lunedì 8 giugno 2015

2x1 • Ci sei o sci-fi?

In un impeto di pischellaggine autoinflitta mi vedo uno di seguito all'altro due film di fantascienza molto teen (che tradotto vuol dire appunto pischelli), anche di profondi problemi pischelli tipo l'amore, l'acne e i viaggi nel tempo.
The Signal
Trama: AKIRUN

Non me l'aspettavo veramente. Avevo questo film in coda da mesi e mesi, e lo rimandavo sempre perché la locandina poco mi diceva tranne il fatto che è sempre bello trovarsi tra due specchi che ripetono all'infinito la tua immagine e fare delle mosse sceme e sperare che non ti succeda come in quella vignetta di Addams.
[cliccaaahh]
Vabbé non distraiamoci e diciamo invece ho fatto male, perché The Signal è una bella sorpresa.
All'inizio pensavo fosse un horror classico, con i tre ragazzi - uno zoppo, uno nerd e una qualunque medio-caruccia - che, attirati da una sfida online tra hacker del tipo "trova il mio IP se ci riesci" - viaggiano in macchina fino a destinazione ignota. Arrivati a destinazione non più ignota non trovano l'hacker che li aveva sfidati ma dei rapitori in tuta anticontagio che li rapiscono rapendoli, loro teste di rapa un pochino. Una volta risvegliati i tre ragazzi non saranno più quelli di prima. Il poster giapponese un po' troppo spoilerante può darvi un indizio:

Chi sono quei rapitori? E perché gli fanno quello che gli fanno? Non voglio dirvi troppo perché il film è gestito bene, anche se nella prima mezzora sembra più di vedere un mix tra Boyhood, Prima dell'alba, Jules e Jim e Y tu mama tambien, ma poi diventa un alien abduction movie (molto migliore degli ultimi capitati da queste parti tipo questo e questo), e alla fine... be' alla fine riserva le scene migliori.
Ci sono molte domande senza risposta e alcuni passaggi un po' macchinosi, e c'è anche il tempo di lasciarsi andare al romanticismo da pischelli tipo:


ma poi quando deve fare il serio lo fa. 
Questa nuova leva di film horror o sci-fi accorata, che mischia due generi apparentemente distanti come l'amore di pischelli e i mostri o gli alieni non mi dispiace sai. Certo, i colori saturi e tutto l'apparato visivo è molto hipster, questo è innegabile, ma insomma, non esiste solo Anderson e che ben venga che qualcuna delle sue dinamiche e scelte stilistiche venga applicata anche a film di genere invece che solo alle foto della roba che uno mangia o indossa coi risvoltini.
Insomma la rivincita del nerd alla AKIRA maniera:

Il protagonista l'avevamo già ignorato qui e notato qua, e ha il suo bel personalino
Appena se ne accorge anche hollywood o sfonda o se brucia. Se ci interessasse davvero potremmo costruire una macchina del tempo per vedere, come i pischelli di:
Benvenuti a ieri - Project Almanac
Trama: Il pischello che visse nel futuro

Che questo film era una puttanata di proporzioni galattiche si capiva sin dal titolo italiano, con la sua bella assurdità grammaticale ingiustificata, un titolo che si cerca di accaparrare il pubblico dei vari Benvenuti al Nord, Benvenuti al Sud (non ne di' più non ne di' più) e ci aggiungo il moto a luogo "ieri". Un bel ripassino di Italiano di seconda elementare non sarebbe una cattiva idea.
Non che quello inglese fosse meglio "progetto almanacco", ma che questo?
Comunque la storia è semplice: un gruppo di pischelli mezzi nerd (ma questa volta il capo è un fighetto del genere biondino e squadrato alla Paul Walker) scopre come viaggiare nel tempo (non sto a dirvi né come lo scopre né come ci viaggia che tanto è di un imbecillità quasi preoccupante) e che si mette a fare? A uccidere Hitler? No. Torna indietro per andare bene all'interrogazione conoscendo le risposte. Torna indietro per vincere la lotteria conoscendo i numeri. Torna indietro per rimorchiare una ragazza (tutto preso da Ricomincio da Capo), e alla fine l'idea geniale: torna indietro per andare al Lollapallooza. Tutto il tempo. Cioè tutto il film è così, fanno solo le solite cazzate che, di solito, occupano sì una parte dei viaggi del tempo, ma solo quella iniziale, poi arrivano subito i casini o la domanda "dovrei usare questa macchina per scopi più importanti tipo che ne so rivedere mio padre scomparso o salvare l'umanità?" 
E invece no, invece ti rendi conto che la generazione MTV - è un MTV film production questo film - non vuole salvare il mondo nonostante ogni tanto anche su MTV passino le pubblicità progresso, la generazione MTV vuole solo fare le cose che si vedono nei meme che promuovono l'uscita in BlueRay del film:


Capito come? Questi viaggiano nel tempo e si chiedono a quale delle due veline stanno meglio gli occhiali da fabbro o si stupiscono che "hey i viaggiatori del tempo stanno sempre col cellulare in mano! PROPRIO COME NOI!".
Brava MTV, che bei film produci, potresti trovare un modo migliore per pubblicizzare i prodotti che promuovi già largamente sulle tue emittenti; si vedono chiaramente, con tanto di ralenti, l'XBOX, la Red Bull, la Samsung e un altro paio di brand che hanno pagato il film, e il fatto che almeno 20 dei 90 minuti di film li passino al Lollapalloza mi fa pensare che MTV sia una delle tv promotrici dell'evento, nonché abbia qualche tornaconto nelle vendite dei gruppi che si vedono sul palco, tutto troppo smaccatamente promozionale per non risultare insopportabile: che ci hai preso per idioti? Cioè magari un pochino lo siamo, ma non fino a questo punto, il product placement è sempre fastidioso, come se io adesso mi mettessi a parlare della FAVOLOSA TAVOLA DA SKATEBOARD CHE HA REALIZZATO LUCAMALEONTE DEDICATA AL TRENTENNALE DI RITORNO AL FUTURO!
SUPERSTEREO! La potete dovete comprare QUI! Ce ne sono solo 20!
Questo era anche per dire che in quanto a film generazionali sui viaggi nel tempo, noi avevamo lui

e oggi hanno lui

Chi sta meglio (al netto di tette ovviamente)? 

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