domenica 9 ottobre 2011

Chiesa Mortodossa

Red State
Trama: Predica bene e razzola meglio


Silent Kevin Smith (che vedete ritratto da me copiando Mahfood
è uno di quelli che col fumetto ci è rimasto sottissimo ma è riuscito a farsene qualcosa, di questa sua nerdaggine, anzi è proprio diventato un messia di tutti i nerd del mondo e ha il merito (oltre quello riconosciuto dai più di aver fatto Clerks) di aver saputo inchiostrare il mondo del fumetto (fiere, fumettisti, fumettari, nerd e gente che ama sentirsi chiamare nerd) al cinema in un film che ho sempre adorato, In cerca di Amy. Poi però ha fatto anche tante di quelle puttanate insopportabili che proprio non riesci a fartene una ragione, proprio che sembra volerle fare apposta.
Non ho letto i suoi fumetti (se non quelli di Jay & Silent Bob) ma qualcosa mi dice che sono meglio della sua filmografia. Più che altro Smith non riesce a trovare una sua precisa personalità (eppure in Clerks l'aveva già trovata): negli ultimi anni ha fatto Zack & Miri (che mi ha divertito) ma poi anche quella cagata micidiale di Cop Out.
Ora ci ritroviamo in mano questo Red State, che ha fatto parlare di sè per tutte quelle cose di "autoprodotto, autodistibuito, autovisto" e altri auto a caso. Davvero può essere? Non pare tutto un movimento di marketing? Vabbèinfondosticazzi.
Il film è divertente - non credete a chi dice che fa schifo - perché mantiene per tutto il tempo un ritmo sostenuto, dosa colpetti di scena (più che altro morti che non t'aspetti) ben calibrati e ha dalla sua almeno due attoroni che reggono il tutto, John Goodman e Melissa Leo (che fa la Melissa Leo). Trattonsi di Famiglia di predicatori pazzi, capitanati dal più pazzo di tutti, che prende un po' alla lettera certe scritture apocrife e fa fuori omosessuali, portatori dell'Apocalisse. All'inizio sembra essere un film sulla fuga di tre pischelli attirati con un tranello internettiano (il solito: vieni da me che c'è tanto sesso qui) da questi cattoestremisti, ma poi, poi diventa un film di asserragliamento western con molti spari e alla fine, la fine non ve la dico. Certo, sbanda di qua e di là, tra una predica folle e uno stallo alla messicana, ma porta a casa 90 minuti di intrattenimento. Questo è.
Fosse stato il primo film di un regista esordiente e fossero state vere tutte le auto di cui sopra, avremmo gridato al next big thing, invece al cicciofumettista non gli si perdona praticamente nulla, è lo scotto da pagare di chi inizia la proprio carriera già col suo capolavoro. Eppure è un film onesto, divertente e divertito quanto basta per essere benvoluto.

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