giovedì 16 aprile 2015

Adam Sandaler

The Cobbler
Trama: Taccum Leap

C'era quel telefilm che si chiamava Quantum Leap, questo:

che ancora non mi spiego come non abbiano già avviato le riprese di una trilogia con Johnny Depp che fa il dott Sam Becket che salta di corpo in corpo e qualche attore simpatia a fare Ziggy. Detta così per fortuna che non l'hanno fatto.
Insomma nel telefilm c'era lo scienziato che entrava, saltando nel tempo, nel corpo di un altro (o altra, una volta anche una scimmia se non ricordo male); noi lo vedevamo sempre uguale (con la faccia di Scott Bakula) ma quando si specchiava, magia, si vedeva com'era davvero. Tutte le puntate una persona diverse e via discorrendo.
Ecco, questo film è uguale solo che al posto di Scott c'è Adam Sandler e al posto della macchina del tempo ci sono stivali, cioce, sandali, zeppe, mocassini, pantofole, si insomma scarpe.
Adam è un ciabattino ebreo (questo è un dato importante) di Nuova York, un giorno gli si rompe la macchina da ciabattino ed è costretto ad usare quella vecchissima di quattro generazioni di ciabattini ebrei (sempre dato importante) che era nello scantinato a prendere polvere. A quel punto aggiusta le scarpe, se le prova e MAGIA, diventa l'altra persona con il solito trucchetto dello specchio. 
Ora. Adam Sandler ormai ci ha fatto il callo (!) a queste parti: trova qualche oggetto che gli fa fare MAGIA e quella volta era un telecomando, quell'altra volta era un libro magico, quell'altra ancora Drew Barrymore, ah no quest'ultima non era MAGIA ma COMMERDIA.
Però aspetta, non ti devi aspettare il solito filmetto di Adam Sandler che fa il buffone un po' scemo con tutti i suoi amichetti che fanno le comparsate e alla fine lui si tromba la più fica del quartiere (indossando le scarpe del suo fidanzato, interpretato da un sempre troppo magro Lord Crawley), no, questa volta è l'Adam Sandler tristone con la faccia da spadrillas, questa:
che all'inizio sfrutta la cosa di impersonare altre persone per i suoi comodi (neanche troppo porci) e poi capisce che può usare questo potere per far bene alla gente, al quartiere, ai senzatetto a tutti, insomma la solita favoletta di buoni sentimenti e toni spenti troppo banale e senza uno straccio di interesse, come quando Jim Carrey fa il personaggio tutto preso dalla carriera che trascura la famiglia e allora gli succede qualcosa di MAGIA che lo costringe a diventare buono. Infatti a proposito di Adam Sandler che fa sempre lo stesso film girano in rete un po' di idee, la più valida mi sembra questa:

The Dildo Maker
A man working in a ramshackle dildo factory in the Lower East Side (played by Adam Sandler) finds a magical dildo. When he accidentally sets it to vibrate, the man discovers that he can travel back in time. He travels 30,000 years back in time, invents the dildo, and becomes a millionaire in the future. He feels guilt when he meets the woman of his dreams and cannot explain how he amassed his fortune. He decides he is happier making dildos in the basement of the ramshackle dildo factory and gives all his money to a melanoma charity. The woman of his dreams is played by Sofia Vergara. They get married at Shea Stadium (CGI).

Tra il cast appaiono uno spentissimo, ma sempre borsesottogliocchi-munito Steve Buscemi e un redivivo Dustin Hoffman (ma che fine aveva fatto?) che è vecchissimo e fa anche un po' impressione. Solo sul finale, dopo una storia banalissima, si capisce che - in una scena che sembra quando il padre mi Marty spiega la licantropia al figli in Voglia di Vincere - tutti i commercianti di New York hanno MAGIA e alcuni sono buoni (i barbieri) e altri cattivi (le lavanderie), e qui l'interesse si alza, sarebbe stato bellissimo vedere le lette magiche di questo secondario newyorkese, una sorta di Harry Potter ma con Spazzini al posto dei Mangiamorte e Tassisti al posto degli Auror. E invece no, invece il film finisce e a noi non resta che mettere qualche scarpa famosa del cinema che vorremmo indossare:
anche se già ne avevamo messe di bellissime illustrate qui e avevamo fatto questa cosa di scarpe vere ma cinematografiche qua, bei tempi quando avevo tempo.

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