martedì 19 gennaio 2016

Lotta con gli orsi

Revenant - Redivivo
Trama: Oscar Leonardo Scalpalo
Leonardo, calmati, perché questa è la volta buona. La volta scorsa eri troppo bravo, troppe sfumature, troppo poco Quaalunde (infatti ora ti fai tutto il film come la scena della macchina). Ci sono diversi motivi per cui lo vincerai.
Prima di tutto in un colpo solo fai lo storpio, il mezzo matto, il muto, il poveraccio a cui succede di tutto, il vendicativo, l'uomo pio, il padre di famiglia, tutti in un unico personaggio. E quando dico che ti succede di tutto intendo che sembri proprio Willy Coyote
ci mancava solo che ad un certo punto ti cadeva un'incudine con la scritta ACME sopra in testa. (Questa fina associazione non è mia ma siccome rende benissimo la rubo senza remore).
Poi c'è il fatto che il tour de force a cui ti ha costretto Inarritu è una cosa che paga in termini di oscarizzazione. Hai mangiato un fegato vero, sei stato nudo nella tormenta, sei entrato in una carcassa di cavallo, ti sei fatto ore e ore di trucco dalle 3 di mattina, ti facevi ogni giorno 4 ore di viaggio per arrivare sul "set", stavi tutto il tempo con 45 chili di pelle di orso in testa, insomma ti sei speso, e si vede.
Poi che Inarritu sia al momento amatissimo dall'Academy (e i suoi attori lo sono sempre stati, in praticamente tutti i suoi film gli attori venivano candidati) marca a tuo favore.
Insomma Leo, questa volta sembra che ci siamo, con la spintarella dell'orso:
E iniziamo parlando proprio di questo attacco orsoso, una lotta ben lontana da altre del genere già viste, tipo qui o peggio me sento qui
Che incredibile scena, signori miei. Le altre tre ore (lunghette a dire il vero) del film valgono anche solo per questa scena qui, bellissima.
Io davvero non so come abbiano fatto, ma questa violenza sessuale che Leo subisce è lo stato dell'arte degli effetti speciali pazzeschi. La scelta di non fare il modellino 3D di Leo e sballottarlo da una parte all'altra usando corde e carrucole (e presumibilmente dei lottatori di sumo) e poi montarci sopra l'orso, be', è la scelta giusta (ricorderete quel ridicolo pupazzo di Harry Potter alle prese col troll. Pare vero. Orso e LEOne insieme vanno a prendere l'oscar
E questo scontro bestia uomo ci dà l'occasione di parlare del vero significato del film (per nulla recondido, anzi ci mette proprio il cartello Inarritu, anche se in francese, tanto per evitare fraintendimenti): siamo tutti selvaggi.
Ci sono gli indiani, che massacrano senza riserve (ancora dovevano arrivare le riserve indiane. ah. ah. ah.) uno stanziamento di uomini andati ai confini del mondo per raccogliere pelli di animale e venderle. Una spedizione non di conquista ma comunque invasiva. E noi diciamo: quanto sono selvaggi questi indiani.
E diciamo CHE INCREDIBILE SCENA anche quella dell'attacco:
Sequenza di piani sequenza impossibili (dopo l'allenamento di Birdman, ora abbiamo Bearman), sembra quasi un Salvate il soldato Ryan in salsa pionieristica.
E insomma se ne salvano solo dieci di quei disgraziati. E non passa molto perché da dieci diventino 9, poi 8, poi sempre meno. E dopo che Leo è attaccato dall'orso, diciamo che rimangono in 3 e 1/2 (il 1/2 è Leo ovviamente). 
