martedì 5 gennaio 2016

Anton Checcov

Quo Vado?

Trama: Quid pro quo

Fermi tutti.
Davvero il 2016 di ChickenBroccoli inizia con la recensione del nuovo film di Checco Zalone (dopo che la scorsa volta, diversi anni fa, avevo giurato e spergiurato di non avvicinarmi mai più a Zalone neanche con il bastoncino di Arale, neanche in preda alla più forte delle febbri gialle, neanche in mancanza di qualsiasi altra cosa da vedere tipo naufrago io e l'unica cosa salvata dalla nave un iPad con l'opera omnia zaloniana) e, per giunta, davvero vicino a quella (brutta) faccia dalla smorfia ignobile c'è un Chicken?
Cosa. Diavolo. Succede.
Eppure mi avevate lasciato in buona salute (diciamo quella solita mia), magari con qualche strascico della recensione scritta durante un intero anno, o dei CB Awards, ma insomma, né voi né io pensavamo davvero che sarei stato uno di quelli che ha fatto guadagnare al 4° film di Zalone la bellezza di 7. MILIONI. DI EURO. In 1 giorno (il 1° gennaio) e circa 6 il secondo (2 gennaio)... per farvi prendere un attimo le misure basta dire che Star Wars il primo giorno ha fatto 660 mila euro, e, per dire, il maggior incasso del 2014 (inspiegabilmente Maleficent) ha fatto, totali, 14 milioni. Vi rendete conto? Zalone ha fatto anche lui 14 milioni, ma in 2 (DUE) giorni (scrivo queste parole domenica scorsa, penso che al momento possa aggirarsi già sui 20...25... avrà già superato Inside Out, miracolosamente maggior incasso del 2015, quando a tordi e quando a Grillo, proprio.)
Per aggiornare anche il quadro generale, prendete atto che questi sono i trenta maggiori incassi d'Italia di SEMPRE:
Lo sapete qual è la cosa davvero stupefacent? È che ci sono ANDATO AL CINEMA a vedere Zalone - per motivi tutti miei che non sto qui a spiegare e che non sono un'anteprima gratis, tantomeno un ricatto tipo "abbiamo rapito il tuo gatto se non vai a vedere Zalone il giorno che esce te ne rispediamo a casa un pezzettino alla volta partendo dalle zampette cicciottine, poi la coda paffutella..." e neanche una sorta di imbecillità senile ormai inesorabile - la verità è che ci sono andato perché volevo fare colpo su una tipa volevo capire.
Volevo capire chi è lo spettatore che corre, veloce, velocissimo, a vedere Zalone, perché va bene il successo annunciato (poi ne parliamo, dei successi annunciati) ma il Fenomeno, con la F maiuscola, quello è davvero uno studio che merita di essere fatto.
Zalone ha trasceso il successo scontato da cinepanettone con comico scureggione e fica un tanto al chilo, e si è trasformato in file davanti alla biglietteria di gente che "ar cinema non vojo pensà, me spacco 'a schina tutto l'anno, ar cinema vojo ride!" (trad: nella sala cinematografica vorrei spensieratezza, essendo io lavoratore indefesso, quando le luci del cinematografo si spengono tutto ciò che anelo è del sano e gioioso gaudio).
Zalone ha persino annullato l'oliato meccanismo "successo televisivo = film campione di incassi", un meccanismo questo che - non scordiamolo mai - è passaggio inevitabile per quasi tutti i comici, e che, non facciamo tanto gli snob, ci ha regalato in passato anche comici come Villaggio, Troisi, Benigni, Verdone, gente che ha fatto la gavetta in TV e poi è approdata al cinema, coi risultati che sappiamo.
