lunedì 16 maggio 2016

Io Ballard da solo

High Rise
Trama: Rise bene chi rise ultimo piano

Tradurre Ballard in film deve essere la cosa più difficile del mondo. Ci vuole un regista come Cronenberg, già matto di suo, infatti un film come Crash te lo ricordi per sempre. Oppure uno come Spielberg, che ti appiattisce un po' tutto (anche se devo ammettere che non ho letto il libro) e ti fa un film spielbergoso come L'impero del sole.
Questo High Rise, tratto da Il condominio (che fu anche copiato da un numero di Dylan Dog che adesso non mi ricordo quale ma era proprio uguale uguale. Chissà quanti Dyd mi sono letto da giovincello credendoli grandi idee e poi erano tratti da romanzi che non avevo letto, film che non avevo visto, leggende che non avevo ascoltato), è riuscito a metà: non ha la potenza folle ed evocativa di Cronenberg, quella malattia viscerale, e non è "americano" come Spilbi. È un ibrido, e come tutti gli ibridi ci sono dei pezzi belli, dei pezzi brutti, ma nell'insieme risulta sgraziato e sbilenco.
Ci sta un cast di tuttissimo rispetto, primo fra tutti un redivivo Tom Hiddleston (devo vederlo anche nella serie TV col Dr. House) che c'ha sempre classe da vendere ed è sempre di un fascino più che magnetico. Poi,  a chi interessa, gli si vedono le chiappe
Seguono a ruota Luke Evans, Sienna Miller, Elsabeth - Peggy Olsen - Moss, Jeremy - devo fare il prezzemolino perché ho comprato troppe case la moquette la devo pur pagare in qualche modo - Irons e un corollario di gente tutta all'altezza della situazione, situazione che è molto particolare di suo.
Un gigantesco palazzone cementato e futuribile (ma futuribile per quella che poteva essere l'architettura anni 70 inglese, rivedersi Arancia Meccanica a tal proposito) è il protagonista della storia. 

Dentro il condominio tante famiglie, personaggi, storie, facce, divise per "classi" a seconda dei piani in cui abitano (i piani alti, i pianerottoli, i piani forti), come il Titanic per capirci: quelli di sotto mal sopportano lo strapotere di quelli di sopra, quelli di sopra mal sopportano anche solo la vista di quelli di sotto. Hai presente Downton Abbey? Ecco, ma senza l'aplomb; qui si odiano proprio, si riempiono di mazzate, si violentano, si buttano di sotto, arrivano (forse troppo velocemente, veramente nel giro di mezza scena) allo stato della barbaria.
La natura selvaggia prende il sopravvento e tutti gli inquilini regrediscono all'età quasi medievale, oppure velocizzano i tempi e arrivano direttamente all'apocalisse anarchica: tafferugli, violenze, razzie.. addirittura sembrano perdere l'uso della parola. E si mangiano i cani. E il film diventa anche troppo didascalisco: l'omo è 'na besthia.
Ecco, per una storia del genere ci voleva davvero la visione, o la visionarità, ci voleva un regista capace di tenere salde le redini di questo vortice, mentre, togliendo alcune scene indubbiamente riuscite c'è poco altro. E poi, per le scene riuscite, bisogna dire che il ralenti fa riuscire bene qualsiasi cosa. Ce metti il ralenti, ed è subito scena fica, spingere play per credere:

Non sono un esperto di Ballard (ammetto sempre di essere un pessimo pessimo pessimo lettore) ma qualcosa ho letto (addirittura scrissi una graphic nov.. no era proprio un fumettino.. tratto da Un gioco da bambini, che vi consiglio tantissimo e di cui sì vorrei vedere un film, certo meglio del mio fumettino) e quindi in effetti non so dirvi se il film rispecchia, riflette, riassume, rimescola il libro, so solo che ho provato troppa noietta per dire che è un bel film, ma lo stesso sono arrivato fino alla fine. Oddio, è vero che io, come sapete, appena appare il primo logo della casa di produzione penso "e vabbé mo non è che posso interrompere proprio ora il film! Ora vale la pena che lo finisco!", ma insomma, certe volte arrivo davvero provato alla parola The End. Questa volta l'attenzione c'era, peccato che è pur sempre un Broccolo.
High Rise manca di personalità, anche se la ricerca disperatamente. Manca di tensione, di incubo, di paranoia, la surrealtà. Non basta mettermi la festa a foggia di corte di Francia o Tom che balla con le hostess anche se non c'entra nulla


Non ci balla soltanto

Ripenso a chi ha avuto problemi con gli inquilini dei piani di sopra e penso per esempio al paranoico inquilino del terzo piano di Polansky o ai grotteschi assassini di La comunidad di De La Iglesia o ai cannibali di Jeunet, e Ben Wheathley, che pur ci aveva regalato il paranoiosissimo e maledettissimo Kill List (più un episodio di Abc's of death di quelli che ci erano piaciuti), non ha la profondità psicologica del primo, il ritmo assurdo del secondo e la ferocia bambinesca del terzo. Anche se prova un po' a dimostrare di avere tutte queste cose. Ecco, una cosa che gli riesce è rendere l'algidit... l'algidism... l'algidezz.. l'essere algido dei protagonisti, sembrano spesso mischiarsi con gli arredi, poi distrutta nell'inselvaticaggi... nell'inselvatism... nell'inselvatezz.. nel diventare selvaggi.
C'è anche da dire il pieno inserimento di costumi, parrucche, basette e scenografie nella sci-fi anni Settanta - e neanche del tipo "astronavi e alieni", ma più del tipo fantascienza antropologica, la stessa di Orwell per capirci, non quella di Asimov - rendono il film bisognoso di svecchiamento, come fosse nato già attempato.
La locandina, che è bella, mi ricorda tantissimo, anche troppo, questo video. Ma a proposito di musica ecco che nella colonna sonora appare a sorpresa una cover dei Portishead che non ti aspetti e che ti fa sembrare una canzone che hai sempre associato a quattro tizi vestiti in maniera ridicola, un capolavoro:

(Dice che stanno togliendo tutte le versioni della canzone dal web. Se il video scade, cercatela, è davvero pazzesca.)
A questo punto ci stava bene una Biogragiffia di Hiddleston, però ho trovato questa illustrazioncina che ok, non è il massimo, ma come riassuntino può andare:

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