Da quel momento che il messaggio diventa sempre più lampante: l'uomo è una bestia, che per grazia di madre natura si è ritrovato con un pollice opponibile e quella strana cosa che è la capacità d'astrazione, di immaginazione ed è "evoluto". Ma, prima di tutto, è una bestia, e la bestia sa fare una cosa sola, sopravvivere.
Ma peggio della bestia orso, c'è l'orco, un pazzesco pazzesco pazzesco Tom Hardy
forse qui alla sua miglior prova di sempre (oddio, c'è n'ha nel CV di prove pazzesche, sia puramente muscolari che recitative pure: sembra un trisavolo di Bane il suo scout spietato, animalesco, feroce e senza remora alcuna a liberarsi di ogni ostacolo che si frappone tra lui e i soldi o anche solo la via di fuga, fosse questo ostacolo un indiano, un compagno di spedizione, un tutore della legge. Basta un suo sguardo da matto, e durante il film ne fa di continuo
a farti venire la pelle d'oca, non fosse che devi stare attento che se se ne accorge te la scuoia quella pelle d'oca e ci si fa un cappellino per coprire quella pelata iconica (ha mezzo cranio scalpato, che ok, non giustifica i suoi atti, ma certo ci fa capire perché è diventato così pazzo).
Il personaggio di Tom Hardy, che è il primo a non scendere a patti con il suo lato animalesco, ma che anzi lo asseconda, una vera volverina nel bosco, pronto a sventrare e pulirsi le mani dal sangue con la faccia della vittima, è quello che per tutto il resto del film biasimiamo, ma non è che la rappresentazione di quello che tutti gli altri sarebbero pronti a diventare, se si trattasse di "o io, o te". Insomma la natura vince sempre, la natura dell'uomo.
Forse, incredibilmente, il personaggio più debole è proprio quello di Leo.
Diciamoci la verità, sarà che Leo a 41 anni ancora sembra uno sbarbatello - nonostante la lunga, ma un po' rada, barba - ma il problema è che anche se vediamo chiaramente quello che spinge il povero Glass - storia vera, almeno sembra - a sopravvivere contro tutto e tutti (si limitasse allo scampare prima alla battaglia con gli indiani e poi all'orso sembrerebbe quasi facile, quello è solo l'inizio della sua odissea), che manca l'emozione profonda, quella viscerale, quella che ti strazia l'anima.
Insomma molte viscere (di vari animali e uomini), poche emozioni viscerali.
Ribadisco che l'oscar se lo deve portare a casa senza se e senza ma, che ormai neanche fa più ridere questa cosa di prenderlo in giro, ma anche perché se è vero come è vero che l'oscar lo prende chi dimagrisce quaranta chili o chi passa sei mesi in mezzo a chi zoppica per imparare a zoppiccare, allora Leo è il più meritevole di quest'anno.
A proposito di emozioni. È sicuramente una scelta stilistica, quella di non affidarsi a scene che avrebbero potuto scatenare tumulti interiori, sicuri ma facili: non ci sono ralenti, non ci sono montaggi furbi, non ci sono quelle classiche preparazioni con "esplosione" emotiva finale), anzi sembra che Inarritu si rifaccia più a un Malick che a uno Spielberg.
Come d'altronde è una scelta precisa anche quella di chiedere a Sakamoto di fare questa colonna sonora molto "addormentati con i suoni della natura" qui:

