lunedì 11 gennaio 2016

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #7 - IL RACCONTO DEI RACCONTI •

Iniziamo a fare le cose sul serio. Come avete visto la scorsa settimana quest'anno i CHICKEN FILM POpSTER sono pazzeschi (non che lo scorso anno fossero brutti... pensa che puoi comprare anche quelli), ma diciamocelo, il 2015 è stato un anno di cui non lamentarsi per nulla, in quanto a qualità, ne parliamo lungamente nel megapost dei CHICKENBROCCOLI AWARDS, ripassaci.
E, incredibile a dirsi, c'è anche l'ItaGlia in questo slancio qualitativo, tanto che alla settima posizione (Che viene dopo la decima, la nona e l'ottava, con chi lottava?) c'è un film itaGliano che itaGliano non sembra: IL RACCONTO DEI RACCONTI (qui spiego perché è bello, e se non vi è piaciuto forse dovreste riguardarlo...)
A fare il poster ci voleva qualcuno capace di riproporre lo spirito antico che aleggia nel film, qualcuno che ne sapesse di fiabe e alchimia, di leggende e orchi, che fosse fondamentalmente pazzo. Mi veniva in mente solo un nome: Rise Above (ecco il suo sito, più pazzo di lui), al secolo Marcello Crescenzi.
Abbiamo fatto due chiecchiere sul film e come succede sempre con lui c'è da che continuare per ore. 
CB: Cosa ti è piaciuto de Il racconto dei racconti?
Rise Above: La volontà di Garrone di fare qualcosa che potesse parlare a tutti, con un linguaggio visivo ed una qualità internazionali partendo però dal nostro immaginario, dal nostro folclore e che ci riuscisse senza tradirlo perché non ha nulla da invidiare a nessuno, anzi a ben guardare tanti ce ne sono debitori. Ho apprezzato che non abbia voluto fare il verso alle saghe cinematografiche e televisive odierne d'oltre oceano ma che cercasse di raccontare un fantastico più esoterico, più simbolico e carico di ancestralità come il nostro, seppure dimostrando che quello che accade oltreoceano lo conosce e pure bene. 

CB: Senti mi pare che la tua illustrazione, con l’evidente sforzo artistico che hai profuso nel farla – che ok, è anche una tua costante quella di perdere le diottrie su ogni singolo soggetto, ma non deve essere stato divertente fare ogni singola lineetta di quella piuma – tu possa in qualche modo omaggiaee lo sforzo produttivo di Garrone, che si è ritrovato a credere a questo film un po’ contro tutti… Come ti sei approcciato alla realizzazione del pezzo? 
Rise Above: Ormai mi sono rassegnato al logorio dell'amanuense, lo metto in conto, fa parte del pacchetto e della mia ricerca; anzi dopo tanti anni ormai fare tutte quelle righine spesso mi diventa una sorta di antistress, tipo un mantra: mi concentro linea per linea e svuoto la testa. Con questo film, con la sua contemporaneità che passa attraverso la reintepretazione di mondi passati io ho una grande affinità quindi ho approcciato il disegno così: con l'intenzione di far dialogare posti e tempi differenti, integrando il linguaggio delle incisioni popolari seicentesche per raccontare un film di oggi ma che di quella popolarità antica parla, convogliandole in un poster moderno. È in fondo come per Garrone nel film anche la mia ricerca questa, cioè quella di "fare il presente" e di essere contemporaneo capendo e studiando il passato per raccontare cose mie e odierne. 

CB: Visto che ami il cinema di genere, e ne sei grande esperto, dimmi: Il racconto dei racconti è l’inizio di un nuovo cinema di genere in Italia? Nel suo caso il fantasy (capisci! Draghi, orchi, pulci giganti in un film italiano!), ma vale anche per gli altri generi… Che genere di cinema possiamo aspettarci dopo Il racconto dei Racconti? 
Rise Above: Uno che faccia il genere che preferisce ma che abbia il coraggio di farlo! Come Sollima sta facendo per quello d'inchiesta\poliziesco, come Garrone che ha fatto un film fantastico, come il notevole "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Mainetti. Qualcuno ora facesse un film d'avventura sugli esploratori italiani che ne so... Insomma qualsiasi cosa sia di intrattenimento - di genere o di genre-bending - ma non stupida è benaccetta. Basta che si smetta di pensare al cinema italiano unicamente come commedia più o meno scureggiona oppure psicodrammi nel tinello borghese o il temutissimo "film di denuncia". Insomma che ci si riscopra capaci di fare quello che abbiamo fatto per quasi un secolo, da Cabiria a I guerrieri del Bronx, cioè di raccontare storie avvincenti. Sarebbe bello un nuovo horror di Avati, ma visto che il maestro ha dichirato che non ne farà più mi accontenterei pure di un horror "alla Avati".
Sì ok, continueresti per ore, ma ora ti devi fermare. E comprare questo incredibile poster.
Ecco le specifiche tecniche, perché non sia mai che ti arriva un poster stampato a casa su un foglio da fotocopia.
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione
Se clicchi l'immagine sotto lo vedi più grande, pensa che bello averlo a casa e spulciarselo (!) tutto, particolare per particolare:

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