Addirittura una settimana senza una Notte Broccol, ma che scherziamo? Tanto che questa sarà una settimanella parzialmente dedicata all'horror, forse anche senza parzialmente. Sarà che l'horror è si quel genere nato per farti sentire a disagno, farti fare gli incubi, farti fronteggiare le tue paure, ma per certi versi è anche un porto sicuro. Perché ti fa sopportare meglio i brutti film. Sarà un po' di razzismo di genere, ma quando vedi un horror brutto non ti incazzi più di tanto, perché dici "vabbè era un horror", invece se vedi una commedia brutta o un film action brutto o peggio di tutti i dramma brutto, ti arrabbi perché ci hai dovuto mettere più cervello.
Però quando becchi l'horror bello, proprio perché forse eri partito con aspettative da horror, finisce che rimani un po' intontito, capisci perché l'horror, quando è fatto bene, ti tocca corde che nessun altro genere riesce a toccarti.
Un horror fatto bene è:
The VVitch
Trama: The beeeeeeehhhh witch project
Sì, proprio con le due vv per fare la w.
Fa tutto parte del progetto dietro il film, un film fatto con un metodo diverso, o meglio, un metodo inusuale per l'epoca.
Ricordate quel tale, come si chiamava, Stanley Kubrick, che una volta decise di fare un film di 3 ore senza nessuna illuminazione artificiale: c'era una scena illuminata solo da candele? Cazzi del fotografo, solo candele ci sarebbero state. E ultimamente, c'è chi prende gli oscar come fossero bruscoli facendo film con la sola luce del sole che se ne va.
Ma non ti aspetti una cosa del genere da un film di genere, dal budget evidentemente risicato. E ti stupisci, ti stupisci che non sia una scelta hipster, anche se il regista lo è:
in realtà sto tipo si è messo a studiare tutte le usanze dell'epoca e ha deciso di fare il film usando il linguaggio dell'epoca (infatti ci sono delle cose incomprensibili), ha fatto fare i costumi come si facevano all'epoca, cucendoli a mano, e ha deciso di usare zero computer graphic, al massimo qualche trucco e molta molta molta atmosfera.
The VVitch è un tutto giocato sull'atmosfera, opprimente e misteriosa, in cui serpeggiano follie e dubbi, accuse, superstizioni e violenze, psicologiche e non. L'ambientazione è quel New England del 17esimo secolo che con le streghe ci andava proprio a nozze (in tutti i sensi), sai, Salem e le coroncine bianche in testa.
Una famiglia puritana viene esiliata dal villaggio d'origine perché la figlia maggiore ha dato alla luce un pupo frutto del peccato, una volta sistematisi in una casa vicino ad un bosco, la creatura sparisce misteriosamente:
A quel punto inizia a sospirare nel vento la parola strega, e ogni membro della famiglia reagisce a modo suo. Chi impazzisce, chi taglia la legna, chi fa sabba demoniaci.
La strega esiste? O no? Non è quello che ci chiediamo tutti?
Nel bosco c'è una grotta
pare debba uscirne lei
e invece ne esce Cappuccetto Porno
Ma è solo un aspetto del male, la bellezza del film risiede nel farci vivere una storia senza sensazionalismi - bisogna ammettere che alcuni passaggi rasentano l'appesantimento estremo - giocata con luci, parole, sguardi, scene che sembrano dipinte
senza mai cedere ai meccanismi horror degli ultimi anni, quelli coi bambinetti morti che appaiono in secondo piano e col sonoro alzato a tradimento per farti prendere il colpo nel momento di tensione. The VVitch è tutto un altro tipo di horror, di quelli belli.
L'accuratezza storica un po' autistica e ossessiva regala al film quel senso di documentarismo fantastico che pare un diario dell'epoca messo su grande schermo, una fiaba paurosa messa in scena perfettamente.
E poi c'è Black Philipp, il caprone.
Che incredibile carica terrorifica c'ha, un caprone messo a fare le cose che fa un caprone
se oltre a farmi vedere le sue acrobazie capronesche mi fai venire il dubbio - che poi diventa certezza - che altri non è che il Demonio, quel Demonio che ti fa la domanda della vita, la più difficile:
A cui tutti, ammettiamolo, risponderemmo sì, costi quel che costi.
Protagonista bella, strana e bella, presumibilmente destinata a cose altrettanto strane e belle
Illustracose da vvedere:
E pure i meme di Black Phillip diventano perfetti
Eggers, il regista hipster di cui sopra, sta per fare il remake del Nosferatu di Murnau. Se rispetta le aspettative (rispettativa, quindi) sarà un remake di quelli giusti.
Anche se le streghe andavano di moda tre anni fa, quest'anno ancora se ne vedono un bel po', alcune brutte, altre belle, come in questo VVitch. Eccone un po' per rinfrescare la memoria:
Merito proprio il premio strega.
Zio Broccolia
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