Trama: Non solo conigliette.
Hugh Hefner, per qualsiasi uomo, è una specie di mentore. O meglio un uomo da invidiare. Insomma come non farsi scappare un po' di invidia per uno che ha vissuto la sua vita a scegliere se mettere in copertina questa foto (1964):
Oppure queste (1967):
Ok, la smetto. Passiamo al film. Tra le pieghe delle pagine appiccicaticce, come sempre succede dietro vite di immenso successo (economico, e non solo) c'è una testa che si presenta in un modo, e nasconde tutt'altro. E questo, in fondo, te lo fa invidiare anche un po' di più delle cover . Bisogna prima di tutto riportare le lancette indietro fino agli anni 50, quando da questo:
Si è passati a questo:
Come dire, si ascoltava Claudio Villa e Nilla Pizzi. Poi sono arrivati i Beatles e i Rolling Stones. Poi sì certo ci sono tutti i discorsi del corpo-oggetto, della degradazione della donna. Ma voi ve le immaginate le casalinghe anni 50 che decidono che possono dire "i like sex". Ora perché siamo in un momento storico dove la differenza tra playmate e escort è davvero molto labile, ma prima, prima no. Secondoditutto bisogna stupirsi a scoprire che Hefner non creò solo la rivista più famosa del mondo, ma uno "stile di vita", votato ad una certa eleganza e non così deprimente e macho come quello invece proprosto oggi dai magazine maschili tutti pieni di risibili articoli del tipo "50 modi per farla impazzire a letto". Lo fece coi Playboy Bar:
Quando presentò i suoi programmi televisivi, i primi ad ospitare musicisti di colore in un'America mai troppo curata dal suo razzismo:
Insomma nel documentario si racconta (quasi) zero del suo lato erotomane (il momento di mutismo di fronte a certe foto c'è, tanto per accontentare il pubblico lubrico) e c'è solo il suo lato "attivista". Terzodittutto, per chi come C&B, di riviste vive e mangia, pensare che oltre alle ragazze di cui sopra, tu dirigi una rivista che ha pubblicato Fahrenheit 451, che ha dato alle stampe l'ultima intervista a Martin Luther King prima dell'omicidio, che è arrivata ad avere 12 milioni di lettori. Sono cose che ammutoliscono, più delle tette giganti. E il film ci racconta proprio questo (forse dilungandosi troppo, e forse con un po' troppa accondiscendenza) la vita extra-conigliette di Hefner: l'attivismo politico, antirazzista, le battaglie per la liberazione delle droghe leggere, i Festival Jazz.
Insomma 40anni di un uomo che ha fatto una rivista famosa per le tette, ma che se strappi le pagine con le tette, ci trovi un magazine che ha fatto la storia americana, e non solo editoriale. Hefner pornomane, ma prima ancora grande deditor in chief, anche nel suo ostinarsi a non dimenticare il suo passato di vignettista e nel mettere in Playboy geniali autori di vignette, al pari di un New Yorker:
Un "maschile" in tutti i sensi: tette e infantilità ostentata.
Insomma 40anni di un uomo che ha fatto una rivista famosa per le tette, ma che se strappi le pagine con le tette, ci trovi un magazine che ha fatto la storia americana, e non solo editoriale. Hefner pornomane, ma prima ancora grande deditor in chief, anche nel suo ostinarsi a non dimenticare il suo passato di vignettista e nel mettere in Playboy geniali autori di vignette, al pari di un New Yorker:
Un "maschile" in tutti i sensi: tette e infantilità ostentata.
Purtroppo arriva per tutti la penosa vecchiaia. E quando negli Anni50 sei un rivoluzionario, negli Anni60 un imprenditore gentiluomo, negli Anni70 un libertino intraprendente, dagli Anni80 ad oggi diventi solo un vecchio triste, soffocato dal silicone e dalla tinta bionda delle conigliette decerebrate, una volta sinonimo di liberazione sessuale oggi sinonimo di pameleanderson a caccia di dote.
Rimangono delle cover da Scuola di editoria, tette o non tette.
Sessualità C&Besca, potrebbe interessare, ad essere maniaci. Il labirinto C&Binile. Ok, spesso (e anche volentieri) su C&B appaiono come per magia, le donnine nude. Ed ecco alzarsi (!) il coro femminista del: "Non siamo oggetti sessuali noi!" e subito il gesto dell'ombrello. Invece - come dice anche Hefner - lo siete. Ma aspettate! NON ANDATE VIA SBATTENDO LA PORTA! Perché non avete ancora ascoltato questo: lo siete ESATTAMENTE COME LO SIAMO NOI UOMINI. Eddai, banale? Impopolare? MA COSì è! Dai, un incontro, un QUALSIASI incontro tra un uomo e una donna (o tra homo e homo, o bi e bi o quello che vi pare) è SEMPRE e DA SEMPRE comandato da questo primo pensiero: me lo/la farei? Ok, state per farmi l'esempio del "sì certo, se incontri una vecchia ottantenne, non te la fai di certo" (nè la domanda nè l'ottantenne). Eppure, proprio non facendotela (la domanda), ti senti mancare qualcosa. Invece, ammetetelo, l'incipit di un incontro con una qualsiasi persona del sesso opposto (o uguale se è il caso, è uguale) sarà sempre quello: ci scoperei? Poi la risposta è quella che conta. La risposta arriva un secondo dopo la domanda. SI. NO. Me la/lo farei. Non me la/lo farei. Una volta fatta la domanda e data la risposta (processo che dura non più di 10 secondi), poi succede tutto il resto: grandi amicizie, grandi odi, famiglia o sveltine, amore o passione o tutteddue, ma sempre da "lì" si comincia. Il bigottismo di non accettare questa realtà è punibile con una risata. Parliamone, oppure foto di tette alla mail in basso per ammutolire, è uguale. E dire che a me il Porno non mi dice manco tanto, non l'avrete mai detto ve'? Come? Oggi è l'8 Marzo, Festa della Donna e io me ne esco con il post più maschilista e misogino del mondo? Ma no! Auguri a tet.. TUTTE!
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