giovedì 19 novembre 2015

CB ANTEPRIMA • Loro chi?

Loro chi?
Trama: Meglio un giorno da Leo che mille da pecora

Io ci credo sempre tanto in Giallini, ci ho sempre creduto, da tempi non sospetti, e ho sempre speso parole di grande ammirazione per lui, sempre sempre sempre, perché Giallini è veramente un attorone secondo me, molto più che il brav'uomo, come riesce a fare il burino ripulito lui nessuno, il riccastro, il romano dalla battuta ferale immediata e perfetta, quello che vedi arrivare col macchinone e il telefonino di ultima generazione, che parla con non si sa chi di affari e assegni, e poi è protestato, dall'altra parte del telefono c'è la segreteria e non la segretaria e la macchina l'ha presa dall'amico meccanico per un giorno. Infatti nel ruolo del truffaldino con la parlantina convincente e l'asso nella manica sempre pronto, come il personaggio che recita in Loro chi?, è davvero perfetto. Ci crederesti a tutto quello che dice, come ci credono quelli che cadono sotto le sue chiacchiere. Infatti io ci ho sempre creduto in lui. Lo farebbero tutti.
Infatti ci crede tantissimo il personaggio di Edoardo Leo, un aspirante scrittore mesto e sfigato, che si fa fregare in due secondi. Ma che, una volta fregato, e persi il lavoro/ragazza/dignità nel giro di una notte, non ci sta e rintraccia il truffatore, che lo convince, per recuperare il maltolto, a partecipare ad una megatruffa ai danni del precedente datore di lavoro. 
Da qui ai nasi e barba finti in faccia è un attimo.
Leo è balzato agli onori del cinema italiano decente (non quello dei cinepanettoni che per fortuna sembrano avere esaurito il loro ciclo vitale ventennale, anche se qualcuno si ostina a farli e se qualcuno gli ricorda che è fuori tempo partono pure le offese su Twittergrazie a quel Breaking Bad in salsa di pomodoro che era Smetto quando voglio. Poi è arrivato Noi e la Giulia, e io, anche prima di legarci il mio nome in qualche modo grazie al BIG MEAL, ne ero rimasto sorpreso.
Ma Loro Chi? è nettamente un passo indietro sul percorso. Non propriamente un passo falso, perché, a suo modo, ha degli spunti divertenti, ma la regia si rivela ai limiti del televisivo scarso (e non ho nulla contro i registi televisivi, ci sono registi televisivi che mangiano in testa a certi cinematografici, che tradotto vuol dire "Sollima") e delle cadute di stile francamente inutili. 
E per cadute di stile intendo l'inserimento a forza della figa, del tutto inutile all'economia della storia. Ora, che proprio io condanni la presenza di figa in un film è paradossale, soprattutto se si tratta di figa VERA, soprattutto una delle due tizie che, ecco, come dire:
(Ne ho dovute mettere così tante per farvi capire meglio... Sennò non si capiva che intendevo..)
Ma davvero, le due tizie, compari di Giallini, sono due personaggi che nulla aggiungono al film se non quel pepe becero e arrazzone di far vedere le tette sotto magliette bianche bagnate e due tope che si baciano (sì perché sono pure lesbiche, inutilmente, proprio solo per farlo, quest'anno va così, ai limiti dell'offesa se poi pensi che esitono film seri come Freeheld).
Insomma Loro chi? è un film di truffe, di quelli che siamo abituati a vedere, ultimo in ordine di tempo questo, ma c'è un'intera filmografia. Film di pacco, doppiopacco e contropaccotto.
Il problema congenito dei film di truffa è che lo spettatore sa bene che fino alla fine, fino proprio all'ultima scena, tutto potrebbe cambiare, il truffato potrebbe diventare il truffatore, il truffatore il truffato, o il pollo potrebbe trasformarsi in Leo.ne e fregare tutti a sua volta. Lo spettatore lo sa e parte prevenuto, difficile riuscire a sorprenderlo. Stai tutto il tempo a pensare "ma vedrai che Leo è un truffatore. Ma vedrai che Giallini è al soldo del capo dell'azienda. Ma vedrai che le due fighe lasciano i due maschi con un palmo di naso e rubano tutti i soldi." e prima o poi ci becchi. Tanto che negli ultimi anni siamo passati dal semplice cambio di prospettiva di grado uno (truffato che si rivela truffatore) a una sequela di finali uno dietro l'altro, inscatolati uno dentro l'altro, uno che annula l'altro, e siamo arrivati spesso al fatto che spesso ci lasciano pure col dubbio "chi ha fregato chi? Noi non sapevamo come risolverla quindi fate voi trottola!".
Loro chi? non fa differenza, c'è un finale, poi un altro, poi... 
Ed è l'ultimo finale che rovina un po' il giocattolino. Non voglio spoilerare, quindi come d'uso ve lo scriverò in bianco, per leggerlo dovete selezionare col cursore la parte che vedete bianca, insomma lo sapete. Leggetelo se non vi frega nulla del film o se l'avete già visto:
Dunque Leo è uno scrittore fallito. Giusto? Scrive la storia della truffa subìta e va dall'editore a leggerla, sotto minaccia di pistola, giusto? Gliela legge tutta, da cima a fondo, l'editore prima è spaventato poi si appassiona. Giusto? Alla fine Leo si fa dare l'anticipo per la pubblicazione, cede i diritti per 50.000 euro. Aspetta l'editore al parco e fugge coi soldi, lasciando l'editore con il plico che aveva in ufficio, che contiene fogli bianchi. Quindi tutta la storia raccontata è falsa, da cima a fondo. Giusto? L'ha inventata di sana pianta, ha fatto il Keyser Soze per capirci. MA COME HA FATTO? Keyser Soze parlava, non leggeva, e inventare cose parlando è certo più facile che "leggere" un foglio bianco pretendendo che ci sia un libro scritto sopra. E se l'editore gli avesse chiesto di rileggere un passo? Scrivere non è parlare, si sa. Troppo troppo troppo tirata questa ultima sorpresa, questa forzatura solitisospettesca finale rovina il giocattolo (che non era poi così divertente già da prima) definitivamente.
Rieccoci. Avete letto? O avete resistito? Se avete resistito bravi, ma tanto lo so che non avete resistito, perché voi non ci state ad essere truffati, e non ci state al fatto che di truffatore, nel film ne esiste solo uno, non ci si può stare.
Un accenno alla locandina, che se da una parte merita un piccolo plauso per non aver ceduto alla solita formula "personaggi scontornati su fondo bianco con titolone rosso", non brilla certo di originalità:
Comunque, sebbene il film non goda di quella freschezza come fa Noi e la Giulia e neanche di quel cast che aveva Smetto quando voglio, di certo non deluderà chi gli piace andare al cinema tanto "pe' fasse du' risate", che però sta anche diventando un po' un trucco per mettere su un film senza troppo impegno, girato in una settimana, senza pensare troppo manco loro. Non è che adesso solo perché non ci sono parolacce o cacca in faccia come nei film cor Cipolla, allora sono tutti "ottima commedia italiana", capiamoci.

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