giovedì 14 aprile 2016

CB ANTEPRIMA • Il libro della giungla

Il libro della giungla

Trama: Il libero nella giungla

Non c'è che dire, Jon Favreauauaouaoua ci sa fare.
Il cicciopallone che gli piace mangiare (a cui vogliamo bene per motivi anche un po' che con i film non c'entrano molto, qualcuno ha detto Big Meal?) confeziona quello che  - a meno di non ricordare male - è il miglior film Disney fiabesco di sempre, di quelli live action, si intende. Ci voleva poco direte voi, se il paragone è con un'Alice inguardabile, con un Oz indeciso, con una Maleficent soporifera, con una Cenerentola retrograda, tutti film per un motivo o per l'altro mai capaci di rendere giustizia all'originale a cartoni animati, e tantomeno agli originali di carta, i libri... ma più che altro erano tutti brutti film e basta.
Invece Il libro della giungla versione live action appassiona, diverte, commuove e ancora appassiona. Forse appassiona più di tutto il resto
Difficile davvero trovare qualcosa che non va in questo film, che non va seriamente intendo, e lo sapete quanto mi piace fare l'elenco delle cose che non vanno.
Già solo che nel film ci sia questa cosa qui:
è un tuffo al cuore e una botta al cerchio dei ricordi, quando tutti i film Disney si aprivano e chiudevano con il libro che si apriva e si chiudeva

Quel libro è un monito/omaggio/insegnamento, che serve a ricordare che senza quelle "cose" fatte di pagine e inchiostro, niente fiabe cari miei. Siamo tutti debitori. Sempre, prima ancora di quanto siamo debitori ai film (lo so, parole forti da parte mia, parole fortissime...).
Ecco, negli ultimi anni, persi dietro alla ricerca della star che fa questa o quella regina, persi dietro all'effetto speciale che deve stupire sempre un po' di più della volta prima, persi dietro il bisogno di fare cassa, le case di produzione (e noi di conseguenza) hanno dimenticato lo stupore semplice che una storia ben scritta - solo quella, non serve altro se ci pensi, le parole sono lo stretto indispensabile - ci scatena dentro. Benvenuti nella fantasia.
Siamo di fronte a un'operazione commerciale ingigantita, una sorta di nuovo universo condiviso anche se i film non comunicano tra di loro; ora ci stanno propinando tutti i film Disney in versione live action solo perché possono (hanno più soldi di tutti e i computer più potenti di tutti) e di fronte a quelli già girati e a quelli che devono arrivare (il seguito di Alice, Peter Pan, Pinocchio, il Genio di Aladdin, Dumbo, Elliott, Mulan, La sirenetta, un Principe Azzurro a caso, La bella e la bestia, Fantasia) ci chiediamo: stanno rovinando i nostri bei ricordi e l'animazione in generale? Voglio dire, il fatto che i regazzini di oggi cresceranno con il Baloo digitale e non con quello disegnato frame dopo frame - anche se riciclavano, eccome se riciclavano:

è per forza un male?
No, adesso non arriva la risposta saputella perché, davvero, è una domanda che mi faccio e vi faccio. È per forza un male? In fondo noi non siamo mica cresciuti con i film di Melies, no? E allora forse è giusto che ogni generazione abbia il suo Libro della giungla diverso, purché sia fatto bene. E non c'è che dire, questo Libro della giungla è fatto davvero bene.
Certo poracci i regazzini che hanno avuto questo:

Quindi non facciamo tanto i puristi dei cartoon, non facciamo troppi paragoni tra quello e 





E accettiamo di buon grado che in questa nuova versione c'è l'avventura, che è la cosa che conta; non un attimo di stanca per circa due ore. Tra salti di liane, tuffi dentro fiumi in piena, cariche di bufali e spire di serpente.
C'è l'amore paterno di "due strani papà" (e c'è da chiedersi se di nuovo sentiremo certe cazzate uscire dalle lorde e ingorde bocche di gentaglia tipo Adinolfi, che cattivo Disney grasso e perfetto sarebbe. A proposito I Due Papà è già trend del 2016, per fortuna, insieme alla coppia panda/papero e Ferrell/Uolberg), amore diviso tra i due modi di vedere la vita, quello serio e severo di Bagheera (che personaggio Bagheera, sempre adorato) 

