venerdì 12 maggio 2017

Sonn to Sonn

Song to Song
Trama: Song o song desto

Mettiamola così. NON ho odiato questo film. E mi sembra già un risultato di cui Malick può andare fierissimo. 
Vai a dirlo a tutti Malick: «ChickenBroccoli non ha odiato il mio film! ChickenBroccoli non ha odiato il mio film capisci!» poi vai in spiaggia e lancia felice la cinepresa in aria e riacchiappala al volo, vuoi mai che ne esce un altro film dei tuoi. 
Perché diciamolo, ormai Malick i film li fa così: mette insieme degli attori dall'indubbio fascino (al netto di superdotazioni o saper suonare il pianoforte), li mette in campo a fare cose il più possibile naturali, spingendo sull'effetto "fate un po' come cazzo vi pare tanto siete talmente fichi che voglio vedere se qualcuno sta a pensare veramente al nesso logico", poi chiama Lubezki che è sempre "bella fotografia", che come dicevo ieri nelle LE PRECENSIONI è proprio come rispondere "è un tipo" se ti chiedono se quella che ti sei limonato era fica, e, alla fine, arriva in sala montaggio dicendo, ma chemmefrega del montaggio, il concetto di montaggio è roba da vecchi, qui si fa il cinema non convenzionale e destrutturato, il film d'autore!
Ma la differenza tra un'opera autoriale con una precisa e riconoscibile firma registica ed essere scambiati per uno che invece "copia Malick" sta nascosta nelle pieghette della panza di Iggy Pop.
Ci vuole tanto così I--I dal fare poesia al rendersi ridicoli. 
L'unica cosa che salva questo film dall'ODIO è che oltre a sembrare un film che copia Malick, è in effetti di Malick. Ecco almeno non puoi scagliarti contro il regista dicendo "a copione demmerda ma smettila de datte un tono e copià malic, a scemo!"... fatto sta che il film si trascina una scena dopo l'altra (che per carità fotografia bella, eh) e alla fine tutta la poèsia e la filosòfia e i discorsi profondi sull'eterea e passeggera condizione umana sembrano proprio ficcati dentro a forza. Malick fa il foiegras col suo stesso cinema.
Potremmo paragonare Song to Song (aiutati dalla presenza in versione FIGA di Natalie Portman) a Closer: lui ama lei, poi lei ama lui, poi lui ama l'altra, poi l'altra ama lei (!), e mi sa che pure lui in qualche modo ama lui, poi lui non ama più nessuno e si scopa due. Sì, le dinamiche dell'amore sono sempre, inesorabilmente, queste.
Solo che Closer aveva una sceneggiatura e le scene erano legate tra di loro, qui è un continuo di "danze d'amore" poetiche e romantiche o eteree e sospese o sensuali e promisque, che però alla 10ma anche basta
Il fulcro del film, Rooney Mara, è l'unico personaggio più strutturato (anche se abbastanza irritante, con la sua costante necessità di azzeccarsi a qualcuno per la manifesta mancanza di personalità), mentre se da un lato Gosling è praticamente quello di LA LA LAND
dall'altro Fassy il solito portatore insano di voglia di scoparti e buttarti nel cestino dell'indifferenziata un attimo dopo (leggi: Shame), che per carità se lo puà sempre permettere. E dall'altro ancora Cate Blanchett è sempre la più figa.
Mi chiedo perché nessuno dei due protagonisti si è innamorato follemente di Fierolocchio Smith:
Riassumendo NON l'ho odiato, ma solo perché al momento - sapete no? CB in quei momenti - sarei capace di farmi piacere pure una maratona di film cecoslovacchi sulla vita degli ultimi coltivatori di ortica della Papuasia. (Lubezki prendi nota...)
Malick per stavolta te sei salvato dall'odio (anche se il Broccolo non te lo toglie manco il momento particolare), t'ha detto bene. Che altrimenti, parafrasando la recensione di The Tree of Life, avrei scritto solo "Brutto."
Ma adesso facciamo che torni a fare un film ogni 12 anni e non approfittarti della mia benevolenza.  

2 commenti:

  1. il fatto che tu lo abbia paragonato a "Closer" lo rende particolarmente attraente, tanto più che ci sono di mezzo la Portman e Gosling...

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    1. http://s120.photobucket.com/user/ROCKISM_101/media/patti.jpg.html

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