lunedì 11 marzo 2013

IL GRANDE IMPOTENTE OZ

Il grande e potente Oz
Trama: L'Oz è il padre dei Wiz

Il grande e potente Oz è un brutto film. Non brutto quanto Alice di Tim Brutton, ma lontano mille miglia dall'idea di film che poteva uscirne fuori. 
Potreste anche smettere di legger qui, invece perché non continuare? Di cose da dire ce ne sono, e quasi nessuna di queste è positiva.
Prima di tutto grazie Disney. Grazie per aver tenuto il peggio alla fine. Avevi i diritti di Oz da cento anni e te li sei giocati nel momento peggiore, oggi; oggi che vanno di moda i film sulle fiabe (e non ho detto film fiabe, quelli, come si dice, sono un'altra storia) e sono brutti e orrendi e penosi. E anche quando li salvo, è anche un po' per disperazione.
Ed eccoci al momento tanto temuto, cerchiamo di dimenticarci per un attimo l'adagio "te lo dovevi aspettare"... ok? Sennò la recensione la chiudevo a frase 1. Eccoci a vedere la prima trasposizione Disney del mito di Oz. Forse hanno confuso con Ozio.
Eppure io non me l'aspettavo, ci volevo credere, volevo pensare che per una volta i miei ricordi, così come lo ricordo io Oz, fossero rispettati nella loro poetica fantastica. Ci ho creduto perfino quando mi hanno strappato il biglietto, che era verde smeraldo pure lui, per puro caso
E invece fantastoca.
Dunque, la Disney, carica dei soldi dell'incasso di Alice produce subito subito un prequel di Oz, quindi niente Dorothy, niente scarpette rosse, niente leone, taglialegna, spaventapasseri, al loro posto altri. 
Seguiamo le avventure molto poco rocambolesce di questo Mago ciarliero e ciarlatano, in un primo quarto d'ora in bianco e nero (in questo almeno si rispetta la tradizione), un bellimbusto fascinoso quanto vuoto, egocentrico quanto bugiardo, Chicken quanto Broccolo.

Si tratta del Mago DonascimentOZ, interpretato da un James Franco che fa rimpiangere se stesso in praticamente ogni film da lui interpretato, pure quello delle scimmie. Il suo Mago OZthelma (probabilmente per chiari dettami "stilistici") pare un miscuglio mal riuscito di Johnny Depp nei Pirati dei Caraibi + Johnny Depp in Willy Wonka + Johnny Depp in Alice. Capite da voi cosa ne può uscire fuori: mossette a più non posso, overacting che probabilmente gli hanno detto "Jimmy, fai un po' come in The Artist, fai l'esagerato, fai come fossi in un film muto vecchio. Daje. 


Fai le mossette che poi con Photoshop ci mettiamo tutte le cose che distraggono da quanto stai recitando male". Fastidio.

E lui lo fa, perdendo ogni credibilità. Stesso dicasi per i suoi compagni di viaggio. Una scimmia volante vestita come Tim Roth in Four Rooms, antipatica e inutile - dio santo, quella scimmia NON FA NULLA! Io mi aspettavo, minimo, almeno un tardo risveglio sul finale, non so, sai un po' alla Neville Paciock, e invece il nulla, l'apatia, l'immobilità e i tempi comici di un paguro imbalsamato. 
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Anche quest'altra sì che ha verve
Se la scimmia doveva essere il "fonzie" del gruppo hanno proprio scommesso sulla scimmia sbagliata. Non saprei dire se con il doppiaggio di Zach Scrubsbraff le cose vanno meglio, ma tanto mi è sempre stato antipatico Zach, quindi.
C'è poi una bambolina di porcellana, oggetto inanimato e fragile (un po' unione tra spaventapasseri e taglialegna) che serve più che altro a accudire le bambine in sala con dei "checcarina", "cheddolce". Riuscita a livello tecnico (la computer graphic regge, nulla di roboante, ma ok), il personaggio diventa antipatico nel giro di un nanosecondo.
E poi? Non sono sempre stati tre? Sono sempre stati tre... e invece no, solo due compagni di viaggio per questo Mago GalbOZsera per nulla affascinante. Pur vero che è un po' difficile immaginare che James Franco poi sarebbe diventato così:
Ci deve essere un'aria irrespirabile nella Città di Smerdaldo.
Lo sapete, OZ è la mia fiaba preferita, ognuno ne ha una, Oz è la mia. Le motivazioni vengono da lontano, ovviamente, da ricordi di letture genitoriali e da letture personali in diverse fasi della mia vita. E riconoscersi nei tre compagni di viaggio di Dorothy è naturale (probabilmente più facile per un uomo che per una donna) quanto interessante. 
Il mio preferito? Ovviamente lui
[sì l'ho fatta io mille anni fa, ok?]
Il cuore che senti mancare. L'immobilità della ruggine. Sapere che forse muovendoti sentiresti quel battito, ma la ruggine. La ruggine. 

