venerdì 13 novembre 2015

2x1 • Romano criminale

Suburra
Trama: Roma scapoccia

Piove.
Piove sempre sulla Roma di Suburra.
Come se la pioggia, lacrime di Dio, potesse pulire i peccati del mondo. E se non proprio del mondo, almeno quelli dei protagonisti del film, peccati che coprono ogni ventaglio possibile: omicidio, ricatto, prostituzione, tradimento, parlare romanesco che non ci si capisce nulla. Insomma non ce n'è uno che sta a posto con la coscienza, e se non proprio con la coscienza, almeno con gli altri protagonisti.
Suburra è una ragnatela (abbastanza tirata, diciamolo) di collegamenti criminali, politici, (poco) sentimentali, che tutto e tutti stringe nella sua morsa. Una ragnatela dove tutti sono predatori e prede, a fasi alterne, a giorni alterni, a posizioni alterne, dipende se sei più in alto o più in basso bella catena alimentare della malavita o della bellavita o della politica capitolina.
Fino a qui, tutto bene, il problema è l'aggiotaggio.
Sollima ci piace, ci piace dai tempi del Romanzo Criminale televisivo, ci ha fatto parlare tutti napoletano con Gomorra, ma quando arriva nella dimensione cinematografica, qualcosa scricchiola (vedi anche A.C.A.B.).
Suburra sarebbe stato un PERFETTO serial, un seguito ideale (come presumo sia il libro, dello stesso autore) di Romanzo Criminale, in cui conosciamo una vita suburbana contemporanea, ben diversa da quella dei ragazzi di periferia autoelettisi re di Roma negli anni 70: qui è tutto molto più schematizzato e invece di Renato Zero e Anna Oxa suonano gli M83

C'è il grande capo - palesemente dipinto come un sopravvissuto della Banda della Magliana (Carminati?), c'è il politico di estrema destra che si è ripulito ma ha il vizietto della coca e delle minorenni, c'è la famiglia zingara che vuole entrare negli affari che contano (i Casamonica.), c'è il giovane scatenato che non rispetta l'anzianità galeotta, c'è il mezzo uomo che pur di salvare il suo nightclub è pronto a vendere gli amici e il padre, letteralmente.
Ognuno indossa la maschera che deve indossare, tutti si comportano come devono, ma il respiro filmico sta troppo stretto alla storia, che si dipana in episodi troppo spezzetati, uniti conn una colla poco resistenze, le trame si intrecciano con tropper forzature.
Sollima comprime la maestria dimostrata nella dimensione seriale in due ore punteggiate di fatti, fatterelli, fattone e fattacci, ma senza l'amalgama giusta. Nessuna psicologia è approfondita, anzi, le psicologie si basano troppo su quello che Sollima ha già scritto in sue produzioni precedenti, ci sembra di averli già conosciuti i personaggi perché anche troppo simili al Dandi, al Libano, a Ciro... 
Ma un film non può reggersi su quello che è venuto prima - a meno che non sia un dichiarato sequel, e questo non lo è. 
Anche il reparto attoriale è diviso in due fazioni solcate da un vallo gigantesco: da una parte quelli che non devono più dimostrare chi sono, che hanno l'esperienza tale da dipingere con poche espressioni il loto personaggio: bravissimo Germano (la capacità di Germano di passare dal padre di famiglia buono, al ragazzo scapestrato, all'omuncolo triste e penoso come in questo caso ormai ha un che di straordinario, e non lo visto quando fa il poeta gobbo), bravo anche Favino (a cui - scusate il commento riduttivo e sessista - spettano anche certe scene che... sarà pure "il lavoro dell'attore", ma insomma, vorrei sapere come l'ha spiegate alla moglie) e convincente anche Amendola, un po' commendatore un po' boss.
Dall'altra parte invece ci sono gli attori giovani, quelli che sanno di essere per la prima (o seconda) volta sotto le luci dei riflettori, peraltro riflettori particolari, quelli che ti mette addosso Sollima, uno che fa diventare gli attori sconosciuti famosi e ipercitati (successe per Romanzo Criminale, è successo per Gomorra) e che quindi, come dire, se la sentono troppo calda, esagerano, sbiascicano, se 'ncazzano

fanno i duri anche quando non ce n'era bisogno, un po' troppo per credergli. Peggio dei ragazzi le ragazze, in totale over-acting (anche se fighissime)
Suburra sarebbe stato BREAKING NEWS sarà un altro ottimo serial, quella è la dimensione che più di adatta a Sollima, e non è una cosa da considerare riduttiva, anzi. Peccato ci sarà da aspettare due anni. Intanto ci rifaremo con Gomorra 2.
E io, sempre intanto, spinto dall'energia coatta di gente di periferia che si spara, ho finalmente recuperato, dopo anni, quasi 10!, il primo e originale
Romanzo Criminale
Trama: Oh, attori, qui si fa scena para per tutti!

Romanzo Criminale ha tanti meriti e tante colpe. Però forse più meriti. Iniziamo da quelli.
È un bel film. Dal respiro internazionale, che non sfigura di fronte alle produzioni criminali dei film americani, lo dico per davvero. 
Costruisce e delinea i personaggi in maniera esemplare (cosa che non fa Suburra, che li taglia con l'accetta dando troppo per scontato) e mette insieme un megacast di italiani che ha segnato il cinema dei successivi dieci anni. Sono tutti fichi, non ce n'è uno che sfigura, che fa la figura del cane o del fesso. Ci entra di sguincio addirittura Germano, in tre o quattro scene... ora gli darebbero sicuramente un ruolo maggiore.
Ma, a parte l'antipatia che può suscitare questo o quell'attore nostrano, soprattutto per cose venute dopo (vedi, anzi non vedere, 1992 di e soprattutto da Stefano Accorsi), in RC sono tutti perfettamente in ruolo.
Poi, quando è arrivato il suo epigono televisivo, ce li siamo un po' scordati, ora ci ricordiamo più il Dandi in tv che quello di Santamaria, e il Freddo non è Rossi Stuart nei nostri ricordi, ma, come disse "qualcuno", il cinema è il padre, le serie sono le figlie, e, senza nulla togliere a questo o quel linguaggio, quando fai una serie tv hai più tempo di fare le cose per bene, di cesellare i personaggi, di farli entrare nell'immaginario (poi ci sono le eccezioni eclatanti, come il Bufalo, ovviamente migliore cento volte quello della serie che quello del figli di Venditti). 
La distribuzione dei personaggi e delle scene in RC film è davvero esemplare, dovrebbe fare scuola per tutti quelli che vogliono fare i film coi megacast, anche se in effetti non ricordo un altro film con un cast del genere fatto dopo... voi?
I difetti di RC? il peggiore di tutto è il fatto di aver creato la "moda" del revisionismo criminale al cinema e in tv, con tutta una serie di produzioni successive in cui si è iniziati a glorificare la figura dei cattivi sostituendo alle foto segnaletiche le foto dei book degli attori (Vallanzasca. Quell'altro del nord. Ancora peggio quello dello scorso anno), tutti belli i criminali al cinema, un po' meno quelli veri:
Non che non sia pratica antica (Scarface, Scorsese quasi tutto), ma in ItaGlia, dove la qualità non è sempre eccelsa (e sono buono) sono più le volte in cui il risultato è scandaloso che dignitoso.



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