venerdì 26 dicembre 2014

In cerca di Amy

Gone Girl (L'amore bugiardo)
Trama: Donne con le gone

Ragazze e ragazzi (ma soprattutto ragazze), stiamo calmi.
Non facciamo come l'altra volta che uno basta che scrive quello che pensa (che se vai a rileggere non è una cosa tanto scema. Rileggi bene...) e per ANNI (no, davvero, anni, l'ultimo è di un paio di mesi e recita un laconico "Sei una persona un po' triste". È quel "un po'" che mi dispiace. O uno è triste o uno non è triste... niente mezze misure qui da me) giù di commenti (perlopiù anonimi, vale la pena sottolinearlo) che sembrano fucilate, anzi proprio esecuzioni tipo ISIS, ma che alla fine non hanno cambiato di una tacca le mie ragioni su quel film.
Dico questo per evitare che anche questa volta i commenti si riempiano di giudizi gridati un po' a vanvera solo perché il tema - che è delicatissimo, e mai superlativo fu più importante - è quello su questa cosa gravissima (ah no, ecco, qui è più importante) della violenza sulle donne, o comunque su questa fottuta differenza tra uomini e donne che se è vero come è vero che da sola regala tutto il materiale del mondo a comici, commedianti, scrittori di rom-com, poeti, Shakespeare, e tutti gli altri che ci hanno costruito una carriera sopra, diventa anche il fulcro (la differenza, i punti di vista, il modo di intendere le cose) per le esplosioni di violenza che portano a riempire le prime pagine dei giornali ogni fottutissimo giorno.
Intendo dire, sono quelle "differenze" che, maneggiate da menti malate - attenzione, menti per nulla diaboliche, che la mente diabolica è per sua definizione anche intelligente, anzi sono menti parecchio squallide - portano poi a "marito uccide moglie"; perché l'uomo (inteso come maschio) è di una semplicità binaria, l'uomo medio di Maccio Capatonda, quello che usa il 2% del suo cervello, in confronto a quello vero è un genio. 
E questa banalità (del male?) ha assurto l'uomo in una posizione che non ha mai meritato, e non ha mai veramente avuto, lui stesso si è ritagliato, in un scatto di furia autogestita, il ruolo di Capo, di pater familias, di Re, Imperatore, Boss. Avere per puro caso di statistica evoluzionista dei muscoli più forti che ti fanno cacciare un mammuth fa di te il Capo? Bravo scemo.
Ritorno all'ancestrale perché secondo me è il Quando in cui tutto ha avuto inizio. 
Ora, senza lanciarmi in filippiche antropologiche che lasciano il tempo che trovano, il cappello introduttivo serviva perché il film di David Fincher (un bel ritorno al thrillerone come piace a lui) potrebbe dare vita a tante e tali bagarre su "le differenze di lui e di lei" che potrebbero non finire mai (e in effetti non finiranno mai, almeno fino a quando uno dei due sessi riuscirà a fare a meno dell'altro per procreare. Alcune ci erano riuscite più o meno.), e anche perché il fattore misoginia è molto, ma molto alto in Gone Girl, e a pensarci bene anche nell'intera filmografia fincheriana non è che la donna ci esca proprio tutta intera (bionde truffaldine bionde decapitate, folli schizofreniche, madri aliene)
La storia non può essere raccontata con dovizia di particolari senza rischiare lo spoiler criminale. Diciamo che il film è diviso in tre sezioni ben distinte, vi racconto la prima, anche se immagino la conosciate già.
Lui (Marito, Ben Affleck, un mezzo scemo della provincia americana trapiantato a NY, ma di certo un pesce fuor d'acqua) conosce Lei (Moglie, Rosamund Pike, sofisticatissima giornalista/scrittrice dell'upper class newyorkese, figlia di famosi autori di libri per l'infanzia la cui protagonista, Amazing Amy, è proprio "ispirata" alla figlia), segue amore zuccheroso, proprio zuccheroso che quasi non ci si crede
