giovedì 9 aprile 2015

Opera priva

Saop Opera
Trama: Applausi a scema aperta

Ed eccolo qui, quello che si crede il Wes Anderson italiano. Ora ricollego tutto.
Dunque, c'era quel film di Salvatores che avevamo odiato per quanto era palesemente copiato alla prospettiva cinematografica di Wes (quinte teatrali che si aprono, inquadrature simmetriche, colori pastello, toni un po' da favoletta, personaggi stramboidi, famiglia disfunzionale) e lo avevamo bollato come l'ennesima "maschera" indossata da Salvatores che ogni volta vuole fare un film diverso da quello prima ma riesce solo a scopiazzare altri (Vedi anche la sua versione "scorsesiana aiutame addì" di Educazione Siberiana).
Ma invece forse non era tutta tutta colpa sua, la colpa era dello sceneggiatore, che intanto ha fatto in tempo a diventare regista (come si fa carriera nel cinema italiano guarda...), si chiama Veronesi e non è quello di Manuale D'amore, è invece quello che si crede di essere Wes Anderson.
VI basti vedere come si presenta ad appena inizio film:
Già, una bella casa in sezione che se non avessimo già visto così la casa dei Tenenbaum, la barca di ZIssou e il treno per il Darjeleen avremmo anche detto "ah be', carina come idea". Per fortuna li abbiamo visti.
Il film parla del periodo natalizio vissuto in questo condominio abitato da vari ed eventuali: De Luigi che fa il Cane Bastonato sempre più spettinato timido innamorato stralunato per una Cristiana Capotondi (chissà se ha iniziato a scopare col suo ragazzo poi...) un po' torda e tutt'intorno amici che si credono gay, marescialli marpioni, attrici ninfomani, ex-ragazze di suicidi, e gemelli eterozigoti pazzi.
Quindi tra messa in scena, scenografia e costumi (tutto su una scala nettamente minore rispetto all'americano, ovviamente) il copycat di Anderson è completo, peccato che la regia sia davvero poco ispirata e le interpretazioni sono ovviamente lontanissime da qualsiasi attore abbia mai lavorato con Wes (Pagoda compreso), si salvano - e alla grande in effetti - Ale e Franz, che fanno ridere, hanno tempo comici che, almeno a me, piacciono tantissimo, e credo anche che si siano scritti le loro parti da soli.
Quindi il film è davvero poca cosa, che si sente autoriale solo perché coperto da un manto di forzata originalità che appare solo un tantinello "diversa" solo perché il resto dei film italiani sono feccia - basta pensare alla locandina, palesemente adattata al gusto italico del "faccione/scritta rossa", che nulla c'entra con il film in sé - e da una scrittura pacata e sottovoce, in cui le uniche scenette ben riuscite sono  evidentemente merito dell'indubbia esperienza dei coinvolti, basta pensare ad Abatantuono, che può non piacere, ma non gli si può dire nulla quando fa il bellimbusto mezzo scemo (credo lo sia davvero, infatti).
Insomma nessuno, ma veramente nessuno, sente la mancanza di questo autoeletto Wes Anderson italiano.
Comunque io pensavo che la Soap Opera del titolo fosse questa:
Livello di interesse rispetto alle paturnie sentimentali di De Luigi centomila volte pià alto.

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