Il problema di Zalone è il paradosso. Il paradosso di muovere come fosse un pifferaio magico barese la massa (quella del "se tutti si buttassero da un ponte ti butteresti pureAAAAAAhhhhSTUMP") esaltando il becero, rappresentando l'idiota, raccontando la stupidità, ma senza una scrittura sopraffina come poteva essere quella di Verdone e i suoi coatti o di Troisi e le sue maschere timide, lì c'era il genio, qui c'è il tavolino, sì perché l'altro capo del paradosso è che nella scrittura di Zalone e nella sua maschera sgarrupata e disordinata (è becero, ma buono, è italiota ma illuminato, è cattivo ma buono, è allupato ma fedele, è  pigro ma iperattivo eccetera) trapeli un barlume di estrema e lucida perfezione: non più un personaggio del Teatro dell'Arte, ad ognuno il suo carattere (non a caso Verdone si moltiplicava), ma tutti in un unico personaggio. 
Il pubblico di Zalone, l'itaGliano medio con la G maiuscola - non me ne vogliano TUTTI gli itaGliani medi che hanno dato i loro soldi a Zalone, sono uno di voi - è mediamente idiota, o meglio, ha un'idiozia selettiva, come dire "scelgo di essere idiota". Lo ha raccontato Maccio, ma il suo Italiano medio era troppo macchietta, le sfumature sono ben oltre 50, per l'itaGliano che ha l'intelligenza necessaria di voler essere idiota.
E lo dimostra quando ride forzatamente a battute che no, NON fanno ridere, ride delle cadute più basse del film (Zalone che masturba un orso bianco addormentato. C'è questa scena. Ve lo giuro. E, incredibile a dirsi, stride con una messa in scena molto pulita, che non si lascia andare a facilonerie scatologiche o al torpiloquio del tipo "A ISIDE! E FAMME NA POMPA!") mentre non vede, neanche percepisce, alcuni tempi comici assolutamente perfetti - e sapete quanto tengo alla parola "perfezione" e sue declinazioni - che Zalone riesce, non si sa quanto volontariamente, a mettere in scena.
Ce ne sono almeno 4, se non 5, di questi lampi assoluti che ti fanno capire che Zalone c'è, Zalone ci pensa, Zalone (forse) è un fottuto genio che potrebbe davvero diventare un grande comico, oltre agli impressionanti incassi, se non sapesse che diventando grande escluderebbe il 90% del suo pubblico.
Lui fa gli incassi, tu ti incazzi, perché alle volte è davvero deprimente vedere come la messa in scena, la regia, finanche la grafica delle locandine, tutto sia di una sciatteria palese, evidente, quasi fiera. Quindi quando fai di bruttezza virtù, sei deprecabile.
La base delle produzioni di Zalone? Eccola: gli itaGliani vogliono questo? Diamogli questo. 
Panem e circenses, si diceva (forse anche in Quo Vadis? Al cinema. A che vedere? Quo vadis. Al cinema. A che vedere? Quo vadis...), e questo è Zalone: uomo/comico che ha capito esattamente (e intendo con precisione laser) come ritagliare i suoi film: buoni sentimenti e sferzate critiche acidule (non acidissime, non è Ciprì né Maresco) solo se hai l'intelligenza di vederle, sgradevolezza del protagonista per cui alla fine è impossibile non patteggiare (ma non è il fascino del cattivo, quello sarebbe troppo), smorfie brutte ma che non hanno bisogno di tormentoni. Ecco, manca il tormentone nella carriera di Zalone, e questo - ci credereste? - lo alza di rango, rispetto al comico che imbrocca la frase, la parola, la smorfia, e ne fa cavallo di battaglia per sempre (Ciao cipollino!)
 