Segue matrimonio e parentesi di vita felice, ma segue anche trasferimento nel Missouri perché di Lui madre si ammala e muore.
Segue il giorno in cui Lui torna a casa e non trova più Lei, al suo posto un tavolino di vetro in mille pezzi e tutti i segni di un rapimento.
Seguono panico, denuncia, dichiarazioni pubbliche gestite da cretino qual è, con tanto di sorrisi davanti a foto MISSING della moglie
Segue sospetto: sarà mica Lui ad aver inscenato il rapimento della moglie, non prima di averla ammazzata?
Da questo momento è thriller puro. Bello. Scritto bene. Ti tiene con il famoso "fiato sospeso" per tanto tempo, e anche quando inizia la seconda parte del film tutto torna e per una volta potete credere allo strillo che accompagna il film: “DIABOLICO!".
Poi arriva la terza parte e... [Per evitare cedimenti nello spoiler metterò una gif capace di distrarre (quasi) tutti]:
Fine della gif, riprendete i sensi.
Ora. Il film entra come un bisturi sterilizzato in questa coppia e ne mette a nudo le putrescenze. Si tratta di raccontare cosa si nasconde dietro la facciata perfetta della coppia modello, si tratta di rispolverare il vecchio e classicissimo adagio "tutti hanno dei segreti", e lo fa alla perfezione. 
Dove non mi aveva convinto Lisbeth Salander, mi convince Ben Affleck nel ruolo che più gli si addice: l'uomo medio per antonomasia, quello che con un joypad o una birra o una tetta in mano (possibilmente le tre cose insieme allo stesso momento) non capisce nulla. Forse il suo personaggio avrebbe meritato più sfumatoure, magari non 50, ma di certo più di "con il mento scoperto/senza il mento scoperto"... o forse no, forse è giusto così, un uomo è idiota per antonomasia e Ben è davvero perfetto, sembra non dover recitare neanche, infatti probabilmente non lo fa.
Gone Girl è un gran bel film. Con quei risvolti (diversi e tutti abbastanza sorprendenti) che ti tengono "incollato alla poltrona" e con un finale che NODDAI! (no, non è un finale alla Fight Club, la moglie esiste davvero, Ben Affleck esiste davvero, tutto esiste davvero).
Ma allora dove sta la misoginia (oltre alla fig gif di prima)? 
Sta nel fatto che, per tutto il film, ho avuto un po' l'impressione che Fincher volesse - soprattutto nell'imperante presenza dei mezzi di comunicazione di massa quali TV, radio, telefonini, selfie - dirci "sì ok la violenza sulle donne brutta, ma hai mai pensato che magari certe volte sono loro che..."
Ovviamente detta così, cioè se fosse esattamente questo il messaggio del film, ci sarebbe di che andare sotto la villa di Fincher in questa modalità
e fargli la pelle. Basterebbe chiamare a raccolta tutti quelli che hanno commentato l'altra volta e abbiamo fatto.
Il film NON dice questo, ma ecco, la mia naturale sfiducia verso il genere umano mi porta a sospettare che se visto da uno spettatore "medio" (un Ben Affleck di turno diciamo) il film invece di rispondere ai canoni perfetti e ben scritti di un thriller, possa venir letto come una sorta di elaborata apologia degli uomini che vengono accusati di violenza.
Per fare un esempio concreto. Prendete Misery, nessuno si è mai posto un problema del genere: lei è pazza, lui la vittima. Punto. 
In Gone Girl invece c'è qualcosa che gira diversamente rispetto a Misery (forse perché Rosamund non è Kathy? Non solo, ma anche.) Il fatto è che quando poi Amy... Ecco vedi, cribbio, se continuo dico troppo! Non devo! Non devo! Vai di gif distrazione
