venerdì 15 ottobre 2010

SONO UN UOMO! NON SONO UN DETERSIVO!

L'uomo che fuggì dal futuro
Trama: L'omino bianco (coi capelli alla mastro lindo) è perfetto per il lavaggio del cervello!

Preso dal sacro fuoco Spielberghiano mi vedo pure il primo film di George Lucas. Insomma, questi due qui:
sono tra gli uomini più ricchi e potenti del mondo ed è solo colpa loro se noi siamo quello che siamo. Fatevene una ragione. Fatevene una ragione pure dei capelli di Spilbi in questa clip:
L'uomo che fuggì dal futuro (titolo tralaltro assolutamente fuorviante) è un bellissimo esordio, figlio di una fantascienza che ora ci fa sorridere, ma che rivista con l'occhio giusto ci apre le vere porte del futuro. è un'occasione unica pensare a come quarant'anni fa vedevano il presente. Come quando Walt Disney proponeva/prevedeva la città del futuro. Roba utopica  bellissima, si chiamava EpCot:
E vivremo tutti in case a forma di uovo di papero! Gosh!
E poi ci saranno dei topi antropomorfi alti così! Gulp!
Ah già, non vi ho detto che tutta l'umanità vivrà pressata in Florida. Il resto del mondo diventa, perl'appunto, DisneyWorld.
Il cosidetto retrofuturo. Mi fa sempre pensare che, niente, ci possiamo impegnare quanto vogliamo, possiamo creare l'immaginifico futuribile più assurdo del mondo ma non sarà MAI davvero "come sarà". la fantascienza è importante nel cinema. Nell'arte, nella creazione tutta. Dovrebbe essere insegnata all'università. è, appunto, una scienza. Laureando in fantascienza. bello. Al cinema poi, è sempre stato il "genere" più terribilmente vicino alla realtà (paradosso, spazio, temporale). I film (i racconti prima, e i derivati) di fantascienza sono sempre stato il teatro libero delle critiche più feroci e delle immaginazioni più allucinanti. Il cinema americano fantascientifico soprattutto si è preso per primo il peso di una critica sociale spietata. Razzismo (alieno), controllo delle superpotenze, alienazione sociale dell'individuo, per prima la fantascienza ha evidanziato gli aspetti più meschini delle corporation, i rischi della modificazione genetica, la perdita dell'identità, fantafilosofia, fantasociologia, fantaantropologia...
TU! ALL'ULTIMO BANCO! PORTAMI QUEL FOGLIETTO SUBITO!
Bene, ti becchi subito una nota sul registro! Ignoranti capre...) Dicevamo prima che il vostro simpatico compagno ci interrompesse. La fantascienza. In questo film Lucas ha chiaro già come fare un film che unisca una visione apocalittica (senza bombe) della condizione umana e sa come massacrare in un colpo solo le fondamenta su cui la società (soprattutto quella americana) si basa: uomo - donna - figli - religione.
Molte idee, molte derivative da visioni degli scrittori di fantascienza anni 50: un Dio preregistrato a cui confessarsi, l'eliminazione del sesso dalla gamma di possibilità del genere umano (!), il controllo della mente e poi il ribelle, l'uomo che nonostante tutto vuole, DEVE, imporre la propria unicità sul sistema.
Ora ci paiono un po' ingenui i robot (uomini vestiti normali con una maschera di carta stagnola in faccia e movenze da rock'n'roll robot) ma l'importanza data al colore bianco, l'ambiente asettico, l'assenza di capelli come di speranza, la perdita di ogni punto di riferimento è ormai uno stilema classico della "visione" della fantascienza, anche contemporanea (e lo dobbiamo a questo film, e a 2001, chiaro):
(ah no...)
Comunque. Lucas, francamente, – oltre a questo immaginario star warsiano ok, francamente impressionante come inizio, ma, dopo, solo di carattere "enciclopedico" (cioè, per carità, prima trilogia favolosa, ma poi si è trattato "solo" di aggiungere aggiungere aggiungere con buona pace dei fissati) – io non l'ho mai trovato un grande regista (parlo di "regista"). Però un esordio così è davvero invidiabile. Alcune scene sono di una purezza lattigginosa quasi sovietica. Sembra Solaris, sembra una roba lontana milioni di anni luce da hollywood. 
è un film bellissimo. E a proposito di scambi di amicizia che i due di cui sopra si sono fatti per tutta la carriera come fossero due scemi, a proposito della locandina de L'impero del sole:
E poi il ruolo dell'attore. cazzo Robert Duvall in questo film è una cosa alla Teatro di Coupeau, roba da "massimo sforzo per minima resa". La scena del "rattrappimento"  è pazzesca. Riempie lo spazio bianco manco fosse il nero (ehm). Poi, robert duval guarda che è un attorone. Oltre ad adorare l'odore del napalm l mattina. Peccato, memore del Padrino, si sia sempre relegato al ruolo di Consigliori, ...ed ecco che con un'abile mossa scatta il metaBOX:
Ti consiglio di tenere d'occhio Luca Brasi
Ti consiglio di non ballare più coi lupi, che puzzi di cane bagnato
Ti consiglio di non fare più film di merda
Ti consiglio di spingere l'accelleratore
Ti consiglio di spingere l'accelleratore... e tagliarti i capelli
Ti consiglio di spingere il freno
Ti consiglio di provare donna di colore
...e anche molti (ma molti!) altri. sta sempre lì dall'alto della sua cattedra a dispensare consigli da vecchio saggio. non fa altro da anni.
Insomma, non mi va di fare la mission Lucas perché di mission ne ho già una in mente che mi assicurerà finalmente il novero nella lista più importante che esiste: quella dei matti. Però adesso pensare che la sera a casa di Luca succedono cose del genere:
Be' ecco, un po' di nervi possono anche venire. 
Ultima giuro: ma, Luca, possibile che l'Industrial Light & Magic non possa fare qualcosa per quella pappagorgia?
Quale pappagorgia? (tanto finirete tutti come me, tu compreso C&B, ma senza i miliardi, solo la pappagorgia)
Cazzo, qui più andiamo avanti con Spilbi più divento un maledetto Nerd, aiuto! da domani Eisensteiijijn!

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