lunedì 15 febbraio 2016

SIAMO SERIAL • Netfic

L'avete capita? Net... fic... Ah. Ah. A... Sì, trasudo maschilismo in barba alle serie TV con protagoniste femminili con le palle (e alle volte nel senso di "che palle") di cui andrò a parlare, e allora? Ma prima, signore e signore, il solito pistolotto introduttivo che tanto vi piace.
PISTOLOTTO INTRODUTTIVO CHE TANTO VI PIACE
Allora, ho già detto e ripetuto che le serie TV sono morte, RIP, KAPUT, Aurevoir Shoshanna. Tanto che sono almeno tre mesi che non facevo il punto sulle serie viste o meglio dire interrotte. 
Il fatto è che non accennano a rinascere, non riescono ad avere la mia attenzione come un tempo, sono tante, troppe, e più ne vedi più ne scoperchi le magagne, i trucchi, e quando sai già cosa dirà il protagonista anticipandone la battuta (sono sicuro che sarà capitato anche a voi, di avere una battuta in testa), non è che siamo noi superintelligenti o sceneggiatori mancati, sono loro che vanno sul sicuro.
Dico una che sia una, non c'è, che vale anche solo il mignolo (del piede, notoriamente una cosa utile solo a scontrarsi con i piedi del letto di notte) di Breaking Bad o Mad Man, che sono state - e ogni volta che inizio una serie nuova lo penso più fortemente - il picco massimo della serialità. Del decennio. 
Ve lo dico io, fateve servì, passeranno almeno altri 5, 6 anni così, con serie che al massimo saranno un "sì vabbé ma vuoi mettere con BB o MM?", mentre tutte le altre saranno inutili, anche quando le vedrai tutte, saranno inutili.
Non voglio fare il menagramo d'un menagramo, ma fatevi anche voi un esame di coscienza: da quanto, davvero, non gridate al miracolo vedendo una serie TV? Ve lo dico io da quanto, da questo momento qui:
Detto questo torniamo a bomba all'argomento principe di questa selezione di serial TV (ma anche di tutta la vita, ora che ci penso): la fic... il miracolo della donna. Esploriamo le diverse forme (!) della donna nel serial TV contemporaneo, con 4 serie che ho visto (anche se due le ho interrotte... serius interruptus).
Jessica Jones 
Trama: Divano e Jessica

Dopo quel miracolo cinecomico (suona male, non era così comico) di DareDevil, Netflix mette in forno la serie di Jessica Jones, una tizia di cui non avevo mai sentito parlare, ma d'altronde, se dovessi conoscere tutti i personaggi della Marvel non avrei tempo libero, e io al mio tempo libero ci tengo, devo usarlo per vedere film.
Jessica Jones è lei:
una tipa molto tosta che i più scaltri di voi avranno riconosciuto e ricordato (sempre a proposito di BB) l'ultima volta che l'avete vista, e cioè su quel letto giallo, affogata nel proprio vomito:
La tipa ha superpoteri, ma non sono poi così super, ha tipo solo una superforza, sai che ce vo' ad avere la superforza. Per il resto è una che sbarca il lunario facendo l'investigatrice privata. Ad un certo punto succede che arriva dal suo passato un tizio cattivissimo che come potere ha il controllo della mente e si veste malissimo.

L'attore è quello della linguetta in quel Harry Potter ma dicono dalla regia anche un fichissimo DOC WHO che però non ho mai visto, quindi per me rimane linguetta. Il cui superpotere come attore è farsi zommare addosso


E di rosicare tantissimo. Esatto, il suo grande odio per Jessica è dovuto alla rosicata. Dimme un po'.
La serie va a singhiozzi, ci sono puntate belle, altre di lungaggine inutile. La protagonista funziona, non sta mai davvero antipatica e fa bene il suo lavoro di essere donna oggi, vivere il prodigio del suo ciclo mensile (sessista pure questo ve'?), con gli alti e i bassi del suo essere donna selvaggia donna.
Ma c'è qualcosa che non si incastra bene. Se in DareDevil filava tutto liscio e finalmente vedevamo un eroe Marvel senza tutina ridicola, bello darkettone e contemporaneo tanto da sembrare un prodotto DC alla Nolan (il che era ancora più sorprendente visto che i prodotti televisivi della DC sono fatti solo per le ragazzine tipo Arrow o Flash) e riuscivamo addirittura a scordarci di Ben Affleck (ora Batman, continuo a non fare pace con questa cosa che un attore fa un supereroe e poi ne fa un altro, ne parliamo prossima settimana che vedo Deadpool), Jessica Jones non riesce a trovare una sua personalità definita. Parlo proprio di regia e storia, senza mai una scena da ricordare, una puntata particolare, un guizzo che ti sorprende.
Si perde in bicchieri d'acqua, in chiacchiere inutili e personaggi tagliati con l'accetta che peraltro hanno storyline di nessun interesse (il vicino drogato per forza? La sorella matta?L'unico fico è il poliziotto cattivo/buono/cattivo) o peggio ancora personaggi stereotipatissimo come la lesbo molto forte con il tailleur (in questo caso una rediviva e redibotoxata Trinity) che sembra uscita dal 2002. Si fa in tempo anche a sdoganare scene di sesso interracial e super con Luke Cage, un nerone alto due metri che sarà poi il protagonista del prossimo serial Netflix, che nonostante la stazza eil supertoblerone è un cagacazzi romanticone mezzo depresso. 

