domenica 29 agosto 2010

Choose Wild

Into the Wild

Trama: Prendo baracca e burattini e me ne vado! A lo vedrete se me ne vado! Guarda che me ne vado! E lo sai dove vado? Lo so io dove vado! Vado INTO la natura!
Si va bene Into the Wild, ma te stai Out of the Mind!

Intanto vi dico che mi è piaciuto molto. Ma molto.
Poi adesso faccio il bastian (!) contrario e vi dico cosa ha scatenato la querelle qui nelle broccole stanze. Allora. Io sono della scuola: era un pazzo. La cospettatrice è della scuola: era un giusto, un romantico, un uomo che ha ritrovato la vera essenza dell'essere umano. Vi spiego meglio.

• ERA UN PAZZO, tesi avvalorata dal fatto che alla fine è morto. Secondo me aveva avuto un crollo nervoso e, perso il contatto con la realtà, ha abbandonato la civiltà civile per inseguire un'utopia irrealizzabile. Irrealizzabile e irreale, per il semplice motivo che il genere umano, non è fatto per stare solo. Seguitemi che probabilmente mi perderò: alcuni bisogni dell'uomo, ditemi se sbaglio, sono ancestrali, ci sono da sempre e ci saranno sempre: creare un gruppo, confrontarsi con gli altri, vivere in "società", trovare un riparo, ricercare le comodità (per comodità non parlo del telecomando o della poltrona ribaltabile, parlo di ruota, fuoco, carri carrozze auto). Insomma se siamo così come siamo, è perché così siamo. Non parlo degli eccessi, non parlo degli abomini della società (corporation, politica schifosa, livelli ricchezza/povertà completamente sballati) intendo che dentro di noi c'è innato una ricerca di una società (certo anche questa utopica) dove gli uomini "lavorano per aiutare gli altri, dove sono in pace con la natura, dove creano famiglie e insegnano ai loro figli quello che hanno imparato dai loro genitori" – parole del protagonista. Insomma, il pollice opponibile non l'abbiamo creato noi, ce lo siamo trovato e ci ha dato l'opportunità di forgiare la prima lancia. Così anche la nostra natura (il vivere in società) è dentro e non possiamo farci niente sarà sempre così. Insomma, non nego certo che prendere tutto (soldi, vestiti, lavoro) e buttarlo nel cesso è affascinantissimo, ma solo perché siamo schiavi dei nostri pochi soldi, dei nostri vestiti e del nostro lavoro. Poi, dopo un mese di camioncino a mangiare radici, voglio vedere. PEr me aveva sbroccato e per fortuna loro, invece di andare in giro ad ammazzare prostitute sulle highways, andava solo in giro.

• NON ERA UN PAZZO. ERA UN ESSERE SPECIALE CHE HA TROVATE LA PACE (non solo in senso letterale), tesi avvalorata dal fatto che venendo da una famiglia ricchissima non avrebbe certo dovuto faticare poi molto su mutui, prestiti, ricerche di lavoro. Insomma ha avuto coraggio a lasciare una vita agiata per vivere in contatto con se stesso, circondato dai suoi pensieri e dai suoi desideri, che fondamentalmente erano uno solo: stare solo. Un San Francesco new age, ma mai un frikkettone, un essere spinto da una luce interiore e non dalla follia.

voi di che scuola di pensiero siete? Io continuo ad essere della scuola PAZZIA, anche perché a mollare tutto ok ci metti tanto coraggio, ma per certi versi, una volta fatto il primissimo passo, il resto è tutto più facile: zero bollette, zero obblighi, zero tasse, zero rotture di cazzo da amici, parenti, ragazze, cane. Zero, solo tu... quasi una forma di egoismo assoluto. Allora non ci vuole più coraggio a restare e combattere e poi muori?

