venerdì 7 novembre 2014

INTERSTALLAR

Interstellar
Trama: Un viaggio Interstellar è.

È da tanto tempo.
Da tanto tempo che non mi metto a scrivere una recensione come Dio - o qualunque sia l'entità interstellare là sopra a cui tanto non crederei - comanda.
Interstellar è forse il film giusto per ricominciare a farlo. Al netto delle inevitabili gif, stupidaggini, giochi di parole sul cognome del regista, spoiler di cui potrei riempire questo post.o.
Lo aspettavamo tanto, non perché si fosse costruito un hype mediatico esaltante (vedi per esempio il lavoro che stanno facendo per Batman v Supermam, Star Wars VIII, tutti i Marvel, hype (giuro che poi non lo ripeto più hype) che matematicamente illude e poi il film disillude). Interstellar lo aspettavamo solo perché è il "nuovo film di Nolan". Come quando per un libro non importa che copertina avrà o quale sarà la trama, se ami l'autore lo comprerai comunque.
Certo, la presenza nel cast di Matthew McConaughey (inutile rivangare gli ultimi due anni di carriera di Matto Meccanigo, so solo che partono da qui, il resto, come si dice, è Storia, di certo la sua lo è) aveva aumentato l'attesa ancora di più, non siamo mai stanchi di sentire i suoi sibilii strascicati, insomma l'unico attore che quando metterà la dentiera parlerà meglio di adesso [cit.]
E alla fine eccoci lì, al primo spettacolo del primo giorno di programmazione, ovviamente al Nuovo Olimpia (uno dei pochi cinema a Roma che proietta in lingua originale ed è costruito in modo che a non farti leggere i sottotitoli sono direttamente le poltrone e non la testa di quello davanti per quanto sono alte) a goderci quello che prometteva di essere il più interessante viaggi intergalattico degli ultimi anni, un Gravity ancora più lontano, e per il regista che aveva spinto il bottone di accensione motori, e per la centellinata diffusione della trama nei mesi scorsi.
La promessa è mantenuta? Più di 3/4 sì. E non è facile trovare un uomo che mantiene per così grande percentule le sue promesse. E non è neanche un caso che siamo subito finiti a parlare di promesse.
Tutto il film è costruito sulla Promessa. Non solo la promessa di un padre a sua figlia - «Tornerò.», non solo la promessa di uno scienziato ad un uomo «Salverai la Specie Umana», ma, e addirittura, in un impeto religio-filosofico kubrickiano , sul concetto di un'intera Galassia Promessa che salverà Specie, Genere e Genio umano dall'estinzione.
Altri lo chiamerebbero accanimento terapeutico, perché come direbbe il teorico del Caos sui cui aforismi io (e spero anche voi) fondo la mia intera esistenza, Ian Malcolm, se la natura ha ucciso i dinosauri, non vedo perché, nel caso decida di uccidere l'uomo, questo deve per forza andare a bussare ad altri pianeti a chiedere ospitalità. Un dinosauro è mai andato a bussare a casa di qualcuno? No. Il dinosauro si è seduto e ha aspettato il meteorite con gli occhiali da sole. Grandi persone, i dinosauri.
Ecco. La natura dell'uomo è un concetto ben presente durante tutto il film, non ci scorda mai che, in campo di grano come nello spazio, dentro un pick-up arrugginito come su un'astronave interstellare, l'Uomo è e non può in nessuno modo non essere Umano. Quindi dice cose sensate, fa cose insensate, litiga, fa pace, mente, dice la verità, odia ma più che altro ama.
I richiami filosofici che a fatica rispolvero dagli studi classici (studiare è sempre un gran classico) mi hanno fatto interrogare, durante il film, su una domanda che oserei definire la più importante dell'Esistenza, ed è questa: "Si può fare filosofia al cinema, oggi? E soprattutto, la può fare un film americano (anche se il regista è inglese ma poco importa i soldi sono sicuramente yankee)?".
Perché è ovvio, Interstellar è e non può non essere per sua natura un blockbuster - anche se credo non avrà il successo sperato, richiede infatti, rispetto ai precedenti Nolan, una dose di fiducia non ripagata da scene davvero spettacolari come furono la gli alberghi che rotolano o da interpretazioni da Oscar - americano nell'accezione pura del termine (basti pensare che nell'ultima scena, proprio l'ultima, fa bella mostra di sé la solita bandiera americana sventolante in mezzo alla galassia), con tutte le disfunzioni tipiche del blockbuster (qualche spiegone, qualche leggerezza melensa, qualche scena di troppo e sono anche abbastanza sicuro che quella visione finale che tanto fa sbrabuzzare gli occhi sia si possa trovare in molte illustrazioni di sci-fi anni 50 e 60. Su questo vi lascio lo spazio dei commenti) ma al tempo stesso è un film dalla grande regia e da una sceneggiatura che richiede quel grado di concentrazione di livello superiore a un Micheal Bay qualunque (ovviamente inferiore ad un Charlie Kaufman qualunque) che potrebbe far uscire gli spettatori dal cinema dicendo (tradotto dall'americano all'italiano d'oc e d'oil): "Nummè piasciuto perché nu ce staveno le astronavicelle spaziali che se sparaveno coi laser colorati, mortacci de Nòla, ce stava solo er Tagadà". 