piuttosto che essersi affidati a Williams o un altro dalle mille percussioni.
Inarritu ha un solo pensiero in mente: dirci che la natura (gli animali, tanti tipo bufali, cinghiali, pesci, alci, cavalli volanti, le valanghe, i fiumi, le distese incontaminate) se ne fottono dei problemi degli uomini, ci passano accanto. La Terra se ne fotte.
Quando vedi Leo, minuscolo col suo dramma interiore immenso, immerso (!) in luoghi come questi
capisci una certa filosofia, quella che spiega perché un albero che cade in una foresta disabitata non fa rumore. 
E - ne parlano tutti, inutile soffermarcisi troppo - sulla scelta kubriackiana di girare tutto con luci naturali, a costo di girare venti minuti al giorno, e andare fuori di cervello a pensare che se sbagli battuta devi aspettare 24 ore (non al gelo, ma quasi) per poterla rifare. 
Queste sono anche le cose che valgono l'oscar. Queste insieme all'occasione di vedere finalmente lo zenith della corrucciaggine leonardiana. Guardate che fronte, più corrucciata di così è impossibile 
Iniziamo a parlarne di questi Oscar 2016, va. In questo caso, con 12 candidature in saccoccia, potremo parlare di tutte le categorie.
Per gli Attori Non Prota ci sta questo Tom gigante, a dire il vero più di Leo. Non fosse che l'oscar è assicurato a Stallone per Creed (e ci sta anche, è la sua ultima occasione di prenderlo), io direi che la doppietta Leo+Tom sarebbe bellissima da vedere nelle foto quelle che fanno dopo la cerimonia tutti i vincitori insieme. Anche solo per vedere Leo tutto corrucciato che dice "Non faccio film per vincere premi" ma pensa "Era ora bastardi, prendete per il culo Amy adesso" e Tom che invece ci si pulisce un orecchio.
Si scontra anche con Mark Ruffalo (per un film che devo vedere), Christian Bale (per un film che ho visto ma devo ancora capire di cosa parlava) e Mark Rylance (per un film che ho visto ma mi ha appallato). 
Leo deve vincere, e non solo perché ormai sta oltrepassando i toni della barzelletta il fatto che non l'abbia mai vinto (ma poi perchè? A parte che ci sono attori nella storia che ne hanno ricevute di più e mai vinto, ma senza andare troppo indietro basta ricordare Amy Adams. Sta a cinque anche lei e non vedo gif con l'oscar che gli passa davanti e tu lo devi fermare al momento giusto.). O meme del genere che sì, fanno ridere, ma poi ci pensi e anche basta:
Con chi se la vede Leo? Con Eddie Reydmaine vestito da donna. Dài. l'ha vinto lo scorso anno, meritatissimo. Direi che può fare un passo indietro quest'anno.
Con Mr. White, anche conosciuto come Bryan Cranston, che finalmente viene riconosciuto dagli Oscar, anche se l'oscar se lo sarebbe meritato per BB. Qui mi pare una candidatura pari a quella di Sherlock lo scorso anno, come fosse un "benvenuto tra gli attori di Hollywood".
Con Michael Fassbender. Certo, siamo felici anche solo di vedere il suo sorriso beffardo vestito bene, ma il suo Steve Jobs (anche solo per la totale assenza di somiglianza) non merita certo la statuetta.
E poi con Matt Damon, quello che forse mina la candidatura di Leo più di tutti (Sopravvissuto pure lui, solo che su Marte, ma invece di combattere con gli orsi e mangiare carne cruda, coltiva patate). Io dico solo una cosa, se vince Matt e non Leo, questa gif inizia a diventare una premonizione:
Io sono al 100% TEAM LEO, mai come quest'anno. Anche Tom è d'accordo
Pure se durante i panel fa cose del genere


Lo scontro tra l'aplomb un po' innaturale di Leo e la totale ficaggine di chi se ne frega di tutto e tutti di Tom è lampante. Proprio due tipi di uomo a confronto (come nel film), quale scegliete? Domanda scontata, lo so, scegliete il terzo tipo, il tipo CB. Broccolo verde non avrai il mio scampo.
Qualche disegnetto di ridere e un paio di illustraposter.



Comunque volevo aggiungere che mi piacerebbe moltissimo tornare all'epoca dei pionieri e fare delle esplorazioni incredibili e posare il piede dove nessun uomo è stato mai. Sopravvivere e spingermi ai limiti. So che resisterei benissimo ad ogni attacco feroce di qualsiasi animale. Ad esempio potrei raccontare di quella volta che una belva feroce mi ha attaccato e massacrato. Ho anche una testimonianza fotografica, ve la metto ma vi avverto è un'immagine un po' forte

Ci ho messo molto tempo a ristabilirmi ma con grande spirito di sopravvivenza ce l'ho fatta e sono anche riuscito a domare la bestia

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