lunedì 18 febbraio 2013

Django Enchanted

Django Unchained
Trama: Negri Scatenati

Ho aspettato talmente tanto prima di mettermi seriamente a fare la recensione di Django - il nuovo Capolavoro Western di Tarantino e bla bla bla - che è veramente diventato la mia bestia nera.
E cominciamo bene.
Mettiamo subitissimo in chiaro (!... ecco appunto) una cosa: Django Unchained è BOMBA. Djà ho spiegato altrove e molto tempo fa perché Tarantino merita di essere venerato come un Dio, e non mi va di ripetermi. Mi va invece di dire che Django è sì BOMBA, ma che si sente per tutto l'arco del film un leggero stridio, lo stesso identico che si sente quando vedi Moorise Kingdom.
Devo ancora capire se è uno stridio reale o mi è venuto l'acufene. Per stridio intendo dire che c'è qualcosa che mi ha portato a pensare che anche Tarantino si sia estremamente auto-compiaciuto nel fare tutto il film, e se pensi che Tarantino di autocompiace tipo sempre, allora siamo proprio all'autoerotismo dannunziano.
Per carito Django si prende uno, dieci, venti Chicken, tanti quante sono le cose figherrime, le inquadrature pazzesche, le interpretazioni uniche, le idee, le canzoni da paura, le "tarantinate", ma ciononostante non riesco a provare l'entusiasmo indomito provato dopo la prima, la seconda, la terza visione di Inglourious Basterds, che davvero scardinava la Storia in una folle ricostruzione non autorizzata dai libri si scuola e ne faceva Capolavoro.
E proprio come ci ha insegnato il buon Quentin ho deciso di dividere questa recensione in capitoli, e ogni capitolo sarà la disamina singolare di un personaggio, e ogni capitolo si chiamerà proprio con il nome di quel personaggio e dell'attore che lo interpreta. E ogni capitolo sarà presentato da un gif animata perché sì.
✮ JAMIE FOXX as DJANGO 
Jamie Foxx si asserve letteramente al suo regista, non recita mai mettendosi in primo piano, e lui è uno che queste cose le fa, è uno che se può far vedere che è bravo, cantante, ballerino, fisicato, lo fa, sempre.
Invece il suo Django è sempre defilato. E vi dico la verità, non ho capito se la cosa gli è stata richiesta o se ad un certo punto non si sia trovato un po' in imbarazzo nei panni di Django. Non intendo solo il costume di Austin Powers
Il Django di Foxx è uno schiavo liberato, come lui stesso ci tiene a ricordare più che spesso, è quel 1 su 10.000 (parliamo di mandingo) che ha "una marcia in più", eppure nella sua interpretazione non ho visto quella marcia in più, quella che quasi tutti i personaggi di Tarantino hanno sempre, da Mr. Pink a Marcellus Wallace che non ha l'aspetto di una puttana. 
E continuo a rimanere nel dubbio. Logico ho adorato la scena della vestizione e lo sguardo trasognato quando Waltz gli racconta la leggenda crucca alla luce di un fuoco quasi ancestrale, ma nelle scene concitate non ho visto una vera e propria convinzione. Sono stato io il cieco? Me so venute pure le cataratte oltre che l'acufene?
Che sia forse una messa in scena in cui non sia trovato molto? Forse non ha molto senso dell'umorismo il ragazzo... ho avuto quesa impressione. 
 ✫ CHRISTOPH WALTZ as DR. KING SCHULZ 
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Qui apriamo un capito importante, di nuovo, proprio come in Bastardi senza gloria, il più importante del film.
Sembra proprio che ci risiamo: dopo Fassbender/McQueen e Gosling/Refn ecco che un'altra coppia attore/regista diventa simbiotica, ecco che i due sanno diventare l'uno per l'altro imprescindibili, inseparabili, telepatici: l'attore riesce a recitare con piglio unico quello che il suo regista gli ordina, il regista riesce a scrivere un personaggio che solo quell'attore avrebbe potuto recitare. Com'era già successo per Landa, anche questa volta Waltz regala al suo Dr. King l'unica delle interpretazioni possibili: pacato, sardonico, furbo e irresistibile, affettato e diabolicamente intelligente. L'unica differenza sta nel fatto che se quello era un angelo della morte, questo è un diavolo della giustizia (più che altro la sua).
Ed ecco che mi rispondo da solo nel giro di poche righe circa i subbi sul Foxx/Django: non è possibile dividere lo schermo con Waltz senza passare in secondo piano (vedi il pur sempre grande C. Reilly in Carnage), se poi lo dividi con Waltz diretto da Tarantino, bene ti va se la gente uscita dalla sale ti definisce "quello accanto a Waltz".