e quello "lebowskiano" di Baloo. Quale scegliere, io so che sarei il Bagheera della situazione, facciamocene una ragione... 
ƃolq s,nɯɐʞ
Ci sono poi tutti gli altri e ognuno "recita" la sua parte a perfezione, già recita, ormai non fa più stupore pensare alla recitazione di animali fatti col computer: Kaa che sta per fagocitare Mowgli, Shere Khan che è un villain con mille ragioni per esserlo, i lupi (che a conti fatti tra un Akela se si fa scaraventare di sotto come un calzettone puzzolente e una Raksha che sta tutto il tempo a dire "sei mio figlio sei mio figlio" poi appena le dicono "ci sarebbe l'idea di portarlo via" lei "va bene ciao", ci fanno un po' la figura dei coglioni a dire il vero), i vari joker (animaletti piccoli e pucciosi, isterici e ghiottoni, da un momento all'altro ti aspetti che arrivino Pumba e Timon...) e poi lui, quello che di certo è il più affascinante, gigante, pazzesco personaggio del film: Re Luigi
o meglio dire il Colonnello Kurtz versione primate
La citazione (evidente, c'è persino una scena in cui l'immenso orango si passa la manona sulla testa) è favolosa per chi ha visto il film di Coppola, una lunga scena che ricalca l'arrivo di Willard nella città antica e popolata di "schiavi" in cui Kurtz ha fondato il suo regno, 
Perse completamente tutte le buffonerie, queste:
il Re Luigi di questa nuova versione è un villain che trasuda pazzia da ogni pelo, inquieta, intimorisce, è bellissimo e tristissimo insieme, sovrano su un trono da cui non schioda - lo dimostrano i peli da decubito che rimangono incollati alla roccia quando si alza per aggredire il cucciolo d'uomo - padrone di un regno che non vale nulla.
E infatti è un gran peccato quando dopo tanta inquietudine e paura, si mette a cantare jazz-gospel la canzone della versione Disney, che stempera la sua forza comunicativa. In effetti i due momenti musicali (anche quello di Baloo) sono le cose che stonano di più, rispetto al realismo di certe indoli animali per nulla antropomorfizzate come nel cartone.
Quello che forse colpisce più di tutto, è che questo film è davvero pieno di pericoli, insidie, cattivi più o meno dichiarati: la giungla è 'na giungla.
La tigre, il serpente, l'orango sono i cattivi appalesati, ma le cariche di bufali, i frutti velenosi, i furetti ladri, l'uomo col suo fiore rosso (il fuoco), persino Baloo, all'inizio, non ha molto chiaro il da farsi, se sfruttare il ragazzino per suo tornaconto personale a costo di vederlo precipitare da un dirupo, o aiutarlo.
Un bel film per ragazzi senza sbavature, con l'azione tenuta altissima (la lezione dei film Marvel è stata completamente digerita da Favraoaoiaouaou) e con un 3D funzionale, almeno questa volta, sembra proprio che gli ambienti naturali siano i più adatti al 3D, da Avatar a Vita di Pi, la natura è l'ambiente migliore per la tecnologia avanzata, che favoloso ossimoro. È il cerchio della vita amici, è il cerchio della vita...
Certo, bisogna sopportare il fatto che l'unico attore vero è un ragazzino brutto con una perenne faccia da cazzo. Si può dire che un ragazzino ha la faccia da cazzo? Pare brutto? Giudicate voi
OH! Ci stanno ragazzini brutti, don't "i ragazzini sono tutti belli" me, ci stanno quelli belli e quelli brutti, e questo è brutto. Dai lo vedete anche voi che con evidenza lapalissiana ce lo ritroveremo, tra dieci anni, in quegli articoli tipo "I dieci ragazzini dei film cresciuti orrendi" - subito prima di quello del Sesto Senso, subito dopo Anakin bambino.
Comunque la giungla va un casino quest'anno:

Il doppiaggio italiano fa leva sulle voci maschili (Marcorè e Magalli non sono nuovi al doppiaggio e si sente), mentre quelle femminili (Mezzogiorno e Placido, le figlie...) meglio accantonarle. Questi i doppiatori originali, certo ben altra caratura. C'è pure Gus Fringe...
Ah, ormai le sale di doppiaggio stanno diventando più popolate di star dei set dei film Marvel.
Illustrazioni della giungla (tra locandine e cover di libri), da rimanere ipnotizzati

con una collezioni di ritratti sul finale davvero fica fatti da questo tizio qui:

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