venerdì 5 febbraio 2016

Cronisti d'ASSalto

Il caso Spotlight

Trama: Colonna infiammabile

C'è questa cosa che sta succedendo di fare i film estremamente sociali, che parlano di cose successe non troppo tempo fa, cose molto pesanti, che sono successe e alcuni hanno investigato, altri ne hanno approfittato, altri ancora ci si sono scontrati, e, da qualsiasi parte la vedi, non è cambiato niente, è tutto come prima. Infatti uno alla fine si chiede: a che cazzo è servito? Solo per farci un film qualche anno dopo?
E ne parlano con toni poco "hollywoodiani", nel senso che non sfruttano la lacrima facile anche dove potrebbero. Il che da una parte è una pratica sana, perché attenersi al fatto senza tanti sensazionalismi rende tutto più vero, ma dall'altra stempera un po' l'empatia con il film. Almeno a me la stempera.
C'è stata Cate Blanchett che svelava la verità su un caso giornalistico in TV, ci sono stati quelli che hanno cercato di spiegarci la crisi finanziaria americana, e ora ci sono questi giornalisti che scoprono uno scandaloso scandalo legato a preti pedofili. Per cui comunque hanno vinto il premio Pulitzer, mica fischi.

Solo che poi i giornallisti scoperchiano i vasi di Pandora, rivelano gli scandali - e questo era veramente atroce: preti pedofili scoperti che invece di venire spretati e processati, venivano "coperti" dalla Chiesa e semplicemente o messi in "malattia" o trasferiti, liberi di continuare le loro pratiche e prediche. 
Avevamo già visto che il problema è più grave di quanto si voglia ammettere in questo documentario qui.
E insomma ogni tanto queste cose orrende escono fuori e poi non succede NULLA! Passa un mese e tutto come prima, tutti si scordano e poi fanno i Family Day invece di distruggere la Chiesa tutta.
Ora, quello trattato dal caso Spotlight è un tema delicatissimo, e CB non è certo fatto per trattare temi come questi, o meglio, il tono non può che essere molto grave e contrito, non è che puoi raccontare le barzellette su questo tema, a meno di non essere Ricky Gervais:

Quindi, tralasciando l'importanza e la gravità del caso Spotlight (avrete notato infatti che non ho fatto giochi di parole del caso, no?) voglio solo dire che questo film è molto sopravvalutato. Addirittura il più appetibile candidato come Miglior Film dell'anno (con DUE enne, non cederò a questi facili giochetti, diavoli tentatori)? Ma non scherziamo. Allora meglio Room guarda, anche con la sua parte un po' lacrimevole.
Sarà che forse sono un po' stanco anche dei cast "con il candidato al/vincitore del oscar" (in questo caso Tucci/Keaton/Ruffalo), ma questa volta si è ampiamente regalato fior di candidature a destra e manca. 
Che passi per Mark Ruffalo (e sta già a tre, nessuno lo prende per il culo però, eh?) che ha l'unica parte degna di nota di tutto il cast

e che amiamo incondizionatamente senza farci domande (e comunque non vincerà. Non può vincere contro il Tom di Revenant), ma da qui a candidare il regista ce ne passa. 
Voglio dire, capisco che magari un film può riuscirti male e un altro bene, ma un regista che ha fatto, solo un anno fa, The Cobbler, minimo ne doveva passare una decina in penitenza dietro la lavagna. Invece fa un film e viene osannato, tutti immemori della colpa del film precedente eh! Allora come la mettiamo? Assistiamo a questi scempi e che facciamo? Giriamo la testa e facciamo finta che The Cobbler non esista? Non si può!
A parte quest, credo sia proprio il caso di parlare della candidatura di Rachel McAdams. Ecco, che storia ricordi non esiste candidatura più REGALATA di questa. Neanche l'oscar a Judi Dench per 8 minuti di Elizabeth. Ma guarda, neanche quella di William Hurt per A History of violence. Vi giuro, scandalosa davvero. Nel film lei non fa nulla! Ma non tipo che è brava a fare nulla, proprio giusto appare qualche volta, dice due o tre battute, si beve una birretta, lascia un ritaglio di giornale su una scrivania e se ne va. Non ha neanche un accento o che ne so, qualche scena madre, è solo una sfocata ragazza nel cast, nella redazione del giornale c'ha il peso di una stagista addetta ai necrologi. E si è beccata la candidatura

che se non avessi ripetuto già dieci volte il concetto che tanto ormai la candidatura ce l'hanno avuta cani e porci ci sarebbe di che scandalizzarsi.
Almeno per il personaggio di Ruffalo patteggi perché ci mette cuore e empatia con le vittime.
Le altre candidate come Miglior Attrice Non Prota sono Jennifer Jason Leight per 8ul Eight che non mi hanno invitato all'anteprima e per questo sono diventato l'hateful nine, Rooney Mara per Carol che non ho ancora visto, Alicia Top of the Topa Vikander per Danish Girl e poi, quella che spero vinca insieme a Leo per poi gridare insieme siamo la coppia naufragata più bella del mondo!, Kate Winslet per Steve Jobs, a cui - anche se mi mancano tre film all'appello - darei la seconda statuetta, anche solo per non rimpinzare le fila delle "vincitrici di oscar" che poi i poster si continuano a riempire solo di scritte "dal vincitore di oscar". E anche per vederla insieme nelle foto con Leonardo.
Tornando al film.
Il merito lampante della sceneggiatura, candidata pure lei, è quella di essere scarna, molto "giornalistica" nell'accezione letteraria del termine. Non usa sensazionalismi, anzi a volte ci va giù pesante proprio con la scelta di chiamare le cose con il loro nome; se c'è da dire "pompino" dice "pompino" e tu poi pensi "cavolo, stanno parlando di una storia vera. E di ragazzini. E di preti. E di pompini. Pesantissimo."
Ma oltre a questo il resto è un film merita minimamente l'apprezzamento così alto che invece sta avendo. Cioè ora mi stai dicendo che fare un film senza guizzi di cui nessuno si ricorderà tra sei mesi, con un cast di nomi più o meno noti e con temi più o meno profondi merita l'oscar come miglior film? Ah.
Il più bello e pesante film su un caso di pedofilia rimane Capturing the Friedmans.
Micheal Keaton direttore del giornale ci fa fare un dolce tuffo nei ricordi di un film che non vediamo da decenni, Cronisti d'assalto, come se Michael avesse fatto carriera.
GeoffreyOwens

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