E insomma c'ero anche io, quel lontano 1° gennaio 2016, a fare la mia parte (14 euro) dei 7 milioni. Ancora non so se ne vado fiero o meno, ma da qualche parte c'è questa (strana e nuova, che non so se assecondare) sensazione di quasi felicità di essermi tutto sommato divertito e, in uno slancio di irriverente populismo, spada tratta contro tutti i critici (me compreso, per quanto non sono un critico) che «Zalone Merda», me ne vanto pure!
Per continuare con i latinismi (mi è presa così): Vox populi vox Dèi.
È davvero così? Qual è l'inizio dell'uroboros (il serpente che si mangia la coda. Scusate, sto facendo saccente sfoggio di nozionismo inutile, ma ne ho bisogno per equiparare lo zalonismo sconfortante) che crea col suo corpo questa equazione?
Faccio un film di merda.
che diventa
Campione di incassi.
perché in fondo
La Gente vuole questo.
quindi continuo e
Faccio un altro film di merda.
che inesorabilmente diventa
Campione di incassi pure questo. Anzi doppia il precedente.
ed è ormai chiaro che
La Gente vuole proprio questo.
E via dicendo per sempre, senza che la Gente stupisca mai. Ecco il punto: le previsioni di incassi stratosferici sono esse stesse la forza trascinante degli incassi.
Il codice Da Vinci. 50 Sfumature di Grigio. Zalone. Film considerati male, quando non malissimo, che diventano campioni annunciati di incassi. Mai che la Gente tradisse l'aspettative del produttore che la guarda dalla finestra del suo grattacielo (immaginatevi il Signor Burns) e dice "eccellente, ci cascano sempre".
Alla domanda "ma quanto potrà continuare il fenomeno Zalone?" l'itaGlia risponde con 14 milioni di euro in 2 giorni. 
Qualche anno fa, quando De Sica e Boldi fecero flop con non ricordo che cinepanettone, si titolò a grandi lettere "È FINITA UN'EPOCA": sembrava proprio che la Gente si fosse stancata di andare a vedere film idioti durante le vacanze di Natale. Addirittura scoppiò la coppia e i due invece di ritirarsi raddoppiarono l'offerta.
Ma si è scoperto presto qual era il motivo, il problema erano Boldi-De Sica stessi, che avevano logorato il loro modo di divertire. Non era la Gente finalmente libera dal giogo della risata facile.
Doveva arrivare Zalone, che con dei canovacci debolissimi (le storie sono sempre di una leggerezza quasi trasparente), diventava il nuovo Re Mida assoluto del cinema italiano. ASSOLUTO e DI SEMPRE.
A questo punto viene da chiedersi cosa bisogna fare: accettare il Fenomeno, quasi abbracciarlo, perché il Fenomeno, in quanto tale, ti dimostra che ha ragione lui, che un incasso del genere non è frutto di casualità, di passaparola, di "novità", ma è invece frutto di totale coscienza di sé e del proprio pubblico, o meglio, dell'itaGliano tutto. 
Oppure continuare con Zalone Merda? Diventando come i matti che parlano da soli sulle cassette della frutta a Central Park allarmati per l'imminente fine del mondo?
Lo capiranno che sono parole inutili? Lo capiranno che il mondo è già finito? Lo capiranno che non è colpa di Zalone? Zalone è solo come oggi chiamiamo il demone dell'imbecillità che per confonderci cambia nome ogni volta.
Io per iniziare bene l'anno - e non per essere quello controccorente per forza (sono tre giorni che, passata la bufera "Star Wars fa schifo/Star Ward è stupendo) su Facebook ora è tutto un "Ce lo meritiamo Checco Zalone") - dico Zalone for President, ma per davvero. Che gli dessero davvero le redini dell'ItaGlia tutta, altro che Grillo, Zalone presidente, Papa, allenatore della nazionale, Zalone donatore del seme dell'italico genio, Zalone Re di Zalonia.

Perché, se per la 4a volta di seguito supera anzi raddoppia se stesso, allora ha ragione lui. Che ha capito cosa andava fatto per accontentare tutti, e l'ha fatto davvero.
Alle volte bisogna solo accettare che aveva ragione Don Buro
(Vacanze in America che peraltro ho anche rivisto, ne riparliamo di questa mia deriva vanziniana degli ultimi tempi, deriva di cui vado fierissimo, peraltro. Proprio come Zalone deve andare fiero di sé.)

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