Insomma per Guardiani della Galassia, andate a vedere Guardiani della Galassia. Ma non vi aspettate 2001, eh. O meglio, aspetatevi sì quel tipo di fantascienza - le citazioni sono palesate e rispettose, mancava solo un grembo gigante astrale e avevamo fatto - ma Nolan non perde di vista il suo cinema, quello molto, tanto, a volte anche troppo, fisico. Fisico nel senso di legato in modo indissolubile alla Materia. 
Non è un caso che a Nolan non piaccia il 3D. Non ha bisogno di "uau, ti farò 'entrare' nello schermo per farti sembrare di essere lì". Perché Nolan ha la capacita, credo unica anche se aspetto smentite, di saper rappresentare la materia, la densità, o la sua inconsistenza, il peso, la massa atomica, l'interazione con lo spazio (circostante o siderale), gli elementi. L'asfalto è asfalto, la sabbia è sabbia, il vuoto è vuoto. Ecco, Nolan riesce a farti percepire il vuoto. Non è facile vero? E non immaginatevi il bianco 0/0/0/0 matrixiano (che dal momento in cui è non-apparso è stato copiato tipo sempre) e neanche il nero 100/100/100/100 usato ultimamente dalla Johansson aliena. Non immaginatevi omini verdi spielberghiani o gamberoni in CGI, immaginatevi proprio quello che doveva essere e che Interstellar è Nolan nello spazio,
E allora solo lui poteva davvero farci percepire l'assenza di gravità anche se la situazione è grave, o al contrario l'eccesso di gravità, anche se la situazione diventa più leggera. O ancora una camminata a pel d'acqua, novelli messia (o era 'na secca tipo quelle de Ladispoli^). E solo lui poteva, con un bel tesseratto (lo so che non vi ho spoilerato niente tanto chi cavolo vuoi che sappia come cavolo si disegna un tesseratto) "visualizzare" il Tempo.
Interstellar si iscrive di diritto in quella fantascienza rétro che non ridisegna il nostro futuro rendendolo tutto un gigantesco iMac o che vaneggia di reincarnazione, Interstellar è invece un film profondamente legato all'oggi (la paura dell'estinzione per l'unica causa possibile: la fine del cibo) e che propone un design vintage (che non è arrugginito come quello di Alien, mi ha ricordato più il tenero artigianato di Dark Star), molto diverso dalla sporcizia di Blomkamp (a proposito, guardatevi questo tenerone), sia dal tipo di realtà distopiche proposte dai tanti young adult. Un design quello di Intestellar che personalmente ho trovato bellissimo, con i suoi trattori coscenti. Soprattuto quei robo-pantaloni [cit.2] anche se sono palesemente dei monoliti neri e di nuovo spunta Kubrick a fare capocetta.
Avrete notato che, tra un pensiero sensato e uno no, non vi ho parlato mai della trama, mai di com'è sto fatto che la bambina diventa Jessica Chastain e però Matthew McConaughey non diventa un nonnetto (sempre per quella cosa della dentiera probabilmente), non vi ho rivelato una sorpresa di cast che a me ha (fatemelo scrivere maiuscolo) ENTUSIASMATO Che fatica non dirvelo. Che. Fatica. So solo che quell'abbraccio, proprio tra loro due, è qualcosa che sfonda lo schermo e arriva dritto dritto al cuore, belli loro. Al contrario di altri due nel cast, attori risibili, che secondo me sono lì solo per prenderli in giro, capirete chi intendo. Matthew se la cava bene, non alla grande come ci ha abituati (avreste mai creduto di leggere una cosa del genere?), Anne particolarmente sciapa. 
Non vi rivelo ovviamente il finale (ed è anche meglio, visto che forse è l'unica cosa su cui, un CB un po' smaliziato e un po' gradasso che dice "io lo avevo detto subito!" ha storto leggermente il naso. Magari voi non ci penserete subito come me e vi piacerà. Approfitto per dirvi: Parliamone nei commenti spoilerando. Giuro che rispondo. Soprattutto se avete i capelli corti corti.). Ma ecco, Interstellar è di certo uno dei film da vedere dell'anno, perché, come sempre meno succede, è un Film. Come detto dalla grande regia (davvero grande, guardate bene la scena dell'ammaraggio avvitato) 
e dal denso speso specifico. Non c'è trottola, ma c'è Gargantua, è un buon compromesso.
Mi fermo. Devo farlo. Più vi dico e più vi metto nella condizione di portare con voi al cinema pensieri che invece non dovreste avere (non per arrogarmi la posizione di idea-setter, casomai di setter e BAUsta) e vi lascio con le parole del Dio futuramesco