Forse pensi troppo, come lo Spaventapasseri?

O forse sei solo codardo, Leone che si imbelletta la criniera e poi al primo bosco notturno si spaventa...
Ma l'Omino di Latta è proprio il mio preferito. Nel nuovo Oz non c'è nulla di tutto questo. Vedo lontano mille miglia, alla fine di una strada lastricata di smartphone, la possibilità che i bambini di ora si possano davvero appassionare al film, riconoscersi in solo uno dei personaggi e ritrovarsi adulti a chiedersi quale più li rappresenta ancora dopo tanti anni.
E a dire il vero l'unica fiaba contemporanea che mi viene in mente è solo e sempre Harry Potter.
Di solito - almeno nelle ultime trasposizioni fiaba-cinema - capita di leggere che regista, sceneggiatori, attori, hanno "cercato di dare alla fiaba due letture, una di puro intrattenimento per i più picocli, ma anche una lettura più adulta, in modo che anche i genitori potessero gustare il film". In Oz non v'è né l'una né l'altra: il piattume del divertimento bambino è una pianura dove non crescono i fiori, forse giusto i papaveri soporiferi: le battute sembrano scritte da un comico di Zelig, giocate poi con tempi comici astrusi, pause sbagliate, grigiore stilistico (e dire che il grigiore poco si adatta ad OZ, mondo che riesce a portare colore nella vita in bianco e nero di Dorothy). E per la lettura adulta, ma andiamo, si risolve tutto in due battutine del Mago GabrielOZ sul fatto che si scopa tutte le streghe...
E lo sapete, c'è un momento esatto in cui la rassegnazione (che alle volte può aiutare a farti sopportare un film e cercarne comunque il buono) diventa fastidio: quando arrivano i nani ballerini.
I nani sono l'ultimo baluardo di una risata becera, ne abbiamo parlato tanto a proposito di come i due film su Biancaneve trattano la figura dei nani, e oggi, nel 2013, dopo Il signore degli anelli, dopo Harry Potter e dopo Games of Thrones, tu proprio non puoi farmi i nani ballerini, è un offesa alla mia e alla tua intelligenza (oltre ovviamente che per tutti i nani); e voglio credere che James varie lauree Franco e Sam Raimi questo lo sappiano. 
E si torna alla Disney. 
Quando esattamente la Disney è diventata il Male? Quando, di preciso, è passata dal lato oscuro della forza (!)? Sono solo i soldi che l'hanno cambiata? Come la Chiesa? O sono io che sono cresciuto? Eppure io mi ricordo la cattiveria assoluta di Crudelia de Mon, l'innegabile pedofilia del Tricheco baffuto, l'odio di Capitan Uncino (ovviamente il Cattivo è sempre il metronomo per la riuscita di una fiaba, ovviamente). Mi ricordo le emozioni, mi ricordo il coraggio, le trasmutazioni, le bislaccherie, il divertimento urca urca tirulero e ne faccio bagaglio irripetibile? Cioè ormai guardo tutto con occhi filtrati dalla mia veneranda età e vivo nel continuo auto-convincimento che "non ci sono più i film Disney di una volta". E, nel particolare di Oz, mi ricordo la Paura delle scimmie e della strega:
