mercoledì 22 giugno 2016

Il giogo del telefono

Desconoscido - Resa dei conti
Trama: 50 sopracciglia orarie

È capitato un po' a tutti di essere chiamati al telefono da uno sconosciuto che vuole qualcosa da te e se non l'ascolti finisce che ti fa esplodere la macchina in cui sei seduto come in questo film spagnolo questa volta, o ti ammazza il figlio come quella volta a Gionni Deppe, o ti fa cadere  l'aereo come quella volta a Liam Nason, o ti spara mentre tu sei in una cabina telefonica come quella volta a Colin Farrell, o ti viene ad ammazzare con una maschera in faccia come quella volta a Drew Barrymore, o ti dice che morirai in sette giorni come quella volta a Naomi Watts, o ti dice di fare cose sempre più cattive e se le fai ti paga come quella volta a un attore sconosciuto, o ti dice di salire su un autobus e non scendere mai sotto le 50 miglia orarie come quella volta a Keanu Reeves o ti vuole per forza elencare tutte le offerte di una stracazzo di telefonia mobile quando tu sei già felice e contento con l'operatore che hai come a me ogni settimana che lì sì che ti viene voglia di farli esplodere. Insomma ste linee telefoniche sono un gran casino.
Comunque tornando alla telefonata ricattatoria del film in questione: qui c'è un tizio stronzissimo che lavora in banca che per vivere nella bella casa col macchinone parcheggiato in giardino vende titoli fallimentari ai suoi clienti sapendo di mentire, un figlio di troia, de puta madre proprio. Un giorno prende la macchina per accompagnare i figli a scuola, gli squilla il telefono e dall'altra parte c'è uno sconosciuto che gli fa: "ridammi i miei soldi o ti faccio esplodere a te e ai tuoi ragazzini". Conciso, puntuale, severo, giusto.
A quel punto il tipo non può far altro che continuare a guidare e intanto chiamare tutti i clienti e convincerli a comprare delle azioni fasulle e.. be' non ci ho capito poi molto... comunque a recuperare i soldi. Come finirà? E indovina!
Il film parte bene, ma piano piano si affloscia nell'inutilità, nella banalità, nella terza marcia, quella che ti fa andare avanti ma che noia. Il finale rassicurante poi è un vero pugno nello stomaco, perché se per gran parte del film sei stato lì a pensare tra te e te "apperò vedi alla fine gli spagnoli li continuano a fare i film di genere, in questo caso un thrillerazzo dalla location inusuale per i film europei che mischia Locke, il protagonista sta tutto il tempo col culo sul sedile dell'auto, a Die Hard 3 quando giocano a Simon Dice, e ci sono anche un po' di giochi di regia interessanti, che se riesci a  non appesantirmi la visione di 90 minuti di uno in macchina che parla al telefono devi essere quantomeno sveglio", quando poi arriva il finale ti cascano proprio le braccia, seguite a stretto giro dalle palle. Pare proprio che sia arrivato sul set un regista italiano qualunque e abbia detto "nonono abbelli! Mo se deve fa il finale rassicurante in cui il tipo dopo 20 anni di merda tirata addosso alla gente capisce tutto in un secondo e si redime! E mi raccomando non fate che il cattino la fa liscia o che i ragazzini non si salvano che poi chi le sente le casalinghe di Voghera, quelle si attaccano al telefono ci intasano tutte le linee"

A proposito di telefonate al cinema

Il protagonista è quello spagnolo che ogni film spagnolo che vedi c'è lui (ti ricordi questo e questo?), secondo me Favino fa un po' lo stesso effetto agli spagnoli. Si chiama Luis Tosar, un cognome che più che un cognome è un consiglio rivolto a quei cespugli che c'ha sopra gli occhi, non per dire eh:

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