che si adattano bene, assai bene, anche alla definitiva posizione umanista che il film prende su tutto quell'annoso discorso che alle volte facciamo davanti a una pizza tra amici "Ci parlano dall'alto. Riceviamo messaggi dallo spazio. Sono Alieni o Dio? Aspettiamo e sapremo."
MA NO! VEDI COME SEI CB! ROVINI TUTTO! Avevi retto fino ad ora e poi basta una in costume in che rotola in assenza di gravità che ti sbroccoli. T'eri pure salvato dalle battute sui buchi neri e poi... Ma chi è Martina Stella? InterStella... Ah ok, lo so chi è. L'ho riconosciute... riconosciuta! Con la A! 'sti refusi... Meglio i primi illustraposter che stanno arrivando (tempo una settimana saremo pieni)
Vabbèddai, non posso neanche esimermi dal farvi vedere questo, e che mo perché Nolan fa tutto il filosofico nun se po' fa manco 'na risata? E che è!
Matthew fa queste promo per la Lincoln (a parte il film):


Jim risponde:

Comunque volevo anche dirvi che la prossima settimana porto il CB MAG a Nolan direttamente in bocca in America (anche se abita in Inghilterra ma la scorsa estate ho citofonato mi ha risposto Micheal Caine dicendo che il signorino Nolan non c'era), America ci manda Matthew, Italia risponde con Broccoli, anche questa un buon compromesso. Questo per dire che non so bene come andranno le recensioni qui. Intanto mi hanno mandato una gif del mezzo che useremo per il viaggio

Io felicissimo già sbischhico come si è sentito anche in RADIO. Già ieri di nuovo in radio ad imitare anche io Matthew McConaughey (da minuto 43):


3 commenti:

  1. ho aspettato di vederlo ieri prima di leggere la tua recensione. Riconosco tutti i (soliti!) difetti di Nolan ma per la prima volta mi ha fatto piangere. Due volte! <3

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  2. Boh, io no. Bocciato.
    Fico fino a un certo punto, poi L'AMMMOREEEE L'AMMOREEEE NOOOO!!!
    QUELL'attore non accreditato (true story) l'ho ODIATO.
    Hathaway pettinata come Hitler.
    Fine.

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  3. Bello ma non ai livelli dei migliori film di Nolan (inception, il cavaliere oscuro), sono rimasto un po' deluso. E' lungo, molto lungo e forse alcune scene "da spiegone" si potevano fare meglio. Anna Hathaway non mi ha mosso un capello, davvero sciapa (anche come catwoman non mi ricordo scene memorabili).
    la storia è bella ma nulla di veramente particolare e il finale e a tratti molto telefonata, avrei apprezzato di più qualche giochino a livello di trama sullo scorrere del tempo che è relativo. Quello che mi ha dato però più fastidio è la sensazione alla Shamalyan che si respira in molte parti del film soprattutto per la prima oretta, con la virata verso il sovrannaturale che sa più di cacata alla shamalyan appunto, piuttosto che la necessità di interrogarsi davvero sull'infinito e sull'ignoto.
    Per il resto buon film, le citazioni kubrickiane ci stanno tutte, io ci ho visto anche un pizzico di Sunshine (film sempre sottovalutato secondo me).

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