Poi fanno il Punitore. E poi li mettono tutti insieme. Un'altra cosa con cui non faccio pace è questa progettualità serializzata di cinque anni in cinque anni. Forse era così anche prima, ma non ce lo sbattevano in faccia come a dire: tanto lo so che vedrete TUTTO quello che produco.
Insomma JJ non completamente bocciato, ma certo non entusiasmante.
Ma, almeno, di certo meglio di:
Blindspot
Trama: W.W.W. mi piaci tattoo

Dunque. Questa l'ho interrotta subito e neanche so se poi è andato avanti o meno, fammi controllare...



...sì è continuata e addirittura rinnovata per una seconda stagione. Vabbé informazione inutile tanto a malapena sono riuscito ad arrivare alla fine della prima... puntata.
Già il presupposto di tutta la serie lo trovo debolissimo: una tizia viene ritrovata dentro una sacca (di Ikea? Ti piace la sacca gialla? Prendine una blu con una donna dentro!) al centro di Times Square. Arrivano gli artificeri e aprono la sacca, dalla sacca esce questo popò di figliuola qui:
(che è una delle amichette di Thor) Brutta? No dico, brutta?
La tipa è completamente ricoperta di tatuaggi. La tipa non si ricorda nulla, né chi è, né chi l'ha tatuata, né perché è lì. La prima cosa che gli dicono i poliziotti è subito molestia sessuale:
VENIRE RITROVATE NUDE E SENZA MEMORIA IN UNA SACCA A TIMES SQUARE NON È CONSENSO!
Insomma la tipa viene tascinata alla centrale dove conosce un tizio burbero ma giusto, bravo nel suo lavoro perché non è che puoi fare il poliziotto a NYC se sei una mammoletta.
Si capisce presto che i tatuaggi della tipa sono in realtà tutti dei messaggi in codice  - ma va - e vanno decodificati per capire chi è chi non è eccetera. 

Insomma una roba alla Prison Break. Alla fine del primo episodio si capisce che la tizia è addestrata come una vera soldatessa e si definisce l'andamento della serie: i due divanteranno una coppia di investigatori particolari che ogni settimana risolveranno un caso ma contemporaneamente dovranno capire chi è la tipa. Non gli basta il fatto che è così fica? A me basterebbe, non mi servirebbe sapere altro.
Comunque la cosa più fastidiosa di quando i serial TV tirano in ballo i tatuaggi è che per farsi quella quantità di tatuaggi, e poi così dannatamente particolareggiati, ci vuole UNA VITA. Questi invece spariscono due giorni e si ritrovano tutti tatuati.
Sogno un serial dove al posto di quei trasferelli arriva una tipa con tatuaggi del genere:
Deciframi questo, bitch! Ci vuole l'FBI...
Quantico
Trama: Ma Quantico belle figlie madama dorè