Alcuni potrebbero dire che Waltz si limita a fare il Waltz, ma non sono d'accordo. L'ho visto in tutti i film che ha fatto tra Bastardi e Django, per prendersi in pochi anni quello che ingiustamente gli era stato negato da decenni, il successo, e i soldi. L'ho visto che non era veramente lui qui, o qui, o qui, ma eccolo tornare perfetto, immenso, immensamente perfetto al soldo di Quentin, che come pochi altri (oserei dire che si contano sulle dita di una mano di un Simpson), SA chi DEVE interpretare QUEL ruolo. 
Come quando andò a prendere John Travolta dall'aereo in cui si ostinava a sentire chi parlava, e lo trasformò nel killer più sbilenco e celebrato della Storia del cinema.
Poi vabbè, altre volte recitare diventa solo cazzeggio e ridere:


E davvero mi dolgo due volte mi sfido due volte ad aver visto Django in italiano. Non seguo il carro dei vincenti pieno di gente che ora "io solo film in lingua originale" perché anche io come tutti voi "io solo film in lingua originale", ma davvero Tarantino è quello che merita, a livello deontologico, di essere visto in lingua, e da quando c'è Waltz (padrone di 5 lingue) sui suoi set, allora diventa un valore dogmatico.
Intanto la capacità di Tarantino di cavare il sangue dalle rape trova un'ennesima conferma in Leonardo, l'eterno corrucciato Leonardo.
 LEONARDO DI CAPRIO as CALVIN CANDIE ✯
DiCaprio è un attore dalle sfortune alterne. Di solito si usa "fortune" in una frase fatta come questa, ma per lui non vale. La cresta dell'onda la cavalca sempre, non è mai dimenticato, ha stuoli di fan che difficilmente tradisce, è sempre strapagato e sempre capace di trascinare il pubblico in sala, ma non riesce mai e poi mai a farsi riconoscere davvero come un Grande Attore. Diverse candidature andate a vuoto, sodalizio con Scorsese mai veramente simbiotico (Scorsese è il simbiota di De Niro, nessun altro), maledizione del biopic e maledizione dell'oscar. Ed ecco che il solito Quentin lo prende, gli mette in bocca una dentiera nera e puzzolente di tabacco masticato, lo fa esaltare in una delle esaltanti scene di violenza esaltazione tarantiniane a cui non ci abitueremo mai (la lotta tra mandingo) e lo rende in 4/4/8 un golem di odio e fastidio; lo guardi e brami vendetta, inorridisci alle sue teoria, ti schifi della sua pochezza, in definitiva lo odi in maniera pura.

E Di Caprio sa trovare la via di rendere davvero odioso il suo personaggio. Sembra quasi memore di quel Gene Hackman incontrato tanti e tanti anni fa sul set di un altro western (un western che andrebbe ricordato di più, in questo momento in cui è tutto un "Tarantino scardina il genere e rende il western un genere ultramoderno", parlo ovviamente di The Quick & the dead:

