mercoledì 29 febbraio 2012

Monkey Business

L'esercito delle 12 scimmie
Trama: We did it.

Recuperato in quei lontani giorni di NEVE A ROMA! Solo per vedere quella scena della città coperta di neve e degli animali che vanno in giro liberi (come in effetti dovrebbe essere):
Il film rimane uno dei migliori di Gilliam (e lo so già che ai puristi di Gilliam gli verrà un bolo di rabbia a queste parole e "ma che stai addì Giliam è burattini, Gilliam è Monty Python, Gilliam è fantasia+ e non questo film fatto solo per Hollywood Ladrona). 
Invece mi piace proprio perché no burattini, no Monty Python. E perché c'è Brad Pitt wannabe totale con le sue manine che roteano nell'aria

Bruce Willis che si ricorda di essere un bravo attore [e comunque ad avercela la carriera di Bruce Willis (che è uno dei pochi ad aver lavorato con veramente i più grandi e con la rara capacità di farcelo scordare sempre, ad ogni nuova cazzata che dice o che fa)]. 
E mi sono ritrovarsi stupito a vedere che il roscio cattivo era quel buon'uomo di David Morse (un giorno dovrò dedicare un lunghissimo post a David Morse, un giorno, in futuro) e tutto lo steam-punkoso retrofuturo che ci piace di tute trasparenti e tubi che perdono olio.
Ma a questa nuova ed ennesima visione mi è balenato il seguente ragionamento:
Sei uno scrittore. Uno scrittore di libri fantastici, hai un'immaginazione che mezza basta a bollarti come "visionario". Tutti gli scienziati ti scherzano perché nei tuoi libri scrivi roba assurda tipo che in un futuro non meglio identificato degli uomini scaveranno un buco nella Terra e troveranno un ecosistema rimasto puro e incontaminato dal Giurassico. Tutti se la ridono e i tuoi libri vengono messi sugli scaffali contrassegnati con: Ragazzi/Fantastico.
Ti chiami Jules Verne. Poi, tipo cento anni dopo.
Sei un regista. Un giorno scrivi e dirigi tutto un film pazzesco dove delle persone si mettono degli strani costumi e lanciano un razzo verso lo spazio e atterrano sulla Luna. Tutti i registi seri ti scherzano e i tuoi film vengono buttati al macero e tu finisci nel dimenticatoio. Roba impossibile, pazza, "per passare il tempo, mica roba seria".
Ti chiami George Méliès (che tanto ora va di moda no?). Poi, tipo ottanta anni dopo.
Siete tutta una combriccola di scrittori. Nessuno crede ad una sola parola di quello che scrivete e venite definiti "scrittori di fantascienza". Immaginate i robot, i social network, le macchine che si parcheggiano da sole, la clonazione. Tutti vi leggono per "fuggire dalla realtà", che tanto "figurati! 'ste cose non potranno capitare MAI".
Siete Asimov, Orwell, Bradbury, Ballard.
Ecco. Con questi presupposti, chi l'ha detto che è sbagliato prepararsi all'Apocalisse? Al virus che ci decimerà? Al meteorite che spaccherà in due la Terra? Se li rivedi con presupposti i film catastrofici (o leggi i libri), quelli che raccontano la fine del Mondo, ti viene da pensare davvero che gli scrittori/registi/sceneggiatori di libri/film catastrofico-post-apocalittici se la rideranno di grossa quando le loro "visioni", oggi marchiate con il timbro "fantascienza", diventeranno realtà. 
Logicamente diamo per scontato che loro hanno già viaggiato nel tempo e ora sono tutti lì, nel futuro, che aspettano che il passato diventi presente anche se però è passato e quando è passato non è più futuro, avete presente?

4 commenti:

  1. un mio cult personale!
    per me di gran lunga il miglior film di gilliam, alla faccia dei puristi

    e comunque basta con sta storia, che a roma in realtà NON ha davvero nevicato! :)

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  2. ma non era Donnie Darko!?

    cmq ho ancora un po' di neve negli scarponi :DDD

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  3. IO SONO un purista di Gilliam e SI', questo è uno dei suoi capolavori!!!! ;)

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  4. Come al solito il Cannibale non capisce una fava.
    Questo sarà pure un cult, ma il miglior Gilliam resta Brazil.

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