Ora la Disney è schiava del CGI, compra Pixar e Guerre Stellari, compra tutto la Disney, è un orco che fagocita bambini e caga arcobaleni, solo che i bambini a quel punto sono morti e alla fine dei colori c'è sì la pignatta piena d'oro, ma trasformata in conti off-shore per i dirigenti.
Oz mi ha fatto innervosire, perché io AMO Oz, amo Dorothy nella sua palese diversità con Alice. Alice principessina inglese sul pisello del suo inventore (!), antipatica e "signorinella", che fugge nel suo "mondo ideaaal" per poi fare sempre la svampitella "oh e se mangio questa? Oh e se bevo quest'altra?". Mentre Dorothy, Dorothy che cacchio ne sa chi è Puccini?! Dorothy è una scafatella del Kansas, destinata ad una vita in fattoria curva a mungere vacche, la cui vita è in bianco e nero. Ma che, nonostante tutto, sa prendere dal Bene dagli zii, dagli amici anche se più grandi di lei, e dalla vita di campagna prende tutta la sua energia e, nonostante torni più e più volte a Oz, sarà sempre spinta dalla regale (ben più regale della noia che fa addormentare Alice mentre sorella antipatica e madre lagnosa sono sul praticello a non fare un beneamato nulla) voglia di tornare a casa. La sua casa. C'è da diventare la sguattera della Strega? Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro, ops, mi è caduto un secchio d'acqua... (se, caduto...)
Ma torniamo al film. Ripeto, il film è brutto, bloccato nella sua inconsistenza, sembra non succedere nulla mai, si spera per tutto il tempo in un momento di epicità, in uno sguardo più ampio sul mondo di Oz e sui suoi contrasti, sui suoi abitanti, tanto diversi, alcuni atrocemente buoni altri candidamente spietati. E invece no, invece per tre volte (tre cicli che si ripetono ad ogni apparizione di nuova femmina) assistiamo solo alle mossette del Mago Di ArcellOZ che ci prova con le tre streghe di turno, che meritano, ovviamente, un capito a parte.
La cattiva tout-court Rachel Weisz, l'iraconda e tradita Mila Kunis e l'eterea e bamboccesca Michelle Williams sono le tre streghe che cascano ai piedi del Mago GalbuserOZ, che tutto preso dalle sue bugie (dentro e fuori dalla scena), si limita a fare allusioni sessuali che danno solo sconforto. 
Le tre streghe e le loro dinamiche sono, molto semplicemente, insulse. Oltre ad una colpevolissima bidimensionalità, le interpretazioni "ammazzano" quanto di "bono" poteva esserci (sono effettimamente tre belle ragazze, ognuna con il suo modo di esserlo).

Ma Rachel Weiz è paralizzata, Mila Kunis che continua a fare quel gesto con la mano che manco Bela Lugosi ed è vestita come una tanghera argentina

Michelle Williams che pare fatta di metadone, in un modo soporifero di fare la "dolce"

Rivoglio la mia Strega buona del Big Babol

Le interazioni con il Mago OZurlì sono macchinose, il film è costellato di salti di montaggio impediscono una vera fluidità, ma proprio salti fosbury, e la battaglia finale, che per antonomasia dovrebbe essere il climax, o perlomeno un climax, si riduce a dei macachi volanti

un po' di Dragonball [cit.]