Di Caprio per me è sempre stato qualcuno di valoroso, un attore che ha saputo vincere il suo status di sex symbol titanico (cosa che ad esempio non riuscirà mai, anzi già è partita persa, a Robert Pattinson) e che non tradisca mai le aspettative anche di genere (vedi Inception). E non le tradisce neanche alle prese con un regista che non lascia scampo, 'ché ci devi "stare dentro" ad un film di Tarantino. Come Brad Pitt ci era riuscito (questo per paragonare le Star, che poi entrano nei film di Tarantino e diventano Attori incredibili, 'ché alla fine è anche un po' facile fare un black-exploitation e prendere come protagonista la regina del black-exploination), anche Leo ne esce vincitore. Io applaudo a DiCaprio e non me ne dolgo per nulla. Djà.
 ✰ SAMUEL L. JACKSON as STEPHEN 
E poi appare Samuel. E tu assumi la stessa faccia di quell emoji, dai capito quale, questo:
Perché è IN.CRE.DI.BI.LE. Samuel è incredibile, il suo personaggio è incredibile, quello che gli esce dalla bocca è incredibile. Proprio nel senso di incredulità. Perché davvero, all'interno di una storia sulla schiavitù, sull'assurdità di quest'ultima, sulla natura umana e la sua disumana violenza, arriva il personaggio di Samuel e riassume, per davvero, tutto il film.
Il rapporto quasi paterno tra Stephen e il signor Candie è "oltre". Oltre a tutto, diventa per davvero l'ago della bilancia assurda di tutta la rilettura tarantiniana della schiavitù e dei rapporti tra bianchi e neri americani. 
La trasversalità della cattiveria umana trapassa e oltrepassa ogni colore, e il sudicio e viziato Candie diventa un burattino nelle mani del diabolico e dickensiano e ne(g)rissimo Stephen, un cattivo che ci ricorderemo per anni, perché è pregno di quella cattiveria umana che è difficile, quasi impossibile, saper descrivere e scrivere (quella che ti fa chiedere cose brutte tipo "se io fossi stato nero e mi avessero offerto un letto dove stare invece delle frustate quotidiane e del lavoro nei campi, cosa avrei fatto?" e cosa peggiore la risposta non arriva in un secondo).

Se applaudivo a DiCaprio, di fronte a Samuel, a questo Samuel (e lo sappiamo che ne fa di puttanate) non ci si può che alzare e spellarsi le mani con veemenza.
✬ QUENTIN TARANTINO as QUENTIN TARANTINO 
E si apre il capitolo Tarantino, o meglio il tomo all'interno di una enciclopedia.
Ormai, nel 2013, non è più interessante qualsivoglia discussione sulla sua genialità, sulla sua capacità di prendere il genere, farlo suo e modellarlo a sua immagine e somiglianza, e crare un nuovo genere sulle ceneri di quello vecchio, poi arriva chi quel genere lo ha generato (!) e dice "ho ispirato Tarantino". No.
Lo abbiamo capito che lui è l'unico che riesce a trasformare la copia in citazione, la citazione in personalità, la personalità in Genio.
Lo ha fatto con il pulp, con il black-exploination, con il Wuxia chinese, con il film di guerra e ora lo fa con il western, che poi era un po' quello che pareva il più naturale, vista l'impronta di alcuni passaggi di Kill Bill o dello stesso Basterds.
Questa volta però, ed è forse l'unica pecca di Django, Tarantino inizia a citare sè stesso, come nella scena, inutile, e francamente un pochino ridicola, dove appare in prima persona

Sequenza che pare DAVVERO girato a pochi metri di dove hanno girato questo:

Ben diversa la Quentin Situation di Pulp Fiction e il suo deposito di negri morti.
Logicamente è un peccato veniale, come quello di Anderson; Tarantino si fa perdonare sempre tutto, perché il suo cinema ha creato così tanti epigoni bastardi (proprio nel senso di rognosi e rabbiosi) che vedere un Tarantino D.O.C. ti rimette in pace con tutte le sparatorie che hai visto negli ultimi anni, con tutti i "fuckin fuck" che hai sentito, con tutti i personaggi borderline che però parlano pacati di cose che non c'entrano nulla prima di torturare qualcuno, con tutti i movimenti di macchina estremi ed estremizzati.
Il peccato, se vogliamo individuarlo, sta in una trentina di minuti di troppo con cui Tarantino infarcisce la parte centrale del suo film, o meglio un poco dopo la parte centrale (per chi l'ha visto: troppi giri in carrozza di seguito e appunto la seconda fuga e ritorno di Django), che appesantiscono un po' il film e non aiutano ad arrivare al finale con la dovuta leggerezza.
Poi certo, c'è il fiore cremisi, e tutto torna al posto giusto.
Sia Ingluoriuos Basterd che Django sono sogni bagnati di un cinefilo un po' matto, convinto di poter cambiare la storia, nel primo Hitler finiva crivellato di colpi dai basterds, qui un singolo schiavo liberato si vendica a suon di fucilate di tutti i bianchi schiavisti che incontra sulla sua strada, e alla fine, tenendo fede alla sua natura nigga fa pure il bellimbusto facendo impennare le sospensioni della macchina il cavallo. 