Vi starete chiedendo perché la scelta della tipa di queste gif distrazione sia ricaduta proprio su quella modella che ha fatto il video con Pharrell nuda e che fa vedere più volte le tette di quanto vada al bagno (infatti le fa vedere anche in GG)? Perché la ragazza ha una parte nel film, una parte che riassume bene la dualità santa/troia che l'uomo medio vorrebbe avere paghi 1 prendi 2, riassunta nella sua donna ideale. 
E qui si aprono le parentesi (no, non quelle di Nymphomaniac) che ti fanno pensare che se da una parte l'Uomo Affleck, una versione beota dell'Uomo Alpha, vuole fare copula con quella vestita nel modo più provocante di tutta la festa, poi se ci si fidanza/sposa le chiede di vestirsi come Madre Teresa sennò altri uomini Affleck vogliono fare copula con la donna "sua", dall'altra parte i libri erotici che presentano 69 volte su 70 storie di donne sottomesse al piacere da uomini forti (il più delle volte i loro Boss in ufficio) e che si intitolano con tutte le sfumature - i titoli sono cose come: Io sono tua, A nudo per te, Incontri proibiti, Legami, Contratto indecente, Scommessa indecente, Diario di una sottomessa, Sei. Solo. Mia, Le città della perversione, L'insegnamento, Peccato originale, Io ti voglio, La punizione, Piacere estremo, Io ti guardo, Estasi infinita potrei continuare (questo non è un titolo...) - arrivano SEMPRE (e credetemi, intendo sempre) ai primi posti delle classifiche.
Voglio sperare che voi non siate nè tra quelli che fanno vestire le proprie fidanzate come vogliono loro, nè tra quelle che si fanno dire come vestirsi dai propri fidanzati. E voglio sperare che non siate tra quelli che comprano i libri con quei titoli, neanche sul kindle per poterli leggere come "guilty pleasure" sulla metro in perfetto anonimato.
Non nutro fiducia nell'uomo ma nutro molta fiducia nei miei lettori.
Voglio sperare che la pensiate come me, e cioè che queste sono tutte cazzate e che l'unica cosa che conta è la Diversità
La diversità, è quello il punto. Siamo tutti diversi non nel senso di "ehy, ognuno è uno e originale, e siamo fatti tutti diversi!". No. La questione è "Ehy, siamo tutti banalmente uguali, e siamo anche tanti dentro un unico corpo". Io la vedo così: con uno sono serio, con uno sono scherzoso. Con uno sono intelligente, con uno sono stupido. Con una sono Broccolo romantico, con una sono un Chicken allupato. Sono tanti, almeno quante sono le persone con cui mi relaziono. 
E non esiste chi domina, non esiste chi subisce. Esistono gli incastri, quelli che vengono meglio e quelli che vengono peggio.
E chi fa Male a qualcun altro è una merda e basta. Uomo. Donna. Non c'è differenza.
Ok. Insomma. Facciamo così, andate davvero a vedere il film, che oltre ad accontentare quella rota di Cinema con la C maiuscola che ormai è sensazione fissa per chiunque ami i Film, potrà dare vita, nei commenti (scherzavo quando dicevo di stare calmi, i vestiti da folla coi forconi tanto li avete), ad una discussione più approfondita. Giuro che vi rispondo, ma solo se vi firmate.
Se nei commenti volete anche farmi i complimenti per il geniale titolo di post sarete ben accolti, anche perché vorrà dire che anche voi siete della mia stessa pasta. 
Pasta tipo gnocch...
PS per chi ha già visto il film: i libri illustrati dei genitori di Amy sono stati realmente realizzati. Queste alcune cover (sono ebook
e qui una superspoilerosa.