e qualcosa che sembra Bastardoz senza gloria con il Mago PanciOZne che appare nel fumo.
Inoltre ditemi voi dove una strega che è appena diventata verde e controlla il fuoco con la sola imposizione delle mani si fa spaventare da dei fuochi d'artificio. Manco a Disneyland.
Sam Raimi è un regista mago dell'horror, e ripropone sempre delle cifre stilistiche tipiche dell'horror (vedi Osbourne in Spiderman, ma non vedere Spider Man 3), e alla notizia che sarebbe stato lui a dirigere (ma non digerire, evidentemente) OZ avevo sperato, e molto. Le streghe. Ci siamo capiti.
E invece siamo lontani dalla bellezza, e nessuna Dorothy si arrenderebbe mai a queste tre tizie in vestiti di piume e pailettes. Aridatece la strega originale, guardate che bel colorito verde broccolo

Invece, quando Mila Kunis diventa la Strega dell'Ovest, ci si propone un'indigesta strega imbolsita e patetica; poi qualcuno mi spieghi chi ha visto nel viso 16:9 di Mila una strega arcigna, tanto che infatti sembra una strega verde soto botox.
Unica lancia da spezzare in favore di Raimi, in un guizzo che arriva però fuori tempo massimo, è quando ci ficca dentro un'unica e sola scena degna di lui, l'apparizione di una delle sue streghe orride, porrose e dai denti marci, quelle che ti fanno saltare sulla sedia, con le dita ad uncino e le pupille a spillo.
Ah no, ce n' un'altra: i titoli di testa, francamente molto riusciti. Certo un po' poco per un film di due ore e passa.
Poco, troppo poco, soprattutto quando, nel finale, si torna impuniti nell'imbecillità, di nani arrabbiati che fanno sempre ridere, ma mai come i nani ballerini - e nessuno venga a dirmi che i naniballerini c'erano anche prima

che qui corre la differenza tra gli oompa-loompa originali e quelli dell'orrendo Wonka di Brutton (sempre lui) - e di vecchioni omoni neri saggi con la lunga barba bianca usciti da non si sa dove.
Mi aspettavo poi - da bravo nerd - anche qualche citazione agli altri Oz. Il leone codardo è relegato ad una roba che manco in Narnia è stato peggio, si accenna agli spaventapasseri (che però qui non sono animati. boh.) e nessun rimando a noi taglialegna, sono stati proprio senza cuore. Mentre invece - unico vezzo - ecco apparire in bella mostra un ragno fluorescente mentre tesse la sua tela.
Ok, ripeto che probabilmente le aspettative sono sempre quelle che poi ammazzano il risultato. Ma che male c'è a rimanere con la propria voglia di sognare ad occhi aperti? Non è per questo che ci hanno raccontato le favole prima di andare a letto?

Io volevo un Oz pauroso come è stato quello strano esperimento anni Ottanta (e invece non c'è un attimo di vera inquietudine), o volevo l'innocenza e il candore dei tre compagni di viaggio, che poi sono l'uomo perfetto (cuore, coraggio, cervello), diviso per tre. Invece ho avuto Bruce Campbell col nasone e James Franco e Mila Kunis che saltellano come degli idiota sulla strada lastricata di mattoni ma forse erano panetti di coccoina? Sono ben diversi i saltelli felici di un tempo

Ma forse ho imparato la lezione: non nutro nessun entusiasmo per Jacktantomento per Hansel (va un casino quest'anno) & Gretel. Certo però il Pinocchio di Del Toro! La Cenerentola di Kenneth Branagh! La Bella Addormentata con Angelina Jolie! Che entusiasmo!
Brutto mondo per la fantasia. Se avessi avuto un cuore, avrei pianto.

5 commenti:

  1. Non l'avrei mai visto, non è proprio il tuo genere.
    Ma le tue recensioni sono, in parecchi casi, anche meglio dei film stessi.
    Per questo e per altri motivi, da questa settimana figuri nei pochi eletti del mio blogroll.
    Poi ci sentiamo per le percentuali sugli accessi. ;)

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  2. :) e della grafica non mi hai mai detto nulla... che dici l'ho passato il grado di Padawan?

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  3. Volevo solo dire che almeno 1/3 della rece è farina del sacco di Alabama.

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