E l'impianto narrativo è identico a Basterds, dalla presentazione, lunga, dei personaggi, fino all'esplosione di violenza finale

o all'esplosione e basta
☆ ORIGINAL SOUNDTRACK as SOUNDTRACK 

Finalmente Tarantino riesce a lavorare con Morricone (che anni fa gli aveva detto no per lavorare alla colonna sonora di Baarìa, per dire le italiche priorità). Ne esce fuori una canzone con Elisa (Eh, lisa?) inserita in una scena che è bella, ma poteva essere davvero grande. 
Poi c'è il rap, che in effetti è una scelta non propriamente originale, certo, il contesto western e la musica rap fanno attrito, e Tarantino ci va a nozze, Ataranttrito. Ma siamo lontani dal David Bowie e le veline anni 40.
Ovviamente recuperata la di cui sopra Django d'antan, che diventa subito un nuovo classico. E la colonna sonora di Django è di nuovo la colonna sonora dell'anno


 ✮ NERI as NEGRI 
Fondamentalmente c'è da dire una cosa sola: se gente come Jamie Foxx e Samuel L. Jackson che sono, in quanto attori da oscar, modelli generazionali per la comunità (che poi, "comunità"...bah...) nera americana accetta di lavorare con Quentin, uno che nei suoi film ci mette una dose di razzismo pari solo agli spari o al sangue versato, vuol dire che sono i primi a cogliere che quel razzismo fa il giro, ed è talmente eccessivo e grottesco che diventa automaticamente una critica. E poi arriva Spike Lee e si incazza moltissimo perché in Django trovi  la parola "nigger" più volte che la parola "farina" nel Talismano della Felicità (non chiedetemi cosa mi ha detto il cervello quando ho scritto "farina").
Ma Tarantino risponde per vie traverse, così:

E, ovviamente, con la scena del
 ✪ KU KLUX KLAN as KU KLUX KLOWN 
Ed ecco, queste era la recensione di Django nel C&BVerso, quello che Tarantino rimane un Genio e un Maestro e uno degli Unici che vale la pena venerare, che quando lo fanno tutti non vuol dire che è lui che si è venduto, no, vuol dire che è stato talmente grande da cambiare nel profondo il gusto popolare.
Riassumendo insomma che cosa abbiamo capito da questo post? Sostanzialmente due cose:
1) Che Tarantino fa Tarantino come nessun altro sa farlo, sarà che lui è Tarantino.
2) Che quello che dicono circa alle doti dei neri è VERO. E non sto parlando del ritmo nel sangue.
3) Che cosa non darei per essere in una foto così

4) Che Django è BOMBA [cit.]
Ora un po' di inutilitaria Djangocentrica (devo dire non proprio un granché, grande utilizzo di rosso e poco altro) e poi via per la vostra strada che io vado per la mia.
Avrete notato, tra il gusto e lo sdegno, che non mi sono lanciato in quel tipo di filippiche da cinefilo fissato con lo spaghetti western e gnam gnam (style). Io di spaghetti western non ne so nulla, mai piaciuto il western, di Leone ho visto sì e no due film e uno non era western. Vi consiglio se siete fissatoni di recuparare il numero di Little White Lies e quello di Bizzarro Magazine.
Vi saluto.
C&B.
La C è muta.

8 commenti:

  1. Aspettavo con ansia la recensione... Dr. King Schulz F E N O M E N A L E!

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  2. Allora. in linea generale mi trovo d'accordo col Chikeno.
    Django m'è piaciuto assai. Secondo me Foxx funziona perché c'è Waltz, se togli Herr Doktor (e il pucciosissimo Fritz) Django sostanzialmente è una pera cotta.
    Ho teso l'orecchio alla colonna sonora...Elisa nun se pò sentì...ma la colonna sonora de "Gli avvoltoi hanno sete" (o fame, nn rammento) con la Mclaine e Eastwood, l'ho riconosciuta subito!!
    L'impressione è che Tarantino ha preso un pò qui e là ma non abbastanza bene, non ha condito abbastanza, non ha digerito abbastanza il genere...e se nn fosse per Waltz, il TITANICO Jackson e il "normalmente psicopatico" Di Caprio, il film non s'innalzerebbe di molto...Una cosa che mi ha un pò infastidita è quel leggero, leggerissimo tributo a Trinità, o forse a "il Magnifico" sul finale...quando Foxx fa il figo a cavallo con la sua bella...che nn ha senso e non m'ha tirato fuori manco un sorrisetto... Ma hai notato che come fanno per allontanarsi dalle macerie di Candyland lei sta estraendo il fucile?
    E sopratutto, hai notato che tra i burini psicotici poco fuori della tenuta Candyland, c'è una donna armata di ascia e dal volto coperto da un fazzoletto rosso? La stessa che guarda i dagherrotipi nella baracca dei burini medesimi intenti nelle loro attività quotidiane e poco prima che Django/Foxx li massacri...
    La scena clownesca del Klu Klux Klan a me ha ricordato certe scenette del migliore Mel Brooks, tipo in "Mezzogiorno e mezzo di fuoco"