5 commenti:

  1. per me è un film a tratti grottesco e con un ritmo davvero pessimo. lasciando perdere la sociologia, parlo di dialoghi, storia e noia.

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  2. sì ma non cominciamo con gli anonimi.
    detto questo non sono d'accordo...

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  3. scusa, non metto il mio nome nemmeno su fb. e onestamente non vedo cosa ti cambia sapere che sono andrea liuni – cosa che non puoi neppure appurare. d'altraparte a me non interessa sapere come ti chiami, mi interessano le tue opinioni.

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  4. “Gone Benby Gone”
    Aspettavo da tanto tempo un bel thrillerone alla Fincher e finalmente sono stata accontentata, anche se “Seven” è imbattibile! Però secondo me poteva durare un po' di meno! La prima parte (sezione) confesso mi ha un po' annoiata, nutrivo parecchie perplessità sulla scelta della protagonista (da qualche parte ho letto che anche Ben Afflek non ne era troppo convinto all'inizio) il suo viso certe volte mi ricorda una bambola di cera e poi l'avevo vista in “Orgoglio e pregiudizio” e “Jack Reacher” e non mi aveva colpita particolarmente. La seconda parte cattura subito la nostra attenzione con un colpo di scena. Il mistero è risolto ci viene rivelato e rimaniamo un po' spiazzati, confesso che l'idea di inserirla a metà film l'ho trovata coraggiosa e intrigante, nel romanzo pare non fosse così, ma non l'ho letto. Tutto il film è costellato da flashback che fanno meglio capire chi sono i due personaggi di cui ci stiamo occupando, ci viene mostrato il punto di vista di Nick attraverso le sue deposizioni o le sue confidenze alla sorella, attraverso il diario di Amy riusciamo a carpire i suoi più intimi segreti o almeno così ci fa credere. Il montaggio s'incastra bene in quest'ingranaggio e Fincher è molto abile in questo. La terza parte secondo i miei gusti si svolge un po' troppo rapidamente, si è vero Amy è costretta a cambiare i suoi piani è intelligente e riesce a prevedere ogni mossa (Sharlock Holms le fa un baffo), e va tutto sempre a finire come dice lei!
    Questo film ci dice una cosa importantissima che va oltre la critica ai media, colpevoli di praticare una vera e propria “caccia alle streghe”, o alla violenza sulle donne, secondo me Fincher si addentra in un campo che ancora non aveva esplorato o almeno aveva appena sfiorato nei suoi precedenti lavori. Quello che mette a fuoco è la coppia, soprattutto gli interessa il rapporto tra marito e moglie, l'alchimia, le affinità, l'amore che nel tempo possono essere completamente stravolti fino a diventare un gioco al massacro. Fino a che punto conosciamo il nostro partner? Perchè a un certo punto s'incrina qualcosa? Fino a dove ci si può spingere per vendicarsi? Ben verso la fine arriva quasi a calcolare le mosse di sua moglie intuisce la verità, anche se non riesce ad essere così diabolico ne rimane comunque spiazzato e soggiogato.
    ...(CONTINUA)

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  5. Chi è la vittima chi il carnefice? Ha importanza? Anche lui diciamocelo non è uno stinco di santo. Quello che conta è che rimane tutto in famiglia. Chi perde? Chi vince? In amore tutto è concesso. Devo dire che ho rivalutato la Pike per la sua recitazione glaciale è azzeccatissima in quel ruolo. E ancora se proprio non riesco ad abituarmi all'idea che sarà il nuovo Batman Ben Afflek è perfetto nella parte del marito raggirato. Comunque questo film mi ha ricordato tantissimo altri 2 film che non posso non citare, non so se sei d'accordo: ”La guerra dei Roses” anche quel rapporto iniziava con una grande storia d'amore e poi il denaro sfascia ogni cosa fino alle estreme conseguenze. L'altro film è “Presunto innocente” di Alan Pakula con Herrison Ford che in certi momenti ricorda il povero Nick anche se il processo era il luogo dove si giudicava e massacrava il colpevole e non erano i media come nel caso del film di Fincher, nella scena finale il protagonista scopre che l'artefice di tutti i suoi guai è sua moglie una brava e insospettabile Bonnie Badelia, ma tanto ne rimane colpito che decide di coprirla e quasi si intuisce una sorta di ammirazione nei suoi riguardi! Ben Afflek decide o è costretto a rimanere con sua moglie? Quest'ambivalenza, quest'ambiguità, un dualismo o duello continuo ci regala un finale non scontato, che sicuramente ci fa riflettere.
    Mi ha piuttosto irritato e l'ho trovata davvero inverosimile la scena in cui Amy gioca a minigolf (che per carità sarà pure un'istituzione in America) con due balordi, lei sofisticata, ricercata in tutto lo stato, in più si fa pure accorgere che tiene una marea di soldi nella gonna, lei così attenta, calcolatrice non sta in piedi!
    E poi mi spieghi perchè nei film per fare più odience ci mettono la modellina di turno?
    Detto questo un affettuoso saluto Broccolo!
    P.s. ti faccio i complimenti per il geniale titolo del post se anche tu fai i complimenti al mio, anche perchè forse sarai uno dei pochi a capirlo! Davvero molto carine le cover, sembrano disegnate dall'Amy di Kevin Smith!
    DaniaFin

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