Dragon Trainer 2
Trama: Cal drago
Uffa.
E io che ci speravo tanto, perché il primo era così bello e divertente che questo mi pareva essere la serie di cartoni alternativa a quelli Pixar che avrebbe davvero portato le soddisfazioni migliori (meglio di zozzerie varie ed eventuali che magari hanno azzeccato per sbaglio una mezzora del primo capitolo e ci hanno vissuto di rendita per anni, tipo Shrek, Ice Age, Madagascar e altri che volesse il cielo che mi sono scordato visto che non mi vengono in mente al volo).
Ve lo ricordate che sorpresa fu il primo Dragon Trainer, in un panorama di qualità medio bassa dominato da quei Pixar che ci facevano ridere e piangere e poi ridere, ci ritrovammo per le mani un film di crescita, amicizia, avventura e draghi che nulla aveva da invidiare ai capolavori della società di Lasseter. Character design accattivante, storia appassionate, combriccola divertente.
Ora, quello che puoi fare quando hai in mano un film d'avventura con draghi che ti è forse anche un po' scoppiato in mano (fu candidato all'Oscar, sfortuna sua aveva Toy Story 3 contro, che ce voi fa contro TS3? Niente applaudi col sorriso finto e vai avanti...) e devi fare il seguito è ovviamente quello di alzare la posta: più draghi, più personaggi, più avventura cattivi più cattivi e ancora più draghi.
In effetti queste cose ci sono, ma quello che forse si sono scordati è il ritmo.
La prima mezzora del film vola (!) in un cielo di noia che mette quasi in imbarazzo, sembra che una classica scena di preparazione, di quelle che solitamente durano cinque, sei minuti, sia stata diluita a dismisura... come non se ne sono accorti? Pare davvero incredibile, di solito poi il momento di "pausa" c'è a metà film, in attesa della botta finale dove vedremo le scene più esplosive. Niente di tutto questo.
Dragon Trainer 2 poi fa l'errore che se era un esame alla Scuola di Sceneggiatori Dilettanti , privata, ti bocciavano pure lì: infighisce a dismisura il suo protagonista, Hiccup, che era niente di più niente di meno un nerd, solo che declinato a draghi e anzi, alla fine del primo, diventa pure storpio (legandosi ancora di più al suo destriero alato, che era monco di coda), perfetto! Come fai a non amare un nerd zoppo che cavalca un drago con la psicologia metà gatto e metà cane? Invece ecco che ci ritroviamo un Hiccup supereroe capace praticamente di volare da solo
e oltrettutto bellissimo che quando si toglie il caschetto manco Tom Cruise in Giorni di Tuono. Oserei dire anche che quello è uno sguardling:
Ora, viene da sé che tutta la simpatia innata che ispira un nerd te la giochi con un colpo di coda se fai così, inutile che tenti, alle volte e malamente, di appioppiargli ancora qualche siparietto da sfigato, ormai la frittata è fatta: Hiccup è diventato il più figo del bigonzo e in quanto tale può andarsene liberamente a rimorchiare tutte le vichinghe che vuole andando a cento all'ora sul suo drago nero fiammante, che a noi qui di quelli così ne abbiamo piene le tasche.
E neanche tutta la story line della madre ritrovata e allevatrice di draghi (un deus ex machina veramente assurdo...) e ritorvarsi all'inizio del film orfano, poi non più orfano, poi di nuovo orfano ma diverso (non vi dico nulla ma tanto avete capito) risolleva le sorti di un personaggio (che segue peraltro le sorti del suo doppiatore, quel Jay Baruchel che era uno dei peggio nerd del Virgin Pack e ora se ne va in giro credendosi un fico...)
Si salva Sdentato (il drago nero) a cui è riservata la psicologia più empatica del film, con scene di sentita drammaturgia e parentesi comiche riuscite:
Sì, ok anche i draghi sono fichi (perlomeno la qualità dell'animazione rimane alta, anche se troppe scene in aria e mare, facilè così...), ma la noia che serpeggia in quasi tutto il film e la generalizzata svogliatezza di scrittura ti fanno solo dire un "Uffa" grosso così:
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