Quantico l'ho seguita per molte più puntate di Blindspot, addirittura tipo 5. Poi ho mollato anche questa. Attenzione però, non perché non mi piacesse, ma perché me so scordato. Può capitare.
Mi piaceva che avessero creato una cosa uguale uguale a Grey's Anatomy (o comunque quelle serie molto romance) ma con sfondo poliziesco/terroristico.
La storia è che questa tipa, un'altra niente male
entra nell'accademia di Quantico, dove addestrano gli agenti dell'FBI (da dove sono usciti personaggi fondamentali della nostra vita tipo lei
jodie foster the silence of the lambs clarice starling
o lui:
Tutti quelli dell'accademia sono o stronzi o bravi, o tutt'e due, oppure uno sembra buono ma è cattivo e l'incontrario, tutto può accadere.
Contemporaneamente seguiamo anche la storia di un attacco terroristico tipo Torri Gemelle, per cui la tipa viene accusata e quindi si deve dare alla macchia.
Quindi due piani temporali: lei all'accademia che è la più brava di tutti + lei in fuga che cerca aiuto dagli ex-compagni di accademia che a quel punto si rivelano stronzi e no.
Il tutto condito da molti momenti romance, incastri di sguardi, scopate varie ed eventuali, tanto che la parte nell'accademia sembra quasi un teen movie ambientato in un college.
Ripeto, la serie è un buon mix di azione e romance. Almeno fino alla 5a puntata, dove poi mi sono scordato di continuare.
Scopro ora che la protagonista ha vinto un meritatissimo premio dalla forma equivoca
C' è una serie che invece non mi scordo, ci sono arrivato tardi lo so. Sono all'inizio della terza serie, la prima e la seconda divorate in una settimana. Sì, tanto ho detto tanto ho fatto, mi sono abbonato a Netflix, ma questa, come si dice, è un'altra serie storia. Parlo di:
Orange Is the New Black
Trama: Figa da Alcatraz

OitnB parte proprio a bomba. La prima stagione è uno degli esempi di dramedy (drama + comedy) migliori degli ultimi anni. Dosi di divertimento calibratissimi e condivisi alla perfezione con la gravità di certi temi (il carcere, l'abuso sessuale, l'omicidio, le doppie punte).
Piper - la protagonista e contemporaneamente, come spesso succede, la più scialba e odiosa - è una wasp newyorkese che si fa incarcerare per dei reati di traffico internazionale di droga, abitudine che aveva una decina di anni prima, quando stava con Alex, pin-up lesbo. 

Adesso Piper è una modigerata ragazzetta dell'upper class, che una volta sbattuta in gattabuia (in tutti i sensi) affronta, attraverso le amicizie e gli scontri con le altre carcerate, tutta una serie di umanità diversa dalla sua.
Tutto molto bello, gestita benissimo, con il meccanismo alla Lost di farci vedere, per ogni personaggio (tutti bellissimi) un flashback che ci racconta chi erano prima di indossare la divisa arancione: c'è la russa che ora è a capo della cucina e fuori era affiliata alla mafia, c'è la nera pazza che viene da un passato di tristezza e "diversità" perché un "diversa", c'è la tizia malata di cancro che si scopre essere un'ex rapinatrice di banche. Per ognuna scopriamo pian piano il reato e la psicologia. E sono tutte scritte un gran bene, hai voglia di sapere come sono finite lì dentro, hai voglia di conoscerle tutte meglio. Tranne Piper, ovviamente, che è una fica tra le più secche e scialbe che serialità americana abbia mai conosciuto. Lei e i suoi "i'm so so so so so sorry" ogni due puntate.
Il "ma" arriva purtroppo molto presto, ed è, paradossalmente, colpa dell'ottima scrittura, proprio colpa di quella voglia di dare più minutaggio ai personaggi secondari: tutte assumono un'importanza pari a quella della protagonista, quando non di più, e quindi finisce tutto per diventare una serie di spot un po' slegati con cui accontentare tutti, ma proprio tutti; non aiuta la divisione razziale evidenziata nel serial, e che avrà creato anche nei fan i vari gruppi di ascolto: nere che vogliono vedere più nere, ispaniche che vogliono vedere più ispaniche. Di certo sono accontentate le lesbiche (e gli uomini tutti) perché di scene saffiche ce n'è in abbondanza.
In OitnB ci sono molte lesbiche che girano per il carcere (di minima sicurezza, tanto minima che a volte sembra che stanno in un ostello della gioventù) ad infilare lingue e dita in vari orifizi. E se nella prima serie ache questo aspetto era ben calibrato, pian piano diventa un fan service per arrapare i più dove tutte baciano tutte (esempio lampante il bacio inutile delle due ispaniche fiche (ispafiche, quindi) durante la seconda stagione.
I personaggi maschili? Riassume il pensiero comune questo provino fatto da BoJack (ne parliamo presto, anche di lui):

Comunque team Pornobaffo tutta la vita:
Una sorta di Matthew McConaughey versione Freddie Mercury.
Ad ogni modo al momento ci sono incastrato e lo porterò a termine, anche perché sta per arrivare (almeno per me) lei:
e diciamo che mi sembra un buon motivo per continuare. 
Che sia stato rinnovato per una 4a, 5a e 6a stagione non depone proprio bene. Diciamo che però siccome l'arancione è un colore che sottovaluto sempre, adesso gli dedichiamo anche una gallery illustrata, va

Comunque memento mori: le serie sono morte. Domani sezioniamo altri cadaveri.

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