giovedì 10 marzo 2016

CB ANTEPRIMA • Ave, Cesare!

Ave, Cesare!
Trama: Golden rage

Il mio giudizio sull'ultimo film dei tanto acclamati fratelli Coen è...
è...
èèèè...

Non mi è piaciuto.
Niente. Non ci riesco neanche sforzandomi a farmeli piacere, i Coen. 
Oh ma che ci posso fare, mica posso dire che mi piacciono solo perché sono universalmente riconosciuti come dei geni! Non. Mi. Piacciono.
Ricorderete che neanche Il grande Lebowski mi è piaciuto, roba che se lo dici ti guardano come se stessi offendendo Madonna, durante un gay pride.
Fargo rimane il solo e unico film dei Coen che davvero mi ha convinto senza "se... fossero un po' meno presi dalla loro bravura e scrittura" e senza "ma... però 'sti film tutto molto bello ma poi certi momenti di stanca che quasi quasi sbadiglio".
Insomma, sembra che se da un lato la ricostruzione storica si addica enormemente ai Coen, e i due riescano nonostante gli anni che passano a creare ancora personaggi favolosi, a metà tra il fumetto e il crimine organizzato, dall'altra non riescano poi a sostenere tutto con una storia che giri bene come le loro scenografie, la loro regia.
Ave Cesare è un gigantesco e divertente (anche se l'impressione è che quelli che si sono divertiti di più sono proprio loro, a fare inserti di tutti i generi più famosi, dal musical danzereccio alle coreografie acquatiche, al western al drammone in costume al peplum alla spy story) omaggione alla golden age di Hollywood, quella degli Studios potentissimi, dei teatri di posa, dei produttori con gli scheletri delle attricette amanti nell'armadio e le star create a puntino. 
Ci sono tutti. Cary Grant
Gene Kelly (ma anche un po' Peter O'Toole)
Esther Williams
John Wayne
E ci sono anche i registi, da DeMille a Cukor. E poi il sottobosco di divette, attori stupidi, altri meno, giornalisti, produttori e mestieranti, compreso il risolviproblemi Josh Brolin
(un attore che continuo a non capire, sempre e solo il fratello stronzo dei Goonies per me) che passa tutta la giornata a risolvere i casini degli altri.
C'è un rapimento, in Ave Cesare, di un attore famoso, da parte dalla più sgangherata delle organizzazioni criminali (i Comunisti, più sgangherati di quelli). Mannix, il risolviproblemi, deve risolverlo proprio, questo problema, o il film più costoso della storia degli studios non si farà (non lo dicono ma è palesemente Ben Hur). Ma Mannix dovrà fare i conti con tutto quello che si frappone durante una giornata di lavoro tra il risolvere il caso e le beghe che un risolviproblemi ha e l'aiuto arriverà da quello che meno sembrava sveglio in questo genere di cose.
Il nuovo film dei Coen è, come al solito, molto intellettuale, molto consapevole, molto ebreo; divertentissimo il colloquio di Mannix con i rappresentanti delle varie religione per averne il benestare sulla rappresentazione di Gesù nel film che stanno girando. Se c'è una cosa per cui bisognerebbe diventare tutti ebrei è l'autoironia. Un po' meno per quella cosa di non mangiare il prosciutto. Che vita sarebbe senza prosciutto... di certo con più maiali in giro. Ma vabbè, bando alle chiacchiere: in Ave Cesare i Coen ritrovano almeno quel gusto fantasmogorico che hanno loro per l'ambientazione, i particolari, i personaggi che subito ti titillano la fantasia e con cui puoi fare una bellissima figura a una festa in maschera, ci sono certe scene proprio "altro che quel damerino di Wes Anderson", sono perfette, girate e montate che le vorresti rivedere subitissimo, come era il video musicale di Lebowski; in quel caso era un inserto, qui tutto il film. 
Ecco, di Ave Cesare salvo i tanti inserti perfetti (insetti, quindi) ma devo di nuovo e per forza fare i conti con la mia incapacità di farmi piacere i Coen: ho trovato il film barboso, addirittura noioso, il brio di alcune scene è annacquato da una storia che non prende mai corpo, che procede anche un po' confusionaria e si risolve nel più stupidino dei modi, da un intreccio per nulla complicato (vuoi mettere L.A. Confidential, vuo mettere?) ne esce fuori un finale ancora più scialbo.
Poi ripeto: attori perfetti, la Johansson calata in quell'epoca ci sta sempre bene, già lo sappiamo:
Un po' meno prima di arrivarci, sul set
e ammirazione imperitura per Channing che davvero, che carriera invidiabile il ragazzo, dal ballare per le ragazzine ingrifate al ballare per le signore ingrifate al ballare per i Coen (non so se ingrifati o meno)
Tutti gli altri sono solo comparsate. 

Questo b-roll mi sa tanto di golden age. 

Alla fine se c'è una cosa davvero bella di Ave Cesare è vedere quando i Coen amino il cinema, il cinema tutto, anche quello che noi non abbiamo vissuto e che non vivremo più, quegli anni dove la fabbrica era ancora chiamata "dei sogni" (ora è solo fabbrica, facciamocene una ragione). E questo amore te lo trasmettono, e ti viene voglia di andarti a vedere un po' di film classici, perché pensi a quello che era il dietro le quinte di quegli anni di Cinema con la C maiuscola.
A certi illustratori è venuta voglia di fare delle illustrazioni, invece:
E vediamoci questa intervista scema dove assistiamo alla distruzione dei muscoli pelvici di una povera intervistatrice:

La sedia dove era seduta l'hanno dovuta buttare, dopo... 

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