è diviso in tre parti tagliate con l'accetta: 30 minuti di preparazione (estenuanti). 20 minuti coi ragazzi (divertenti). E poi 60 minuti di effetti speciali al computer (da spararsi). E se due parti su tre sono brutte, allora un film è più brutto che bello. A vincere è la calcolatrice.
La parte uno è la preparazione del protagonista alla sua avventura, protagonista recitato da uno di quei adolescenti allampanati e segaligni che si sono scordati di togliersi la stampella dal vestito, che sono proprio i tipi maschili che piacciono a Burton, vedi anche Charlie e Frankenweenie. Peccato che la stampella che ha nel vestito avrebbe recitato meglio.
Il tipo ha un nonno strambo che gli racconta di strambi bambini intrappolati in un loop temporale, col temporale

Un loop che gli fa ricominciare sempre lo stesso giorno, che riparte da capo altrimenti muoiono tutti. Il loop non li fa invecchiare ma non gli fa vivere una vita vera fuori dal giardino della casa che frequentano, che è una sorta di orfanotrofio diretto dalla fascinosa e gotica Miss Peregrine, una che magari aveccela come madre adottiva
Che poi mi dicono dalla regia che nel libro da cui è tratto il libro è una vecchia. Evvabbèddai, non stiamo qui a fare i precisetti quando c'è di mezzo Eva.
Alla morte del nonno per mano di misteriose creature che strappano gli occhi alle vittime, lo stampellone va a cercare questo loop, ci entra e conosce ragazzi speciali.
E se tutta la prima parte è noiosa che vuoi finirla lì, finalmente quando entriamo nel loop, facciamo conoscenza dei ragazzi e di Miss Peregrine
(recitata in maniera esemplare e pazzerella dalla Green, non capisci mai se sia una sbiellata o una tenera e materna insegnante di vita, tutt'e due in effetti...) il film il suo passo più bella, quello burtoniano, Tim sembra resuscitato! Si va dalle autocitazioni di Edward mani di forbice, quelle siepi a forma di t-rex le ha fatte Edward? alla gioia di vedere che finalmente Tim è riuscito a fare un film con i personaggi delle sue vecchie poesie, quelle del Bambino Ostrica:

I ragazzi speciali sono davvero speciali, dei teneri x-boys melanconici: mostruosi e paurosi, ma che vorresti in giro per casa, che vivono i poteri come drammi e non vanno in giro a fare i gradassi sputando fuoco dalle mani come gli studenti di Xavier, questi sono tutti mostriciattoli. Eccone qui alcuni:
Speciale attenzione la merita Emma, la ragazza fatta d'aria (...meno male che Burton non gira cinepanettoni...):
che con un colpo di casting ai limiti dell'ossessione da serial killer, trova per il vecchiardo Burton una nuova Christina Ricci, occhioni a ranocchia e bocca di rosa
(sì può dire che è molto bella? È minorenne? Fammi controllare... Ok sì si può dire: è molto bella.)
Insomma una ventina di minuti centrali del film è viva, ritmata, incuriosisce e stupisce, che Burton sia a suo agio si sente proprio. Sembra proprio il miglior Burton alle prese con una storia scritta da Neil Gaiman (tutta la questione dei loop giornalieri che incastrano i ragazzi e non li fanno invecchiare, sembra proprio uscita dalla sua testa).
E Tim riesce anche a trovare spazio perla sua beneamata stop-motion (citando Toy Story, peraltro).
E poi arriva Samuel L. Jackson. 
E rovina tutto, bad mother fucker che non è altro. 
Ma proprio tutto tutto tutto.
Io capisco che Samuel abbia deciso, tanti anni fa, da quando ha fatto Pulp Fiction, di recuperare i vent'anni passati a fare parti secondarie irriconoscibili
accettando TUTTI i film che gli offrono, ma non mi pare il caso anche di fare lo stesso personaggio uguale, che urla e scherza, che gigiona, che fa battute a tutto spiano da gangsta OGNI VOLTA. OGNI. FUCKING. VOLTA.
Il suo cattivo è penoso, non fa paura mai, anzi smorza ogni agguato con una ridicolaggine più o meno volontaria che lascia interdetti. E non fanno paura i mostri fatti malissimo in computer grafica (per la battaglia finale al luna park avrei voluto reclamare il biglietto, non fosse stata l'anteprima) e peraltro sono sicuro di aver riconosciuto molti altri personaggi con quell'anatomia allungata e senza occhi in quei mostri lì
Le sentinelle di BLAME? Un mostro di Silent Hill? I Wheelers del seguito pauroso di Oz? Di certo non sono originali. E in generale tutta la parte finale, con gli scontri su green screen e tutto il casino di citazioni (da Harryhausen al Titanic) non chiude degnamente un film che poteva anche allontanarsi un po' dalle regole del mercato per ragazzi (mettigli la caciara con gli effetti speciali che si divertono). Insomma il film torna ad essere Alice bruttissimo, con una spruzzatina di gotico in più, ma giusto una spruzzatina.
E anche se Peregrine è meglio degli ultimi dieci anni di Tim, meglio di Alice e di Charlie, meglio di Big Eyes, facciamocene LA ragione definitiva: sono quasi vent'anni che Tim non fa un GRANDE film, e questo nel cinemaversa, equivale a morire.
L'unica cosa davvero ma davvero positiva di questo film è che a fare Miss Peregrine non ci sia... Gionni Deppe.

Oh, mica sarà uno dei bambini?

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