lunedì 25 aprile 2011

Chef Toni

Una vita tranquilla
Trama: 'na shtoria 'e viulenza.

Prendi i due ragazzi di Gomorra e falli andare a fare "un lavoro" in Germania. Lì ci trovano Viggo Mortersen Toni Servillo ex-camorrista pentito che ha aperto un risthotel e si è rifatto una vita, una vita tranquilla. Uno dei due mariuoli è il figlio, abbandonato fingendosi morto (ma in realtà emigrato) 15anni prima per salvarlo. Ma quando hai dietro una history of violence, non è che quella sparisce semplicemente passando confine... camorrista sei, camorrista rimani, per sempre.
Il film è, incredibilmente, di un regista che ci ha regalato degli anni or sono un film dove Argentero porge il toblerone a Violante Placido e fanno uno schifo, e un altro sul calcio che ho visto ma francamente non so/non ricordo. A rigor di logica doveva essere l'ennesimo filmuncolo itagliano, e invece ecco che - sarà la trasferta da emigranti e lo sforzo di fare bella figura?- Una vita tranquilla si rivela un condensato di tristezza e violenza perfettamente servito. Ben Servillo anzi, visto che il film è retto in gran parte dalla recitazione di Toni Servillo (infatti ci ha vinto il Marc'Aurelio, è importante il Marc'Aurelio eh) che con la sua faccia imperscrutabile rende stupendamente la violenza indomita di un uomo forzatamente qualunque. Ma non è che Servillo basta per fare un bel film, ci serve anche un bel film, che regge Servillo. Questo lo è.
Certo, simm' itaglian' paisà, e proprio non ce la facciamo a non metterci i sentimenti (in questo caso padre-figlio), Sentimenti©Itaglia, ricorda! Ma per una volta va bene anche così, che per questa volta il sentimento servì, servì a Servillo che serve. Vabbè, alle volte dei bei film itagliani li fanno, li girano in Germania, ma li fanno.

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