    ISA

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  3. Ecco a chi somigliava Django conciato così, ad Austin Powers, la tua recensione merita un premio, questo film è BOMBA come hai detto tu allo stato puro, la musica, i personaggi e tutto dopo la visione mi hanno messo voglia di andare ad amazzare stronzi bianchi (e dire che io sono bianca, mah!), Leo si è fatto proprio odiare anche se ha tirato fuori un lato psyco molto interessante, Waltz l'ho amato dall'inizio alla fine peccato che ha tolto visibilità a Foxx, capolavoro assoluto, Tarantino sta riscrivendo la storia :)

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  4. Quelle foto di gruppo mi hanno fatto venire la bava alla bocca.
    E quello che stridio che hai sentito tu un po' l'ho sentito anche io, ma ciò non toglie che Django sia un altro fo***issimo capolavoro di Quentin!

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  5. Samuel = Il Grinch (in versione nera).

    In generale un film mediocre e troppo lungo.

    I personaggi, per quanto ben interpretati e "simboli" di qualcosa non sono altro che figure di carta senza uno spessore. Non dicono nulla.

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  6. Bello è bello, ma Tarantino davvero si sta asportando una costola a film ormai.
    Inglorious personalmente lo trovo superiore nettamente e Jamie Foxx l'ho trovato spaesato e forse anche non completamente all'altezza del ruolo. era molto meglio in Collateral dove il personaggio nero-ingenuo-che-però-alla-fine-tira-fuori-le-palle gli riusciva molto meglio (e ci stava molto meglio anche nell'economia del film).
    Waltz è bravissimo ma il personaggio è davvero quasi lo stesso di Inglorious e spesso sa di già visto.
    Promossi a pieni voti solo Leo e soprattutto l'immenso Samuel L, una performance da oscar.

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  7. DIAMINE quanto lo voglio vedere sto film!! Peccato che dato che mio papà ha sentito dire che c'è più sangue che in Kill Bill ed è un po' più realistico ha detto "nuonuonuonono la mia bambina non se le vede ste cose brutte e cattive"... Ma chissenefrega del sangue! Io voglio vederlo perchè voglio sentire quell'eccitazione da Tarantino! Quelle emozioni che solo lui e pochi sanno dare! Voglio sentire la BOMBA!! Voglio vedere il maestro all'opera!!Ma niente. "Lo vedrai quando avrai 16 anni" Te e i tuoi cacchio di 16 anni. Mi hai lasciato giocare a Manhunt dallo zio a 12 anni, e non credo che Django sia peggio di Manhunt perchè la violenza deve anche avere il suo contesto, quindi anche se ci metti gente sbudellata super-realistica in un film comico, se è comico è comico. In Manhunt c'era violenza FORTE e il contesto era assolutamente MALATO e disturbante. Conoscendo Tarantino la violenza ha un contesto diverso e quindi si rimane meno impressionati... In confronto a certa roba che si trova in giro poi Tarantino fa film per la scuola... Scusatemi dovevo scriverle da qualche parte ste scemenze scusate =D

    -Mid

    P.S.: Spero tanto che Waltz (ma so già che è così) Sia al massimo e ancora carismaticissimo cone in Basterds. Sta cominciando a starmi simpatico =D
    E che il mio Sensei (tarantino) non inizi a fare l'autocitazionista (come qualcun'altro ha già detto in un commento) perchè sarebbe l'errore più GIGANTESCO della sua vita. Anche perchè quando lo vedrò per strada si vedrà arrivare addosso alla velocità del Pedobear una ragazzina incazzata nera perchè ha sprecato il suo talento per fare minchiate che dopo un po' perdono di stile e a cui non frega più niente a nessuno. =D

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  8. -Mid devo aprire un altro sito per rispondere ai tuoi commenti :D
    grazie per la pazienza... sei sopravvissuta alla lettura di così tanti post?! hai coraggio da vendere...

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