mercoledì 18 febbraio 2015

E quindi uscimmo a calpestar le stelle

Maps of the stars
Trama: Attori alla Julianne

Quindi Hollywood è morta. O comunque non si sente tanto bene. 
Questo il quadro clinico:
Sì, moribonda, comatosa, quantomeno acciaccata. Questo ci dicono i film degli ultimi tempi, almeno quelli che si propongono come insider dell'industria, quelli che ci raccontano delle miserabili vite da milionari che fanno, ovviamente quelli hollywoodiani, quelli degli oscar che stanno arrivando, quelli dei filmoni che ci piacciono tanto, quelli che se fai una carriera degna finisci sul marciapiede, quello con le stelle coi nomi e le mani impresse nel cemento per capirci.
Capite l'atto parodistico? A Hollywood ti puoi considerare veramente "arrivato" solo quando sei costretto a metterti ginocchioni per terra per strada davanti a tutti, genufletterti sul selciato, e devi pure sorridere.
Ieri, in Birdman, gli attori erano uccellacci un po' scemi, oggi, in Map of the Stars, sono solo scemi, spogliati di ogni fascino possibile da un Cronenberg che sparge tutto il set di soda caustica e poi si siede a godersi lo spettacolo. Spettacolo che però non va come sperava, forse era soda caustica di scena, come le pistole a salve che si usano al cinema.
Il film parla di quello che c'è dietro le quinte del dietro le quinte. Quindi anche oggi, come ieri, diversi piani di lettura della figura (di merda, nel vero senso della parola, poi vedremo perché) dell'attore. 
In ogni attore ci sono tre attori: 1) c'è l'attore che recita sul grande schermo, 2) c'è l'attore che recita nella vita normale, quella che noi conosciamo via gossip (perché pensate non sia recitare prendere a pugni un paparazzo solo perché sei con Martin Scorsese? O baciarsi sulla spiaggia? O sposarsi in gran segreto sapendo che lo sapranno tutti? Recitano anche lì...) e poi 3) c'è l'attore che non recita, quello quando sta a casa sua normale in ciabatte. L'unico momento quest'ultimo in cui l'attore può definirsi persona, spogliata di ogni maschera o personaggio. Ma siamo sicuri che non mantengano le pose anche mentre si cucinano un uovo al tegamino o - sto per dire una cosa che Dio ci scampi e liberi se avessi mai immaginato di doverla vedere - fanno la cacca?
Map of the Stars sembra un po' un remake più onirico e horror, ma anche meno riuscito, de I Protagonisti di Altman. Parla della vita degli attori di Hollywood, al netto della loro qualità recitativa. Infatti non li vediamo mai recitare (cosa che succede in Birdman), recitare uno che recita intendo. Non stanno mai girando o su un palco, stanno sempre per girare o per avere la parte o per fare il provino.
C'è l'autista che spera di diventare attore, c'è la giovane promessa di un qualche franchise milionario che a 11 anni è già uscito dal rehab e parla come un 40enne navigato, c'è l'agente/madre senza scrupoli che vende il figlio come fosse un paio di pantaloni ormai troppo stretti, c'è la tipa sfregiata che pare normale ma non lo è che riesce a diventare assistente personale di un'attrice grazie alle buone parole della vera Principessa Leila (proprio lei)... e poi, più di tutti, c'è l'attrice di mezza età ma interamente isterica che tenta di prendere al volo l'occasione della vita, quella da Oscar, recitare la stessa parte che rese famosa la madre nel remake di un film. Diciamo come se Melanie Griffith avesse fatto il remake degli Uccelli (invece la fa Naomi Watts... ma a che punto è, a proposito? Ditemi che non lo fanno più, vi prego. Ancora violenza sui pennuti no.)
Questa attrice la interpreta Julianne Moore, a cui dopo tanti anni possiamo finalmente dire: bentornata! Con tanti cuori intorno.
Ora, sapete tutti che io e Julianne, sì insomma, ce la intendiamo. C'eravamo tanto amati per quei tre secondi in cui ci siamo guardati negli occhi, questi tre secondi, e da allora il filo rosso (ma che è un capello suo? No, cara, ti posso spiegare...) che ci unisce non si è mai spezzato. 
Ho fatto fortissimo il tifo per lei quando finalmente, anche se erano già passati gli anni d'oro, anzi di hennè, sembrava che potesse vincere il suo oscaretto, con un film abbastanza insulso che parlava di una cosa scabrosissima per il 2013: LESBICHE! Brr! Incredibile! Quanto coraggio... 
Ma ecco che Julianne finalmente torna a una di quelle parti che tanto ce l'hanno fatta amare in passato: borderline, triste, solitaria, profonda e vuota al tempo stesso.
Julianne è brava. Mi è sempre piaciuta, quasi di più come attrice che come oggetto di lubrici siparietti mentali. Lei rende sempre molto bene il male di vivere, c'ha la faccia giusta per disegnare sul volto la gamma di emozioni che va dalla depressione