Ok. Dietrologie Legambientali a parte, è un film splendido. Al solito gli attori sono i più fortunati, chiamati per lavoro a vivere a contatto con la natura incontaminata per una bellissima giornata di riprese, e la sera gamberoni e puttonani nella roulotte degli studios.
Emile Hirsh è bravissimo e ancora più bravo, incredibilmente bravo, è Eddie - ho il naso in gola - Vedder. Neanche a dirlo, oggi la canzone più assolutamente bella del mondo è questa:
(PS di due giorni dopo. CAZZO. non riesco a smettere di ascoltare la soundtrack di ITW. Non riesco. Ho deciso che durante il mio funerale dovete mettere questo disco. Non sto scherzando.)

Comunque ragazzi! ANCHE C&B VI SALUTA E PARTE! VADO INTO LA NATURA! mi perderò nelle lande desolate del viterbese, nella vaste pianure padane, nei boschi incontaminati della maremma e i suoi suini. Vivrò di bacche, licheni e tutte queste piante un sacco sane.
Ho già con me tutto il necessario:
Venitemi a cercare alle fermate del COTRAL.

7 commenti:

  1. Allora, dirò la mia, posto che ho visto il film due anni fa secchi, appena tornata dal Japz e in pieno delirio "happiness only real when shared".
    Quindi all'epoca il film mi piacque ma con riserve, e dico sempre che lo devo rivedere.

    Per me la chiave (vabbè non solo per me, un po' per tutti) è esattamente quella frase finale, cioò lui capisce che ha fatto LA CAZZATA e la felicità non esiste se non è condivisa (quello che pensavo quando son tornata dal japz, quindi giù lacrime), quindi, alla fine dei giochi, io avvaloro la tesi del ROMANTICO COGLIONE, forse un po' triviale ma non facilona come è PAZZO né idealista come è SAGGIO.
    Concordo col fatto dell'utopia irrealizzabile, cosa che alla fine infatti anch'egli capisce scrivendo la famosa frase.

    Ci vuole coraggio a mollare tutto e coraggio a restare. In entrambi i casi ti privi di qualcosa di enorme.

    (Alabama nella versione saggio samurai)

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  2. cioè come che rumore fa l'albero nella foresta deserta... o il battito di una mano sola... filosofie.

    ma se sei sempre alla ricerca della liberà? non diventi schiavo della libertà? (potrer aver detto una gran cosa o una stronzata...non so)

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  3. Io, da brava bilancia con la diplomazia nel sangue, come al solito sto nel mezzo: era un essere speciale pazzo che ha trovato la pace, poi però l'ha persa, e infatti alla fine dice quella frase che tutti noi ci siamo scritti sulla smemo (?!) "happiness is only real when shared". (comunque questo è stato il film che mi ha fatto più piangere nella vita, ero al cinema da sola e per tutti i titoli di coda tiravo su col naso, e meno male che quando sono uscita pioveva, così come diceva quell'altra frase che tutti noi abbiamo scritto sulla smemo almeno quattrocentoquarantasei volte, ho potuto piangere a testa alta) (mi sa che in quel periodo ero un po' depressa)

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  4. Sì ci diventi. Poi non stai più bene da nessuna parte che non sia "in giro".
    Puoi immaginare destino peggiore?
    È inutile, qualunque cosa facciamo porterà conseguenze letali.

    (Ancora saggezza samurai, ma quante ne so? Alabama Miyamoto)

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  5. però poi c'è il rischio che diventi come me, novello micheal jackson sotto campana di vetro, con cibo vitaminico in vena a vedere solo film...
    neinte, come fai, sbagli...

    cmq è tutta colpa delle patate velenose! se non moriva spatatato tornava in sè e diventava un frikkettone con quelli delle bancherelle che fanno i braccialetti di film di ferro...

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  6. E così poi facevano il sequel, che lui si fidanzava con Kristen Stewart e mentre erano lì a infilare perline cantando We shall overcome incontravano Edward Cullen che stava andando in alaska a trovare i suoi amici vampiri alaskesi e si univano a lui e fondavano un nuovo movimento, i frikketon-emo.

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  7. infatti!!! e coltivavano solo rape rosse, belle sanguigne.
    E facevano le collanine con i denti, di lupo.
    E si mettevano solo sandalini di cuoio con lui che ci faceva i disegnetti sopra
    sempre nel segno dell'INTO la natura!

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