Moonlight
Trama: STORIA NERA
Prima di tutto un applausometro che rompe le barriere del suono (sarcasmo) a chi ha deciso che la FAVOLOSA locandina originale, questa
dovesse essere concettualmente annichilita (nell'originale un uomo - tre vite. In quella italiana tre uomini - una vita. C'è differenza.), graficamente svilita e vilmente riempita di centomille scritte e stelline rassicuranti e (questa la cosa più ridicola e patetica) con l'aggiunta di quei bullet point in alto "a chi è piaciuto" che la riduce a una comunicazione del tipo "Ehy! Trattonsi di film di negri! Film simile a 12 anni schiavo e Selma! Film di vita complicata negra! Correte al cinema se vi avete amato!" quando invece: NO.
Ok, Moonlight è vita complicata negra, ma sono complicazioni lontane mille miglia dai problemi di schiavitù di Solomon o quelli poitici di Martin Luther.
In Moonlight, se proprio vogliamo, la questione razziale è proprio quella meno problematica. Anche perché di bianchi non c'è manco l'ombra.
Riassumiamo la trama di Moonlight ripescando la stupenda recensione illustrata che Margheritami manchi ma quando arriva il Festival der Firme de Roma sempre troppo tardi non ne possono fare tre all'anno ora chiamo Weltroni fece del film:
Ok, Moonlight è vita complicata negra, ma sono complicazioni lontane mille miglia dai problemi di schiavitù di Solomon o quelli poitici di Martin Luther.
In Moonlight, se proprio vogliamo, la questione razziale è proprio quella meno problematica. Anche perché di bianchi non c'è manco l'ombra.
Riassumiamo la trama di Moonlight ripescando la stupenda recensione illustrata che Margherita
A parte che ora che ho visto il film fa ridere cento volte di più, ma davvero c'è tutto anche del film. Bisogna dire che Marghe è stata un po' cattiva
Moonlight non è un film sul crack. Non è un film sulla vita di periferia. Non è un film sull'omosessualità. Non è neanche un film sui neri d'america.
Moonlight è un film sulla dolcezza.
(Sì. Sta per partire la sviolinata di CB sui sentimenti. Troppi mershmellow.)
Un film su quella dolcezza che riesce a esistere nonostante tu sia un nero di periferia gangsta, gay, menato da tutti, con la madre fatta di crack e tutto fa schifo e le possibilità di miglioramento sono lo 0,00001%.
Sdolcinato? Che ci posso fare se parla di questo? Perché parla proprio di questo. Di quanto può dirti merda tutto, ma se sei uno spirito sensibile ci sarà sempre una forma di annichilimento che farà da filtro, che non ti renderà cattivo pure a te. Più duro. Più coriaceo. Ma più cattivo, quello no.
Che il protagonista sia gay c'entra così poco. Come il fatto che sia nero. L'amore che prova - sto per dire una frase degna del poster italiano - non ha genere né colore (ho scritto questa recensione prima di tutta la cosa "un'amore" di ieri eh).
È amore, punto.
Ricorda la dinamica di quel film, Weekend, che raccontava sì una storia gay, ma guarda un po' era prima di tutto una storia d'amore, che fosse gay era praticamente marginale, perlomeno rispetto ai sentimenti puri, ai due protagonisti.
Moonlight è un film diviso in tre, tre capitoli distinti e conseguenziali. I fatti del primo capitolo ricadono sul secondo, e quelli del secondo sul terzo, e sembra quasi che quelli del terzo possano fare il giro e tornare indietro, al primo.
I personaggi che incontra il protagonista nell'arco della sua vita ne tracciano il percorso: una figura paterna che non ti aspetti da uno spacciatore che gli insegna come stare a galla (letteralmente)
un amico (anzi qualcosa di più) che si rivela pavido quando deve affrontare un branco di bulli che malmena Chiron, una madre che pensa solo alla droga e un'altra madre acquisita che sa trattarlo con tenerezza.
Personaggi che lo formano e che fanno di Little Chiron, e di Chiron Black, sempre con quella dolcezza di fondo, che nessuno può eliminare: nonostante abbia tutto il diritto di provare rabbia e di distruggere tutto quello che lo circonda, non la prova, non distrugge, deve solo imparare a costruirci qualcosa sopra
Invece subisce e vive. Non tanto perché è un martire, ma solo perché se si nasce sensibili, questo è quello che si fa, si subisce e si vive.
Il finale per me c'è un barlume di speranza, non so se vi farà lo stesso effetto.
Sul dialogo, anzi sulla mancanza di dialogo, sono giocate gran parte delle dinamiche del film. Little/Chiron/Black è quasi muto, non riesce proprio a farli uscire i sentimenti, che lo spaventano anche quando non spaventano gli altri. Una timidezza quasi patologica lo fa pecora in un mondo di lupi, fino a quando non è costretto a diventare così:
perché se devi trovare un suo posto nel mondo degli spacciatori negri di periferia è meglio essere così
piuttosto che così
Un posto che, nonostante i denti dorati e il six pack, non sente per niente suo.
Può esserci dolcezza anche nelle più sfortunate delle vite? Moonlight cerca una risposta a questa domanda e la trova in un film "all black" lontanissimo dalle dinamiche da piagnisteo tipiche della cinematografia afroamericana. Proprio 12 anni e Selma sono due esempi perfetti: raccontarmi di neri sfortunati perché NERI coi bianchi tutti intorno che gli urlano e frustano e vogliono malissimo suona sempre un po' di furberia, non dico falsità, ma un territorio dove strappi facilmente la lacrima.
Moonlight racconta la vita di un uomo, la sua crescita, il suo cercare quel posto nel mondo che non ti faccia sentire scomodo, trovare la risposta a una domanda che gli fanno sul finale: Chi sei tu Chiron?
Non è la risposta che cerchiamo tutti? Non è la dolcezza quella che cerchiamo tutti? C'è un modo di essere sensibili anche facendo le cose più cattive? Sentimentalmente parlando, non c'è cosa peggiore che essere cattivi, con la consapevolezza di farlo, no?
Di certo se mi chiedete "Cos'è Moonlight?" io rispondo "Un bellissimo e inaspettato film."
Probabilmente il 26 sarà fagocitato dalla furberia danzereccia di La La Land, ma se c'è un amore che vale la pena di essere ricordato a questi Oscar, di certo è quello che Chiron non riesce a esprimere a parole, ma solo negli sguardi.
A proposito di Oscar. Naomie Harris, mamma male, è candidata. Per quale motivo non è dato sapere. È palesemente trascinata dall'entusiasmo per il film. Cioè allora l'oscar se lo merita anche lei.
Ecco le altre candidate, che sono le STESSE dei Golden Globe (poi dici un po' la noia).
Anche qui un mistero. Quest'anno sembra che le lezioni "Pianto, come farlo sembrare vero" siano servite molto.
Gli altri tre film non li ho visti. Li vedrò. Li vedrò?
Nessun commento:
Posta un commento