alla disperazione

Magnolia, Boogie Nights, Il grande Lebowsky, America Oggi, sono già tante le parti fuori dai canoni e dai gangheri che Julianne ci ha regalato. Questo nuovo ritratto di attrice ai limiti del disturbo mentale (anzi li supera eccome quei limiti) è davvero un ritorno a quella sua bravura particolare, che sapevamo abbastanza appassita negli ultimi tempi, sarà mica stata memorabile in volo con Liam Naason, nave scuola per Gordon-Levitt o scuola e basta per quell'altro che l'ha baciata immeritatamente, o mamma cattopazza della Moretz? Tutte interpretazione di routine.
Invece in Map of the Stars è brava. Proprio Brava. E secondo me si è anche messa un po' di botox per rendere meglio la dissoluzione vuota di questa che pare proprio una Lindsay Lohan qualunque, nonostante il villone con piscina, i trattamenti di bellezza e i sorrisi forzati per strada.
Certo c'è quella scena. Quella scena lì. Quella assurda e WTF scena che... dai insomma ci sta Julianne che... sì allora - scusate non riesco a dirlo, sono quelle cose che vorresti dimenticare di aver visto - insomma fa la cacca, con tanto di rumori che neanche in un film di Vanzina.
Cosa mi volevi significare Cronny? Che anche gli attori cagano? Che la discesa nell'inutilità che ormai Hollywood ha preso passa anche per l'intestino tenue dei suoi attori disperati dentro (eh, infatti se vede e se sente) ma perfetti fuori? Il famoso recitare di pancia?
Cronenberg, io capisco che sulle cose umorali e corporali tu ci hai costruito una carriera (!), ma deflorare così l'immagine della mia bella Julianne. Che cattivo gusto, che va oltre al discorso, anche un po' banale, del cattivo gusto alla Troma messo lì per telefonarmi la critica antropologica.
Poi oh, lo so anche io che generalmente diamo troppa importanza agli attori, li trattiamo come divi, come modelli, e poi sono tutti - diciamo molti - dei perfetti idioti. Ma è il gioco delle parti, loro lì, che interpretano personaggi che ci insegnano cose, noi qui a chiederci ogni volta che si fa buio in sala se sarà la volta buona di vedere un Capolavoro e imparare qualcosa di nuovo, fosse anche una frase ben scritta da citare al momento giusto.
Non è questo il caso. 
Peccato perché la seconda vita di Cronenberg (quella meno neurale e più criminale) mi piaceva molto, History of Violence e La promessa dell'assassino erano così tesi e ben riusciti. Possibile che Pattinson abbia rovinato tutto? A questo punto non voglio vedere Cosmopolis, mi rifiuto, metti che c'è il corrispettivo della scena sul WC ma con Pattinson? Non sopravviverei. Anche se MotS sembra un diretto discendente. Che abbia in mente una trilogia di Pattinson dentro limo? Che tralatro osa addirittura fare una cosa del genere: 

TI ODIO! COME HAI OSATO! MA CHI TI CREDI DI ESSERE, MA IO TI RIDUCO COME MARK RUFFALO? SE TI PIGLIO PATTINSON! PATTINSON CHIARI E AMICIZIA LUNGA HEY TU PORCO LEVALE LE MANI DI DOSSO VAI A STOCCACCIARE LE RAGAZZINE ANCHE SE ORMAI SEI VECCHIO E LASCIA LE SPLENDIDE CINQUANTAQUATTRENNI A NOI BROCCOLI ADULTI!
Comunque, intorno a Julianne il nulla. La tassa più alta che il film paga è, pradossalmente, proprio quella degli attori, tutti più o meno cani, il resto del cast sembra veramente raccattato tra i sosia che vanno in giro a LA a farsi le foto coi turisti piuttosto che tramite regolare provino.
Oltre a Pattinson ci sta Mia Uacioski che pare un personaggio di un horror di serie B copiato a De Palma. Poi ci sta un ragazzino con delle spallucce veramente inquietanti, per la loro totale assenza, fa paura giuro, l'avrà scelto di proposito... E poi ci sta John Cusack... che... be' lo sappiamo lui che fine ha fatto John Cusack.
Cronenberg, da sempre capace di horror carnali e mai banali, tenta la carta psychorror in chiave hollywoodiana ma canna totalmente il tiro: critica hollywood per la sua falsità e fa un film per nulla coraggioso, anche se mascherato da tale. Parla di vuoto, ma lo riempie di sottotesto banale. Ad esempio guardi Map of the Stars e ripensi tantissimo a quel Capolavoro - l'unico che posso definire tale, visto che non amo il Lynch - di Mulholland Drive.
Quindi MotS film brutto, scialbo, a tratti inutile a tratti innervosente, salvato solo da Julianne, che quest'anno si è beccata una doppia candidatura ai Golden Globe e questa volta sembra veramente arrivata l'ora sua. Chi sono le avversarie?
Quella pazza che ammazza di Rosamud? Quella pazza che va into the wild di Reese? Quella pazza che ama di Felicity? Quella pazza franciosa di Marion? Penso non ci sia gara, visto che le candidature a Reese e Marion hanno stupito prima di tutto loro. Felicity perderà la gara con il bell'Eddie. La vera gara è tra Julianne e Rosamud. 
Ovviamente so benissimo che Julianne è stata candidata per l'altro film e non questo, ma io farò finta di essermene dimenticato, per rimanere in tema, e se vincerà dirò che sarà per questo, anche per il coraggio di quella scena, sì, anche per quella scena lì. 
A proposito della sua carriera stellata, Julianne sulla strada ci è finita qualche tempo fa.
Ritroveremo presto l'amatissima Giuliana in un film che parla di un argomento scabrosissimo per il 2015: LESBICHE! Brrrividi di coraggio. Oh. Julianne, ma non è che tanto tanto... no perché mi ricordo che pure con l'occhiuta Amanda non ci andarono leggere... ma perché non me l'hai mai detto? Io sono un broccolo moderno e di larghe vedute.
Vogliamo chiudere con una mappa di stelle veramente cattive? Eccola qui:
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È STELLARE!

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