martedì 22 novembre 2016

Where the Wilder People Are

Hunt for the Wilderpeople
Trama: Nuova Tsè Landa

È divertentissimo e super fantasiossimo, proprio che lo vedi e sorridi tutto il tempo, e finisce che di SICURO lo metti in uno dei poster di fine anno 
Vi ho già detto che quest'anno i CHICKENBROCCOLI AWARDS POpSTER non saranno proprio dedicati ai film in senso stretto? Che diciamocelo, non ci sono stati proprio i capo-po-polavori, piuttosto il cuore nel 2016 ha battuto più forte per i singoli personaggi che per i film che gli stavano intorno. Ma questo è un discorso che sviscereremo più in là...  ora c'è da scrivere quanto diamine mi è piaciuto Hunt for the wilderpeople!
Dopo un film zeppo di spasso e trovate come What We Do In the Shadows (infatti era finito pure lui dritto negli Awards, con tanto di poster pazzesco) era difficilissimo realizzare una pellicola che reggesse il confronto, il regista/attore neozelandese Taika Waititi, uno che illustrato è così

e fotografato è cosà, che praticamente è uguale:

(ricorderete che era il dolce vampiro Tiago di WWDitS)

ci è riuscito, eccome se ci è riuscito, e infatti per tutta risposta viene premiato dal suo paese con il più grande successo neozelandese di sempre. 

Certo le cifre sono "neozelandesi", ma hey, è il più grande successo neozelandese di sempre, e secondo me è un traguardo neozelandese di tutto rispetto!
Partiamo da quello che è il più perfetto o forse fortunato casting di tanti (ma tanti!) anni a questa parte Se un film ha come protagonista lui:

lui:

sempre lui:

c'è una buona possibilità che quel film diventi automaticamente una bomba. Spero vivamente che Ricky Baker diventi il nuovo role model di una generazione:

E Julian Dennison una superstar.
Parlo a volte spesso sempre di personaggi iconici, di quei personaggi che tra dieci, vent'anni ci ricorderemo. Me ne vengono in mente sempre pochi, pochissimi, perché per crearne uno ci vuole un mix perfetto di bravura (devi gestirne la particolarità, non puoi fare solo una macchietta, altrimenti diventa ridicolo), intelligenza nel capire i trend (devi cogliere le mode, anticiparle, mischiarle, ma soprattutto crearne una nuova), occhio allenato nel casting (vi ricordo che per fare Neo avevano scelto Will Smith e per fare Han Solo Al Pacino...), conoscenza dei grandi characters precedenti (per non rischiare di crearne di ricalcati, vedi quello che è successo a 11, per un mese era il personaggio più bello di sempre, ora scommetto che ci avete messo almeno un minuto per ricordarvi «chi era 11?») e... culo (questa è l'unica cosa che non puoi prevedere).
Ma quando poi ti ritrovi uno come Ricky Baker davanti, capisci che è davvero uno dei personaggi dell'anno. 
All'inizio del film lo conosciamo come un vero criminale in erba. Ricky Baker rompe cose, brucia cose, spinge cose, distrugge cose.

Il problema di Ricky Baker è che con quella faccia non farrebbe paura a un kiwi... proprio il frutto, non l'animale

e infatti nessuno prende sul serie le sue aspirazione gangsta.
Sballotato da una casafamiglia all'altra, Ricky Baker finisce nel più sfanculato dei luoghi, una fattoria persa nel nulla della campagna neozelandese, e la campagna neozelandese non è come quella intorno a Roma, che fai tre metri e becchi l'autostrada, la campagna neozelandese è più così:
"Amorevoli" zii acquisiti una coppia di sbiellati: lei una tipa con la battuta sempre pronta, lui praticamente un orso ai limiti del mutismo (interpretato da un Sam Neill MAI così adorabile da quando voleva aprire la pancia a un ragazzino con un'unghia di velociraptor).
Tra un'improbabile fuga (non si allontana più di duecento metri) e un cucciolo di molosso che chiama Tupac, Ricky Baker deve fare i conti con l'inaspettato: con quei due strambi inizia a trovarsi proprio bene. Ha finalmente trovato una famiglia?
Non fosse che una tragedia inaspettata costringe Ricky Baker e il taciturno zio ad un'avventura incredibile nel bel mezzo della natura neozelandese selvaggia, incontaminata e piena di indicibili pericoli:


Si muovono in banco.
Oddio non tanto indicibili, semplicemente i due vanno a fare i selvaggi, perché tutta la Nuova Zelanda crede che sia un rapimento




e finisce che è più semplice improvvisarsi neozelandesi ragazzi selvaggi che tornare indietro e raccontare come stanno davvero le cose. Ovviamente le comodità della vita civilizzata si fanno sentire, come ad esempio il walkman:
Qualche tempo fa era uscito Big Game, quel film in cui Samuel Jackson presidente USA precipitava nella foresta finlandese e solo grazie a un ragazzino autoctono esperto di caccia alla renna riesce a cavarsela. Era il secondo film del regista di quella bomba di Rare Exports, ed era stata una gran delusione. Ora abbiamo un altro regista con alle spalle un film bomba, un adulto e un ragazzino nella foresta, e un andamento originale ed eclettico. Per fortuna c'è una fondamentale differenza: questo è film da vedere assolutamente.
HftW ha quella freschezza casuale che trasmettono i progetti mossi dal divertimento: si sono divertiti da matti a girarlo e quanto si sente non si sa. E quando un film ha divertito prima di tutto chi l'ha realizzato, sarà inevitabile amarlo, sentirsi di buon umore per pura osmosi cinematografica. 

Questo succedeva anche coi vampiri coinquilini, qui ritorna quel gusto per l'assurdo, che poi, se pensi alla Nuova Zelanda, tanto assurdo non è.
Ti ritrovi davanti a film come questi e ti ritorna il rigurgito italico del perché, perché mai non riusciamo mai e poi mai a divertirci quando qui da noi facciamo un film? Perché ci prendiamo così sul serio? Perché anche quando qualcuno pensa a dei personaggi strani e un andamento non convenzionale finisce per fare la figura del parvenu che vuole fare l'Autore? E non venitemi a dire che un film(ONE! Per carità!) come Jeeg Robot salverà la cinematografia italiana, io parlo proprio di aura, di sensazione epidermica. Ci sarebbe da dire "e fattela 'na risata"... ma non c'è tanto da ridere, se anche il cinema neozelandese ci appare fresco, vivo, spassoso e - attenzione - per nulla improvvisato o stupido, anzi, usare una storia come questa per raccontare la storia di un orfano che combatte col mondo che lo vuole civilizzato a tutti i costi, e solo nella natura, con un altro sociopatico come padre e un cane come amico, riesce a trovare la sua famiglia (è il secondo quest'anno che scopre la vita da creatura selvaggia, quell'altro parlava con un cadavere però...).
Ricky Baker è la più grande icona neozelandese dopo i Maori (che saranno anche stati dei guerrieri ma purtroppo l'unica cosa che hanno saputo esportare sono i tatuaggi) e gli All Blacks. Ricky Baker è tutto quello che The Rock non sarà mai. VIVA RICKY BACKER!
E Waititi ora è alle prese con Thor: Ragnarok, se ci mette anche solo il 10% della sua stramba ironia, sarà il più divertente dei film Marvel.
Belle le altre locandine ufficiali
E bella la fanart che si trova in giro... 


non bella ovviamente come... IL CHICKENBROCCOLI AWARD POpSTER CHE ARRIVA A GENNAIO! LO FA... LO FA... LUI:
cat funny cats

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